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Ok del Consiglio di Monrupino alla riattivazione di due cave

L’ex Puric e la Vecchia riprendono rispettivamente dopo 9 e 18 anni su iniziativa della Marmi Repen, che ha chiesto i permessi. Kosmina: «Nuovi posti di lavoro»

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MONRUPINO

Rinasce l’attività estrattiva a Monrupino. Grazie a due delibere approvate dal Consiglio comunale saranno infatti riaperte due cave, l’ex Puric e la Cava Vecchia. La prima era ferma dal 2012, la seconda dal 2003, causa scadenza delle relative autorizzazioni. A far scattare la procedura che ha portato al provvedimento, giudicato «fondamentale per l’economia locale» da Tanja Kosmina, prima cittadina di Monrupino, è stata la richiesta presentata in entrambi i casi da Gabriele Deste in qualità di legale rappresentante della Marmi Repen srl. Un paio di settimane prima della data fissata per la seduta del Consiglio, Deste ha presentato appunto al Comune una doppia domanda per ottenere «il parere preventivo per la riattivazione delle due cave di pietra ornamentale». Ora questo parere è stato dato ed è positivo, perciò si può cominciare a dare concretezza a un’iniziativa di notevole rilievo per il tessuto produttivo e sociale dell’intero altipiano. «Riattivare le cave – ha sottolinea Kosmina – significa dare il via a un processo imprenditoriale che da un lato rivedrà operative due realtà storiche del nostro territorio, come l’ex Puric e la Vecchia, e dall’altro creerà posti di lavoro». In un momento di difficoltà generale, si tratta di un’autentica svolta per quanto riguarda il futuro dell’economia dell’altipiano e non solo, perché va considerato anche l’aspetto storico, in quanto l’attività estrattiva sul Carso ha radici millenarie. Sul piano strettamente amministrativo, le delibere approvate dal Consiglio di Monrupino si basano sulle fideiussioni presentate dalla Marmi Repen srl, giudicate dall’assemblea «ongrue con il costo del progetto di ripristino e di cui il Comune disporrà qualora il titolare dell’autorizzazione non realizzasse il ripristino come previsto dall’autorizzazione stessa». Sul piano pratico, il progetto di ripristino dell’ex Puric prevede lavorazioni distribuite in sei anni e un modico transito di autocarri, elemento quest’ultimo molto rilevante, perché va considerato anche l’aspetto della tutela ambientale.

Nel caso della Cava Vecchia, si parla di una “coltivazione” di durata decennale. Nel dettaglio il piano prevede un’estrazione complessiva pari a 105 mila metri cubi e il successivo ripristino con un volume di 178 mila metri cubi. L’unica strada che sarà utilizzata per la riattivazione e la successiva lavorazione nella Cava Vecchia è quella che collega Zolla a Fernetti. In sede di voto, il Consiglio si è espresso quasi all’unanimità; l’unica eccezione è stata l’astensione della consigliera Martina Skabar, che fa parte della lista di opposizione Insieme, la quale ha motivato la sua scelta in quanto facente parte della locale Comunella. Una decisione basata dunque su una valutazione di correttezza e rispetto dei ruoli e non certo per motivi di merito.—



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