Apologia della serietà umana
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Apologia della serietà umana

In un contesto sociale (e tanto social) in cui l’effimero prende spesso il sopravvento, quanto la serietà viene considerata un pregio e quanto un difetto?

Non parlo della seriosità , che denota una serietà intransigente o ostentata, tipica degli uomini di una volta “tutti di un pezzo”, che troppo spesso ha creato fratture e ingiustizie.

Mi riferisco alla serietà, ossia quella caratteristica che hanno le persone che hanno piena consapevolezza degli obblighi assunti, dei propri doveri, che riconoscono le regole di contesto e la presenza degli altri nel contesto stesso.

Chi ha questa caratteristica, proprio perché ha le qualità sopra descritte, se oltre ad essere una persona seria è anche minimamente intelligente tende anche a notare difetti e possibili migliorie da apportare al sistema, tende a dire la sua proprio perché si è assunto una responsabilità e vuole essere certo di essere fedele non solo al ruolo assunto ma anche agli obblighi verso gli altri.

E qui avviene la trasformazione nel percepire la serietà non più una qualità ma un difetto, almeno da parte dei meno propensi ad ascoltare e a mettersi in discussione.

Un difetto soprattutto se questa qualità la assume non un dirigente ma un dipendente.

La persona che esercita la serietà non ha sempre ragione, può sbagliare come tutti, inoltre può generare extra effort preventivo rispetto al “lascia che sia” o “magari non se ne accorge nessuno”. Questo nei contesti lavorativi attuali, dove siamo sempre tutti di corsa e il tempo è un nostro nemico, non sempre è un bene certo. Ma qui sto parlando di principi generali, non è mia intenzione stilare un trattato dicotomico tra serietà ed efficienza. La serietà viene spesso vista come un eccesso di complessità e quindi un difetto, appunto.

Vuoi mettere quel/quella persona che sorride sempre, che sì è vero fa tanti errori e genera tanto lavoro per recuperare (extra effort riparatorio)… ma quanto è simpatico?

O chi fa dei documenti con una grafica stupenda? Che importa se non c’è contenuto consistente e mancano i dati a supporto, è figo! Se chiedono i dati li troviamo dopo (extra effort compensativo)

Sì perché la serietà di per sè non è simpatica e non è cool…  ma evita spesso figuracce.

Qualche giorno fa ho conosciuto un manager che è riuscito a dimostrare la propria serietà, con una giusta dose di simpatia. Diretto, schietto, con un ruolo definito e chiaro nel suo atteggiamento, pronto ad assumersi le proprie responsabilità; dietro un volto serio non ha negato sorrisi e qualche battuta.

Molto simile a quella che Leopardi chiamava la serietà umana, una virtù relativa che va armonizzata con il contesto e con le relazioni.

Arrivo, direte finalmente, al punto: la serietà non è di per sé un difetto. E’ un enorme pregio se armonizzata con l’empatia. Queste due qualità così rilevanti spesso sono dicotomiche per cui va dato un ordine di priorità, quanto meno aziendalmente parlando. Viene istintivo dare rilevanza all’empatia perché troppo spesso confusa con la leggerezza e la simpatia. Essere empatici non vuol dire essere per forza simpatici. Essere empatici vuol dire in realtà sapersi mettere nei panni dell’altro e una persona seria che esercita anche l’empatia è quanto ogni azienda dovrebbe desiderare per i propri dipendenti, esercitando essa stessa la serietà umana.

Luca Cisternino

Appassionato di informatica, internet e servizi digitali.

2mo

🙏

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Condivido ogni parola. Un abbraccio, Francesca

Silvia Simeone

Sales Director Sky italia

2mo

Grazie fra! Come sempre illuminante

Emanuele Landi

Senior Advisor Mktg&Sales | former Director of ad Sales & partnerships Fox & Disney| digital | AI for Business |mktg | advertising | tv | streaming

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Brava Fra!

antonella felicioni

Responsabile dell'Archivio Fotografico ed Iconografico della Cineteca Nazionale

2mo

È illuminante scoprire pensieri raffinati sulla serietà che necessariamente non coincide con la seriosita'. Condivido appieno le osservazioni e credo che spendersi per divulgare questi concetti sia quasi un dovere per invertire la tendenza di questa società effimera. In un' epoca in cui la regina dei nostri giorni è l'apparenza, essere seri, significa schierarsi su una sponda difficile che prevede principi, regole, sensibilità per obiettivi comuni. Il sorriso è un arma potente se dietro l'espressione c'è una volontà di trasmettere di comunicare valori per entrare in empatia e tutto ciò affermo che è in perfetta armonia con la serietà umana, lontano dalle false facciate. Grazie

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