1993: L’Armata delle Tenebre

darkness

Regia – Sam Raimi

“Alright you Primitive Screwheads, listen up! You see this? This… is my boomstick! The twelve-gauge double-barreled Remington. S-Mart’s top of the line. You can find this in the sporting goods department”

Ogni tanto bisogna prendere coraggio e affrontare la leggenda. Credo sia la prima volta che, all’interno di questa rubrichetta, ci occupiamo di un film così famoso e importante. Avevo detto che avrei parlato tanta robaccia sconosciuta, ma che, dove necessario, non avrei trascurato i grossi calibri. L’Armata delle Tenebre è un calibro gigantesco, un’opera che è entrata di diritto nella sfera del mito.
Prima che qualcuno mi rimproveri per una periodizzazione non corretta, dico a mia discolpa che sì, il film è stato girato nel ’91, presentato nell’ottobre del ’92, ma è effettivamente uscito al cinema nel febbraio del 1993. La postproduzione fu più complessa del previsto, con la Universal in contenzioso legale con De Laurentiis per problemi relativi ai diritti di Hannibal Lecter (Long story…). Inoltre, sempre la Universal, obbligò Raimi a rigirare alcune scene e a inventare un nuovo finale perché quello originale (Ash che si risveglia in un futuro post – atomico) era considerato troppo pessimista. Tra un ritardo e l’altro, i soldi che finiscono, Bridget Fonda che gira praticamente gratis le sue scene, e i due produttori che litigano, L’Armata delle Tenebre approda in sala solo l’anno successivo al suo debutto allo Stiges Film Festival.

Il budget previsto era di otto milioni di dollari. In corso d’opera, si gonfia fino a raggiungere la cifra di tredici milioni. Se paragonato con i costi dei due film precedenti della saga di Evil Dead (350.000 dollari il primo, tre milioni e mezzo il secondo), ci troviamo di fronte a un investimento colossale. Merito dei buoni incassi di Darkman, che convinsero De Laurentiis a finanziare il terzo capitolo.

boomstick

Con L’Armata delle tenebre, Raimi getta definitivamente la maschera, abbandona l’orgia splatter che aveva caratterizzato La Casa e si cala del tutto in un’atmosfera di comicità anarchica e senza freni. L’horror non abita più qui. Se già in Evil Dead II il regista aveva accantonato il fattore paura, in favore di una violenza slapstick o da cartone animato, in questo terzo film non esiste più neanche una minima patina di inquietudine. L’Armata delle tenebre è un susseguirsi, senza sosta, di gag spettacolari in un contesto fantasy. Non una  parodia, anche se potrebbe apparire tale, ma una rivendicazione orgogliosa  di assoluta libertà creativa, che sfugge a ogni tipo di etichetta o catalogazione.
E, come sempre quando si parla di Raimi, il tutto è “about the camera”. Raimi è un funambolo della macchina da presa, sia che racconti le evoluzioni di un supereore che saltella tra i grattacieli, sia che affronti un piccolo film dai toni cupi e pessimistici come Soldi Sporchi, sia che decida di tornare a un tipo di horror di stampo più classico come nel poco compreso The Gift. Qualunque cosa faccia, in qualsiasi genere scelga di invischiarsi, che lavori con budget faraonici o ristrettissimi, Raimi non rinuncia mai a esibirsi. Ma se in altri lavori questa esibizione è più sottile, nascosta, quasi sotterranea, ne L’Armata delle Tenebre diventa prorompente e occupa ogni fotogramma del film.

Perché, diciamolo chiaramente, in mano ad altri questo miscuglio di magia, mazzate, cadaveri ambulanti e smargiassate poteva diventare un orribile guazzabuglio medievale (cit.). Ma Raimi è diverso. Raimi si permette, dopo aver terrorizzato il mondo intero, di farlo ridere e di incantarlo. Con un pizzico di arroganza che è propria solo di chi non ha nessuna paura di spiazzare e confondere. Raimi fa cinema divertendosi. Cinema che è gioco, prima di tutto, e poi sfida a procedere oltre i limiti tecnici consentiti. Girare per 100 giorni, d’estate e di notte, avendo a disposizione pochissime ore per le riprese, perché solo ad allestire le luci ci voleva un’eternità, in un set costruito in mezzo al deserto. Un caldo bestiale di giorno, un freddo micidiale di notte. E Bruce Campbell che doveva ripetere alcune inquadrature (quelle che lo vedevano combattere contro scheletri non fisicamente presenti sul set) addirittura trentasette volte.
Gli interni, invece, furono girati con la tecnica dell’Introvision, usata per la prima volta nel 1981 per Atmosfera Zero, che permetteva un’interazione pressoché totale tra l’attore e il background, ma gestita in tempo reale. Un omaggio a Harryhausen e al suo stop motion.

