Autunno, sculture d’aria…
Alberi scolpiti da sapienti mani d’aria: non più rigogliosi, non ancora spogli. Cambiano forme alle fronde, pieni di magia; la stessa che, invisibile, stacca una ad una le foglie e le fa danzare leggere, sino a posarle a terra con delicato rispetto. E’ la vita che nutrirà la vita. E i giorni volano sospinti come le foglie d’autunno, lievi e colorati…
Te ne accorgi quando li vedi stesi ai tuoi piedi, a creare un tappeto di dolci ricordi. Allora alzi il naso al cielo e cogli l’istante in cui qualche foglia compie la sua speciale danza. L’aria è fredda, pungente; le gote arrossate. Un cinguettìo lontano, l’odore di erba bagnata, funghi, castagne…
…E di malinconie
Autunno è per me momento di stupore, di riflessione. Il guizzo di colore prima del buio e del riposo. I pomeriggi col sole che ancora scalda, le sere umide di nebbia.
La malinconia che invade con dolcezza il cuore, che ha i suoi tempi e dei tempi dettati non se ne fa nulla.
E così torno a quando l’autunno era andare con mio papà e gli zii a raccogliere le castagne. Era l’essere avvolta dalla grande sciarpa della zia quando un brivido faceva tremare all’improvviso; era il suo profumo. Giocare a correre tra le foglie che scrocchiavano ai piedi dei grandi alberi, per poi rientrare a casa dei nonni a scaldarsi con del tè caldo, non importava che ora si fosse fatta. Una tazza di tè era sempre pronta a rinfrancare chiunque arrivasse.
Autunno era il profumo dell’intingolo ai funghi preparato dalla nonna, un sapore che mai scorderò e mai più ho assaggiato uguale.
Ora Autunno è
La tisana serale, le coccole coi bimbi sul divano, i calzini antiscivolo che coprono quegli stessi piedini che prima correvano nudi per casa. Il plaid, un buon libro e la borsa dell’acqua calda. Le trapunte sui letti, l’umidità che irrompe nei polmoni la mattina, mentre chiusi nei giubbotti si va al lavoro o si portano i bimbi a scuola. I miei figli che giocano tra le foglie.
Le giornate più corte, il buio che porta altre luci. La sensazione di “calore” ad ogni finestra accesa che accompagna il rientro a casa. L’immaginare qualcuno intento a preparare la cena, dietro a quei vetri che cominciano ad appannarsi. Ragazzi che ripetono lezioni, preparano zaini, si godono un bagno rilassante o si siedono a chiacchierare con genitori appena tornati dalle fatiche giornaliere. E’ quotidianità, rituale e benedetta.
Non c’è dolore, nell’Autunno. Tanta dolcezza che accarezza e trasporta qua e là, a passeggio per i viali alberati della memoria e tra i tempi e le stagioni del cuore. Nessuna foglia cade invano.