Crawl (2019) Intrappolati nella Z

Uscito finalmente in home video a noleggio Crawl – il DVD e Blu-ray Paramount saranno in vendita da dicembre – ho finalmente visto il filmone col coccodrilone uscito in Italia il 12 agosto 2019 (fonte: FilmTV.it). E la domanda sorge spontanea: ma che roba è?

A parte rare eccezioni, per il blog ho visto e schedato tutti gli ZoZZodrilli in circolazione, ma un prodotto così fastidiosamente vuoto non l’avevo mai visto…

Lo sguardo vacuo e vuoto di Alexandre Aja

«Non hai visto Alta tensione?» così mi gridavano indignati anni fa, riferendosi non al celebre film di Mel Brooks ma al titolo del 2003 del nuovo grande maestro dell’horror, il parigino Alexandre Aja. Visto per curiosità, credo che quel film mi sia anche piaciuto, ma in realtà l’unico ricordo che mi è rimasto è che a un certo punto parte Newborn dei Muse: quello sì meritevole di essere ricordato.
Il remake delle colline occhiute mi sono rifiutato di vederlo mentre Riflessi di paura m’ha fatto scompisciare dal ridere, quando l’ho visto per confrontarlo con l’ottimo originale coreano. E anche lì da ricordare c’è solo l’eccezionale colonna sonora di Javier Navarrete, che rielabora il brano classico Asturias di Albéniz.
Diciamo che il cinema di Aja non mi piace, ma le sue scelte musicali sono da applauso.

Non ricordo alcuna musica di Piranha 3D (2010) ma credo di essere stato distratto dalle poppe.

Come mi sento a vedere i film di Aja

Se un ragazzetto in gamba come Sam Raimi accetta di mettere dei soldi in un film, mi sembra molto difficile sia una bojata. Infatti… è una ajata!
Quando Michael e Shawn Rasmussen, due sceneggiatori che hanno all’attivo The Ward (2010) di John Carpenter – che infatti non m’è piaciuto! – scrivono un filmaccio di ZoZZodrilli ti aspetti almeno una simpatica cialtronata. Invece… è di nuovo una ajata!

L’idea del film è sicuramente di quelle che oggi funzionano. Costi tenuti al minimo, si parla di 14 milioni di dollari di budget ma davvero mi sembrano esagerati, visto l’estremo risparmio in ogni aspetto della produzione; attori sconosciuti o poco noti così da tenere basso il loro stipendio; un’unica location nell’Est Europa e mostri fatti al computer. È il metodo Blum: spendi poco, tutto quello che entra è guadagno. E il metodo, come sempre, funziona: nel primo weekend di programmazione il film rientra delle spese, e si parla di un guadagno complessivo in patria di 90 milioni, cioè un enorme successo.
Sono contento per Raimi, che alza qualche dollaro, ma ciò che galleggia a pelo d’acqua nel cinema contemporaneo non è purtroppo un coccodrillo…

Papà, c’è un coccodrillo in cantina, possiamo tenerlo?

Haley (Kaya Scodelario) va a casa del padre e non lo trova: come faremmo tutti noi, si infila sotto la casa e fin nei più perduti meandri del centro della Terra, per cercarlo. Con una scena di agevoli quindici ore vediamo la protagonista addentrarsi in anfratti oscuri sotto la casa, a rotolarsi nel fango e nello sterco senza altro motivo se non far passare un quarto di film e risparmiare sugli effetti speciali. Dopo due o tre giorni passati a rotolarsi nella fanga – ma quanto è grande ’sta casa? – finalmente trova il padre, morso da un coccodrillo. Sbam! Sorpresona, c’è un coccodrillo sotto casa, a rotolarsi pure lui nel fango, pure lui senza alcun motivo per essere lì e pronto ad inseguire la protagonista. Ammazza che trama complessa, peccato la locandina già sveli tutto…

Uno sciocco potrebbe chiedersi cosa ci faccia lì un coccodrillo di quelle dimensioni, anzi: cosa ce ne facciano due. E perché sono aggressivi come nessun altro coccodrillo osservato in natura? Perché mordono, visto che i coccodrilli invece “centrifugano”? Ma appunto è sciocco farsi domande. I protagonisti trovano più che naturale ritrovarsi sotto casa un super-coccodrillo che si mangia le fondamenta, e dobbiamo farlo anche noi.
Comincia a piovere, e per il resto della storia la tipa deve sfuggire al coccodrillo. Fine del film. Ah, la casa si allaga, ma tranquilli: la protagonista è una provetta nuotatrice, in un risvolto di sceneggiatura così demente che devo stringere i denti e non pensare che davvero Raimi ha toccato il copione a mani nude…

Ma perché? Ma per come? Ma per quanto?