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E tuttavia, L’Armata delle Tenebre non è solo un enorme carrozzone pirotecnico di situazioni al limite del paradosso, effetti speciali artigianali ed efficaci e regia da applausi a scena aperta. L’Armata delle Tenebre segna la consacrazione di un personaggio (e di un attore. Mai come in questo caso le due cose sono interscambiabili) che sarebbe diventato un’icona del genere: Ash, Bruce Campbell, con motosega innestata al posto della mano e doppietta pronta all’uso. A differenza di altre figure della mitologia horror americana, Ash non è un assassino mascherato. Le fattezze di Campbell bastano e avanzano a creare una maschera che cannibalizza tutto il film e lo domina col suo carisma. Ash è l’antieroe sbruffone obbligato a farsi carico del destino dell’umanità. Un prescelto suo malgrado, a cui di essere prescelto non può fregar di meno e che vuole solo tornare nel suo tempo, a pavoneggiarsi con le ragazze dietro al bancone del suo reparto ferramenta. Tutto l’armamentario retorico di un certo tipo di fantasy crolla sotto il peso delle sue battute, del suo atteggiamento scanzonato e, soprattutto, del suo essere refrattario a qualsiasi forma di inquadramento o disciplina.

Army-of-Darkness

Anarchico e individualista fino all’eccesso, come il cinema di Raimi. Unico, perché sfugge al controllo. Folle e incosciente, perché affronta con noncuranza cose che farebbero impazzire un uomo comune. E attraversa un incubo dietro l’altro prendendosi gioco di se stesso e degli altri, ridendo in faccia a mostri, ritornanti, scheletri armati, cloni lillipuziani, e doppi malvagi. Poi sì, sbaglia la formula. Ma non esiste magia che non possa essere rimessa al suo posto con un colpo di Remington dritto in faccia. O con una Oldsmobile Delta 88.

Ash è il cinema di Raimi, è la sua regia spaccona, è la sua forza creativa che sgorga irrefrenabile e travolge ogni cosa. Ash è anarchia cinematografica applicata. E L’Armata delle Tenebre un’ode alla libertà e alla strafottenza.

Post dedicato a Hell. Lui sa perché.

34 commenti

  1. E pensa che questo film è quello che vanta il ricordo più intatto… andai a vederlo al cinema convinto di spaventarmi e invece risi e mi divertii come mai prima.
    Inutile aggiungere altro.

    1. E tu pensa che io al cinema me lo sono perso :O
      Però poi l’ho recuperato, visto, imparato a memoria e lovvatoabbestia ❤

  2. Affrontare la leggenda non è cosa da poco, ma tu lo hai fatto in maniera egregia. Non posso dire altro, se non che condivido in lungo e in largo questo articolone. 😀

    Ciao,
    Gianluca

    1. Ci ho messo una vita a scriverlo, a cercare notizie interessanti. Poi mi sono intrippata sull’introvision e avevo scritto una pappardella gigantesca. Ma poi diventava troppo tecnico e ho cestinato 😀
      Grazie Gianluca 😀

  3. Helldorado · ·

    Intramontabile, visto all’epoca in cui venne trasmesso per la prima volta in TV e da allora visto centinaia di volte. 🙂

    p.s. bellissimo post.

    1. Immortale. Se non lo si ama si è brutte brutte persone.
      Grazie Maaaaaaaaax!!
      😉

      1. Giuseppe · ·

        Ma infatti noi che si è persone bellissime senza timor di smentita lo si ama follemente 😀 e anche questa tua degna recensione dovrebbe finire di diritto negli extra di edizioni dvd disco singolo, doppio disco e pure blu-ray 😉
        P.S. Interessante il fatto dell’Introvision, non mi ricordavo che fosse stata usata anche qui…

        1. credo sia uno degli ultimi film in cui è stata utilizzata, anche perché è proprio a partire dagli anni ’90 che inizia la rivoluzione vera e propria dei Vfx. Per Raimi, l’introvision era un modo per rendere omaggio alla stop motion, utilizzando per una tecnica che rendesse l’illusione più realistica.
          Quanto si devono essere divertiti quella gabbia di matti 😀

          1. Giuseppe · ·

            Poco ma sicuro…mi sono immaginato spesso quanto me la sarei spassata su un set del genere 😀
            Riguardo a The Gift, credo sia un altro titolo da aggiungere alla lista dei film incompresi (pazienza per la Holmes, ma per il resto un gran cast compreso l’ottimo Ribisi…e quel finale lascia brivido e malinconia in giuste dosi).

