il velo di Manoppello

Il velo di Manoppello è un volto di Cristo conservato da 4 secoli in Abruzzo dalle caratteristiche uniche.

Posizionato nel tempietto sopra l’altare con le due facce esposte alla luce  il Volto Santo appare tenue e trasparente come una diapositiva, ugualmente visibile sulle due facce del velo. Il volto, costituito dalla variazione di un solo colore (rosso o grigio nelle diverse condizioni di luce), fa corpo unico col tessuto e sparisce nella trama se osservato frontalmente. Il volto mostra i segni di sofferenza del Cristo passionato come la guancia colpita da Malco e la bocca gonfia. La sofferenza è però rappresentata in modo unico rispetto alle opere quattrocentesche o più tarde: non vi è infatti alcuna enfasi o aggiunta di gocce di sangue, lacrime o spine.

L’impressionante vivezza del viso può essere data dalla doppia immagine ben leggibile su entrambe le facce a seconda dell’illuminazione. Il viso esposto alla luce frontale appare severo, la bocca è aperta e sono ben visibili le due arcate dentali. Quando esso è invece attraversato dalla luce, le labbra appaiono più gonfie, in particolare il labbro superiore, mentre i denti sono solo accennati come punti chiari su fondo scuro. Ulteriore motivo di questa impressione di movimento che l’immagine restituisce all’osservatore potrebbe essere la sproporzione anatomica del volto che costringe chi guarda a un aggiustamento continuo.

Purtroppo sinora molto poco è stato pubblicato circa gli studi ottici effettuati, sia riguardo alla natura del tessuto sia riguardo alla tecnica pittorica. Non sono però conosciute opere simili realizzate su una stoffa tanto rara e senza alcuna preparazione.

Storia

L’unico documento sull’arrivo del velo a Manoppello è la Relatione Historica redatta dal predicatore cappuccino padre Donato da Bomba tra gli anni 1642-1645. La relazione è stata pubblicata nel 2016 a cura di E.Colombo e M.Colombo a cura dell’associazione il Volto Ritrovato col contributo dei Cappuccini.

41pxilrmfbl-_sx330_bo1204203200_In essa si narra che il Volto Santo è arrivato a Manoppello agli inizi del 1500 offerto da un misterioso pellegrino al medico Giacomantonio Leonelli nella chiesa matrice intitolata a San Nicola di Bari. Dopo circa 100 anni l’immagine viene venduta a Donato Antonio De Fabritiis, notabile del luogo, da Marzia Lionelli, bisognosa di denari per aiutare il marito in carcere. De Fabritiis nel 1638  dona il velo ai frati cappuccini di Manoppello. La presenza dei Cappuccini era stata richiesta dalla cittadina di Manoppello nel 1616 e i lavori per la costruzione del Convento e della chiesa erano iniziati nel 1620.

La Relatione di padre Donato da Bomba che racconta la storia del velo e ne ratifica la donazione ai Cappuccini viene letta e autenticata con lettura pubblica nel 1646. Il verbale su pergamena, oggi conservato dai Cappuccini a L’Aquila, reca le firme di 13 anziani e notabili, insieme a quelle del De Fabritiis e del padre Donato Da Bomba. In quell’occasione, per la prima volta, il velo viene esposto alla pubblica venerazione.

Inizialmente il velo viene conservato in uno stipetto chiuso a fianco dell’altare. Dalla Relatione di Donato Da Bomba si deduce che viene mostrato solo a chi ne fa richiesta. Solo quarant’anni dopo, nel 1646, verrà realizzata una cappella laterale per conservare l’immagine, visibile ai fedeli solo in alcuni giorni l’anno. Per quasi 400 anni il velo è stato oggetto della pietà locale. Non sono state rinvenute cappelle o copie indicative di una devozione al velo di Manoppello nelle chiese della Diocesi di Chieti-Vasto e nei conventi della Provincia dei Cappuccini.

Nel 2006 la visita di Benedetto XVI al santuario ha portato l’attenzione di tutti su questo Volto “il cui sguardo misterioso non cessa di posarsi sugli uomini e sui popoli”. Da quel momento Manoppello è diventato meta di pellegrini di ogni parte del mondo.

festaFeste

La festa del Volto Santo, istituita nel 1703, ha luogo la terza domenica di maggio, il velo lascia il Santuario e in processione solenne raggiunge la chiesa di San Nicola nella cittadina di Manoppello, dove secondo la tradizione il velo è stato donato a Giacom’Antonio Lionelli, per fare ritorno, sempre in processione, il lunedì successivo. Lungo il tragitto il reliquiario viene sommerso da una pioggia di petali di rose. Il velo esce, per un percorso più breve anche la sera del 6 agosto, festa della Trasfigurazionedel Signore. Questa processione è stata istituita nel 1690.

Il Santuario, elevato a Basilica da Benedetto XVI, è stato sottoposto a diversi interventi di ristrutturazione e ampliamento; dal 1960 presenta una facciata in pietre bianche e rosse simile a quella della chiesa romanico-protogotica di Santa Maria di Collemaggio (L’Aquila).

Orari

La Basilica è aperta ogni giorno dalle ore 6 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 19 (d’inverno fino alle ore 18). Il Volto Santo, situato sopra l’altare principale, è sempre visibile ai fedeli.