Sapevate che questi coccodrilli sono in grado di distruggere tutto ciò che incontrano ma non riescono a superare la plastichetta da due millimetri della doccia? Di mani in faccia in mani in faccia si dispiega un filmaccio fetente al cui confronto non solo la Asylum, ma una qualsiasi casupola bulgara come UFO o BUFO risulta Maestra del Cinema. Almeno loro hanno la decenza di spiegare perché lo ZoZZodrillo di turno si comporti in modi così strani – di solito c’è un’azienda che rilascia materiale tossico nell’acqua o l’animale si risveglia da un sonno di milioni di anni, insomma motivazioni plausibili! – qui invece si evita accuratamente ogni “momento Z” e addirittura si spaccia per verosimile una vergognosa buffonata, i cui momenti comici – o presunti tali – sono totalmente sbagliati. Non puoi presentare una cazzata come se fosse seria e poi strizzare l’occhio su un momento che secondo te è divertente. E che divertente non è.

Asylum, CineTelFilms, MarVista: salvateci voi!

La fotografia di Maxime Alexandre  è splendida, la Florida ricostruita in Serbia è perfetta, la regia di Aja è sicura, ma il film in sé è pura spazzatura che galleggia nel cinema devastato dall’Uragano Z. Siamo ad un punto in cui i film di serie A – ricordo che ’sta robaccia è distribuita in patria dalla Paramount. Ripeto: Para-fottuta-mount! E in Italia dalla Fox, maledizione – cercano di rincorrere la serie Z senza riuscirci, perché non sanno parlare la stessa lingua.

La serie Z, quella che non arriva in sala e spesso neanche in videoteca, non crea atmosfera: parte da un assunto cialtrone e ci gira un film intorno spendendo due mele o poco più, distribuendolo in ogni più sperduto angolo del mondo con una bella locandina, e guadagnando sulle migliaia di repliche assicurate da canali-differenziati come Cielo. La serie A non lo sa fare, non sa fare più niente, non sa distribuire, chiede troppo per i diritti televisivi e i suoi film vengono replicati pochissimo, cerca di creare atmosfera ma non è più capace, quindi il risultato è che con la Z ti fai due risate grasse, con la A c’è solo tanta tristezza che per fortuna viene dimenticata subito.

Sul tema “assedi animaleschi” consiglio Il branco (1977), Cujo (1983) e Shark 3D (2012), tutti infinitamente migliori di Crawl, pur essendo tutti prodotti di basso livello. Mi piacerebbe dire che anche Black Water (2007), con la sua famigliola assediata da un coccodrillone, sia migliore di questo Crawl… ma non esageriamo.

Se siete rimasti male per la mia stroncatura (quanto ho odiato ’sto film! Sam Raimi, mi hai diluso!), vi suggerisco le recensioni di Frammenti di Cinema e La Bara Volante.

L.

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34 risposte a Crawl (2019) Intrappolati nella Z

  1. Zio Portillo ha detto:

    Io sono ancora più scemo di loro perché non riesco a non farmi domande… O mi fai la vaccata potente dove è inutile farsi domande e la prendi per come viene (alla Sharknado giusto per citare il più famoso). Ma se vuoi fare il prodottino serio, due righe di dialogo per dare una qualche spiegazione me le vuoi mettere, o no?