  4. L’armata delle tenebre mi piacque un sacchissimo! 😀

    1. Perché è bello bello bello 😀

  5. e ma non cestinare nulla sopratutto se dovesse essere roba tecnica perchè a me interessa davvero moltissimo.Pur sempre una importante lezione di cinema,ci viene dalle maestranze e da chi conosce il lato tecnico del dar sostanza al nostro immaginario. Visto che il cinema è fatto della stessa sostanza che son fatti i sogni,(toh piglia sta cazzo di citazione e portala a casa),ma anche con tanto lavoro e fatica “operaia”.
    Per quanto riguarda il film:un cult . Una grandissima pellicola ,strepitosa e graffiante auto parodia cosciente sul Cinema e sulla Visione. Il mio film preferito in assoluto di Raimi è Soldi Sporchi,perchè amo profondamente le tematiche,i personaggi,è IL MIO CINEMA,però questo arriva subito dopo.
    Ho consumato la videocassetta di questo film ed Ash è diventato uno dei miei eroi preferiti.
    Ma Raimi ha mai saputo che noi italiani abbiam campato decenni sfornando a cazzo film intitolati la casa 3,4,5 ecc…?

    ps:The Gift a me piace assai,non capisco le critiche…

    1. Credo che lo sappia, perché sono comunque tutti titoli usciti e spacciati in qualche modo anche all’estero 😀
      The Gift infatti è uno di quei film che non si capisce perché lo detestino un po’tutti.
      Io, presenza perniciosa della Holmes a parte, l’ho sempre trovato un ottimo film.

      1. la Holmes è un mistero atroce eh!Mi viene da citare il noto intellettuale Alex Drastico: ma chi?Ma come?Ma sopratutto ma che cazzo? ^_^

        ciao! ^_^

  6. Io non so mai che commentare, davanti a questi articoloni.
    Dico soltanto che L’Armata delle Tenebre l’ho sempre visto come l’ultimo colpo di coda di una bella epoca, gli ’80 e primi ’90, che a livelli di cazzeggio creativo e di anarchia fantastica si farà rimpiangere ancora moooolto a lungo.
    Imperdibile, oggi come allora. (Anche se allora fu un vero e proprio evento, per chi amava un certo genere di suggestioni!)

    1. Infatti conclude un’epoca. Da quel momento in poi, i film di questo tipo diventeranno una rarità. Però, ecco, per esempio oggi abbiamo John Dies at the End che è il degno erede di quel cazzeggio creativo (bellissima la definizione 😀 ) di cui parli tu 😉
      E Grazie ❤

  7. Che film, che fiiilm! Ho visto il finale originale, e lo trovo decisamente migliore di quello che ci hanno appiccicato dopo. Hanno fatto dei seguiti a fumetti, ma non sono mai riuscito a reperirli e non so come siano.
    Peccato che Cambpell non abbia più fatto grandi cose, ricordo solo Bubba-ho-tep e nel ruolo di sè stesso in My name is Bruce,
    Ottimo articolo.

    1. Bè, quando finisce un certo tipo di cinema e non si fanno più film di questo tipo, un attore icona trova con difficoltà ruoli all’altezza. Credo sia quello il problema principale. Anche se, per esempio, la sua apparizione ne Il mistero del bosco di McKee andrebbe messa negli annali 😀

      1. Napoleone Wilson · ·

        Ma anche quella sotto un pesante trucco del chirurgo plastico nella diroccata Beverly Hills di “Escape from L.A.”, che vuole cavare l’unico unico occhio “veramente bello” che rimane a Jena…Sempre grande Campbell
        “Army of Darkness” che dire mi piace sì, ma non fino al punto a cui piace a tanti, come a voi…Alla fin fine quando non c’è vera tensione drammatica per le sorti dei personaggi e delle situazioni, mi appassiono meno, comunque non si può non apprezzare la visionarietà di Raimi e l’imbastimento vorticoso e vario ed eterogeneo di così tante scenografie, immagini strabilianti. Ho visto anche la “Director’s Cut” e una “Workprint” di infima qualità come quasi tutte le “Workprint” che gira, con iosa di scene non presenti nella versione cinematografica e i finali diversi…Sarà che io preferisco appunto un certo tipo di horror serio o che comunque si prenda più o meno sul serio, pessimista, distopico e
        metaforico, per bene raccontare gli orrori veri del presente, come ovviamente
        Romero e Carpenter su tutti.

