Il 24 settembre 1863 l’ultimo struggente atto del Ducato di Modena

Il 24 settembre 1863 l’ultimo struggente atto del Ducato di Modena

Oggi centosessant’anni or sono, il 24 settembre 1863, una struggente cerimonia militare ebbe luogo nel giardino di Villa Morosini Cappello nell’attuale località di Cartigliano Veneto.

Essa sancì uno degli ultimi atti formali di esistenza e di resistenza ai soprusi degli Stati Estensi, violati nella loro integrità dal Regno di Sardegna e dall’Impero Francese.

Nel solco dei principi di autentica legittimazione e di una secolare tradizione che affondava le proprie radici nell’acquisizione di Modena da parte della nobile figura del marchese Obizzo II d’Este nel 1288, il Congresso di Vienna ne aveva rispettato la traiettoria storica.

Quel giorno le loro Sovrane Altezze Reali, Francesco V d’Austria-Este e Adelgonda di Baviera, rispettivamente Duca e Duchessa di Modena, Reggio, Mirandola, Massa, Carrara e Guastalla, Arciduchi d’Austria e Principi Reali di Boemia, accompagnati dagli “urrà” dei soldati, si congedarono per sempre da un fidato esercito che per ben 52 mesi, ineguagliato esempio di fedeltà nella storia moderna, aveva tenuto testa alle minacce e alle lusinghe che il Governo di Torino esercitò su di loro affinché svestissero le uniformi biancoblù dell’esercito estense e accettassero la situazione di fatto che aveva visto e che tuttora vede le terre ducali occupate dall’Italia, tanto in spregio al “diritto divino”, quanto ai patti terreni fra gli uomini, certificati dalla Pace di Zurigo del 10 novembre 1859 e dal precedente Armistizio di Villafranca dell’11 luglio.

Così come fece la stragrande maggioranza degli esponenti del Gabinetto Ducale, le Guardie Nobili e le Reali Ducali Truppe Estensi, molti seguirono il legittimo sovrano e l’aristocratica consorte in esilio in territorio austriaco, inizialmente a Verona e più tardi a Bolzano, offrendo al mondo un paradigma di lealtà e di abnegazione che ha realmente pochi eguali nell’antologia politica e istituzionale.

All'atto dello scioglimento, dei 2.722 effettivi ancora arruolati ben 1.111 (156 ufficiali, cioè tutti eccetto uno, e 955 militari di truppa) chiesero e ottennero di entrare a far parte dell'Imperial Regia Armata.

Il 5 ottobre 1863 il tenente maresciallo Luigi Pokorny di Fürstenschild, in una cerimonia ufficiale, li omaggiò con queste parole: “Quali soldati d'onore avete dato al mondo un raro esempio di forza d'animo, fedeltà ed attaccamento all'Augusto Vostro Sovrano. Il destino altrimenti dispose di quanto una tanta fedeltà, eternamente duratura nelle pagine della storia, avrebbe meritato. (…) Dall'Austria i guerrieri di tante nazioni salutandovi, vi chiamano i benvenuti. Io in loro nome vi stringo la mano, e vi consegno la vostra nuova bandiera, pur essa vessillo della legittimità e della religione, ed in cui pure risplende il glorioso stemma estense”.

I militari del Ducato ricevettero dalle tremolanti mani dei reali una medaglia commemorativa, recante la locuzione latina “Fidelitati et constantiae in adversis”: è quella “fedeltà e quella costanza nelle avversità” ancora vivida nel cuore di chi non li ha dimenticati e che la storia riconoscerà per sempre loro...

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