    Se vi mancano le basi lasciate maneggiare la Z a chi ne è capace. Date i 15mln a qualche casupola bulgara e ti tira fuori 3 onesti lavori. Dei 3 magari uno anche bellino… Hai visto mai!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Per me sarebbe perfetto. Sono più che convinto che con un budget simile gli autori Z tirerebbero fuori la Sharkodissey: una saga epica in tre parti che cambierebbe per sempre il cinema 😀
      Scherzi a parte, il problema è simile alla politica italiana: chi detiene il potere farà di tutto perché nessun altro lo ottenga, e così facendo rovina anche se stesso. Le major hollywoodiane hanno fatto il bello e cattivo tempo per cent’anni, poi il cinema è morto – come è morta la politica, semmai è stata vita – e il meteorite che sta spazzando via i dinosauri del cinema ha fatto proliferare i piccoli insetti di serie Z, che si stanno prendendo il mondo dell’intrattenimento. Se vogliamo, con fare “populista”, visto che soddisfano i gusti peggiori del loro pubblico.
      Proprio come i vecchi politici cercano di riverginarsi parlando come i giovani, così le major stanno cercando di fare propri gli stili della Z, fallendo miseramente perché è un mondo che non appartiene loro. E’ come tirare fuori la versione station wagon della Ferrari… lascia stare, non è cosa.
      Mentre i grandi rettili e i piccoli insetti litigano, arrivano i piccoli mammiferi tipo Jason Blum, che con una formula semplice ma efficace unisce il meglio degli altri due regni e potrebbe seppellire tutti. Ma ovviamente non lo farà, perché nel momento esatto in cui farà raggiungerà il successo vero, diventerà un vecchio dinosauro – come un comico che cominci a prendere sul serio i propri parossismi – e tornerà a fallire, perché da piccolo mammifero inizierà a comportarsi da grande rettile. E’ il cerchio della vita… 😛

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  2. Austin Dove ha detto:

    Fai il cafone coatto altrove: secondo Tarantino è il miglior film del 2019!

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  3. Cassidy ha detto:

    Ormai ho imparato una cosa, Sam Raimi è un regista sopraffino anche quando dirige film su commissione, ma come produttore? Dai tempi dell’osceno “Boogeyman” so che un film prodotto da lui sarà robaccia, non cambia nulla della stima che provo nei suoi confronti, basta conoscerli i difetti 😉 Questo film è identico ai film di bestiacce che presenti su questa pagine ogni settimana, ma costa il triplo. Alle persone piace “Sharknado”? Ad Hollywood capiscono mostri grossi, ed ecco roba come questo, come “Shark il primo squalo”, film che confermano il fatto che il Zinefilo è l’unica pagina di cinema che ti dice davvero in che stato riserva il cinema americano odierno, galleggia e no, non è un coccodrillo 😉 Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Povero Sam, tanta creatività nel fare, tanto pessimo gusto nel produrre. Per carità, questo film ha incassato quindi alla fin fine ha ragione lui, visto che un produttore investe per guadagnare, mica per “fare arte”, però è chiaro che l’etichetta “prodotto da Sam Raimi” è ormai altamente squalificante…

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  4. Sam Simon ha detto:

    E c’è gente che ne ha pure parlato bene di questa zozzeria!

    In ogni caso, il remake di The Hills Have Eyes non è così pessimo. Inutile, naturalmente, visto che l’originale è intoccabile, ma meglio di quanto le premesse potessero far immaginare.

    E che delusione gli sceneggiatori di The Ward (che invece a me è piaciuto, ma con John Carpenter, come con James Cameron e una manciata di altri registi, non sono obiettivo!)…

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  5. Willy l'Orbo ha detto:

    Me lo sono procurato proprio oggi, non ancora visto; debbo dire che la tua recensione un po’ mi mette in guardia, non che mi aspettassi un capolavoro ma nemmeno tanto fastidio…lo vedrò e ti saprò ridire!
    Intanto ho visto i film che hai consigliato in fondo post e condivido pienamente i suggerimenti! 🙂

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Anche il peggior filmaccio con bestiacce ha comunque una storia, uno svolgimento, dei personaggi… Qui niente, c’è una tizia che fa cose incredibili in casa per sfuggire a un super-coccodrillo che non ha alcun motivo di comportarsi in quel modo…
      Curiosissimo di sapere poi che ne pensi 😉