        1. Io non so bene che tipo di horror preferisco. Quello che si prende sul serio mi piace e mi emoziona, quello più “leggero”, alla Raimi mi diverte e mi esalta.
          A me interessa soprattutto che venga fatto bene, poi la tipologia in sé conta fino a un certo punto.

  8. Musaghei · ·

    STUPENDO! Come ho detto più volte in passato, il cinema horror del passato mi risulta spesso indigesto e faccio fatica a guardare film vecchiotti, ma questo è STORIA! L’ho visto più volte e sempre amato alla follia! Stupendo! [unica nota negativa per gli scheletri-guerrieri, animati veramente da cani, quando 10-12 anni prima c’erano film con effetti migliori o.O] (anche “La casa 2” è molto bello, mentre il primo devo ancora vederlo. Com’è?)

  9. Aggiungo un piccolo particolare sul finale cambiato. A quanto pare fu De Laurentiis in persona a chiedere a Raimi di cambiare la scena immettendo un finale più positivo e il regista accettò solo per stima personale nei confronti del produttore.

  10. Klaatu Verata Nikto!!!

  11. Andando off- topic ma nemmeno poi cosi’ tanto perche’ il film che sto per citare non e’ cosi’ lontano da atmosfere e suggestioni del suddetto, oggi giornata non male per l’appassionato cultore, mi sono sparato per 46E complessivi gli usciti stamane Blu-ray di “Stake Land”, horror vampirico-apocalittici indie di Fessenden e Micklin, semplicemente stupendo, e per una volta la 01 ha fatto uscire un’edizione uguale a quella Usa, con due ore di extra e sovrabox cartonato, e dulcis in fundo, mi sono preso pure il Blu-ray di “Resident Evil: Retribution”.

    1. E per te che tieni sempre un occhio ai compositori, grande score quello di “Stake Land”, ad opera di Jeff Grace. Ma le produzioni di Fessenden, o che diriga, sono sempre curate sotto in primis l’aspetto dell’o.s.t., basti ricordare “The Last Winter”.

      1. Ma di chi e’ lo strano “gatto” che stai baciando…? Scherzo…

        1. Ahahah! Io ho amici molto altolocati tra gli xenomorfi 😀

  12. Grande post che rende omaggio a un film bellissimo che ha segnato la mia infanzia. Pensa che ancora oggi quando gioco al fantacalcio con gli amici il nome della mia squdra è Reparto Ferramenta!

    1. Ha segnato l’infanzia di tantissime persone, è un film che ti resta nel cuore.
      Andava celebrato in qualche modo 😉
      Ash – Reparto Ferramenta!!

  13. Questo è un film che vedo e rivedo senza mai stancarmi e ridendo ogni volta!!! E’ veramente un capitolo mitico del cinema anni ’90!!!

    1. Sì, miticissimo, però ancora imbevuto di spirito anni ’80, almeno secondo me. La summa del decennio precedente e il canto del cigno.

      1. con un pizzico dei primi anni ’90 però ce lo aggiungerei…;)

  14. Fra X · ·

    Chissà perché non inizia com’ era finito “La casa 2”. Lo avevo visto più volte da bambino e ragazzino e l’ ho rivisto di recente su AXN. Film godibile e divertente. Si vede che siamo già negli anni 90 perchè la fotografia ha un certo stacco rispetto a LC2.
    Del finale alternativo ho letto solo di recente. Quello ufficiale è una togata, però questo è più affascinante.

    “unica nota negativa per gli scheletri-guerrieri, animati veramente da cani, quando 10-12 anni prima c’erano film con effetti migliori o.O”

    Da come ho letto è perchè Raimi ha voluto omaggiare le tecniche di Ray Harryhausen e non solo. Anche se non me ne intendo, io non li trovo maleanimato. Poi boh!.

  15. E se non la affronti tu, la leggenda, io non so propro chi altro potrebbe!