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      • Celia ha detto:

        Secondo me il coccodrillone auto-motivato è una sottile metafora che sta per “neonato affamato ingurgita-cose”.
        La presenza tanto abbondante di acqua in casa sta a simboleggiare, secondo il primo Jung, pisciate a letto a non finire.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Guarda, un film così vuoto si presta perfettamente ad ogni tipo di interpretazione., possiamo anche vederlo come un liquido amniotico attraverso il quale la protagonista rinasce a nuova vita: vale tutto, in una sceneggiatura vuota .-D

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      • Giuseppe ha detto:

        Beh, ma il super-coccodrillo avrà certo avuto le sue personali motivazioni, solo che sapendo perfettamente quanto il pubblico fosse ostile agli spiegoni ha deciso di non tediarlo e tenersele per sé (“oggi mordo e non centrifugo? Ma saranno cazzi miei?”) 😛
        Ah, e riguardo a The Ward, dagliela un’altra possibilità 😉
        P.S. Ovviamente, da buon trekker fingerò di non aver letto che trovi Q noiosissimo… 😉

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        ahaha mi spiace, è davvero raro che un qualsiasi elemento di Next Generation mi risulti anche solo simpatico: sono un imperdonabile Kirkiano 😛

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  6. Gioacchino Di Maio ha detto:

    Un film davvero esagerato (forse volutamente ?) dove i nostri protagonisti si curano con lacci emostatici improvvisati e ossa rotte risistemate (nemmeno fosse Rambo) : al padre già ferito a una gamba poi gli viene tranciato un braccio ma continua a vivere. Poi la nostra eroina dopo vari morsi alle gambe, a una spalla e a infine a una mano mentre tenta di sparare nella bocca di un alligatore (come si fa a sparare allungando il braccio proprio nella bocca della bestia) , continua come se niente fosse a nuotare e arrampicarsi, trascinare il padre, per cercare un rifugio sicuro. Certi film di Z-Cielo sono più interessanti almeno sai cosa vedi e ti aspetti.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Lo sparo nella bocca del coccodrillo è palesemente un tentativo (maldestro e fastidioso) di rifarsi a “Sharknado”, ma c’è una differenza: quando in un film Asylum un personaggio viene mangiato e squarcia la pangia dello squalo con la motosega, uno scoppia a ridere; quando in un film prodotto da Sam Raimi vedi la stessa sospensione delle leggi della fisica e della logica, ti dà un fastidio tremendo.
      Visto che i coccodrilli sono famosi per rotolare su sé stessi appena addentano una preda, così da maciullarla, perché in questo film gli animali invece mordono e rimangono fermi come merluzzi?
      Il tentativo di imitare la Z ha portato solo ad un crollo più verticale delle altre lettere…

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  7. wwayne ha detto:

    Sono totalmente d’accordo, Shark 3D è molto migliore di Crawl – Intrappolati. Anche perché Shark 3D è l’originale, Crawl – Intrappolati è il suo doppione (l’idea di rinchiudere 2 bestie feroci in un luogo chiuso è ripresa pari pari).
    Comunque per me il momento più Z di Crawl – Intrappolati è quando verso la fine del film il padre e la figlia si ritrovano un coccodrillo che passa in mezzo a loro, e lui le dice: “Stai ferma, così lui ti scambia per un oggetto e non ti morde”. MA COME??? Sapevi fin dall’inizio un trucchetto per scampare alle fauci del coccodrillo, e lo riveli a tua figlia solo verso la fine del film? Le precedenti 10 volte in cui lei era stata attaccata dalla bestia questo consiglio non ti era venuto in mente? Cialtroneria portami via proprio…

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      ahahah voglio la puntata di SuperQuark in cui confermano questo sistema per sfuggire ai coccodrilli 😀
      Nel pezzo cito altri storici film con animali in posti chiusi, più che altro Crawl condivide con Shark 3D l’idea che un disastro ambientale porti in una situazione a noi familiare una bestia feroce che non gli appartiene, ma fra tutti i film è sicuramente il peggiore. O comunque se la batte con “Dark Water” (2007), che narra proprio di un assedio al coccodrillo.

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