Jung e la "teoria degli archetipi"​: dalla filosofia al marketing.

Jung e la "teoria degli archetipi": dalla filosofia al marketing.

Quando lo psicologo svizzero Carl Gustav Jung nel 1934 ipotizzò la teoria degli archetipi, difficilmente avrebbe potuto immaginare che un centinaio di anni più tardi questo studio sulla "psicologia del profondo" potesse rappresentare elemento di supporto strategico al mondo dell'impresa. 

Alunno di Freud, Jung sviluppo la sua teoria partendo da un concetto fondamentale derivante dalla psicologia analitica: esistono nell’inconscio di tutti noi elementi universali e riconducibili a modelli identificabili. La parentela tra Jung e Platone risulta molto stretta, in quanto la funzione degli archetipi nella psicologia analitica di Jung è una diretta derivazione della concezione delle idee nella teoria della conoscenza di Platone, ma questa è tutta un’altra storia. 

Che cosa sono questi archetipi? Sono fondamentalmente portatori di caratteristiche universali in termini di bisogni, desideri, obiettivi, aspirazioni e paure. In filosofia, come in psicanalisi essi rappresentano forme preesistenti di pensiero, pattern riconoscibili al di là dei confini tra le culture.

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Il concetto di Jung dell’inconscio collettivo torna oggi utile nella ridefinizione dei nostri pubblici, grazie all’opera di Margaret Mark e Carol Pearson che, riprendendo i 12 archetipi Junghiani, hanno adattato questo modello alla strategia di marketing in un’ottica di costruzione della relazione.

Ma perché sono interessanti gli archetipi? Perché lavorano come attivatori delle emozioni collegate alle quattro fondamentali motivazioni dell’agire umano: stabilità, indipendenza, cambiamento e appartenenza.

Questo approccio ci consente di stabilire un percorso ideale per definire in modo efficace la buyer personas, attraverso un’attività che non prevede la semplice profilazione ma si realizza attraverso l’analisi dei significati profondi. Gli archetipi infatti vanno oltre gli aspetti esteriori (età, genere, reddito) e approfondiscono la sfera interiore dell’Io come rappresentazione. Un percorso che permette di ripensare la relazione andando a ricercare le vere aspettative del pubblico, connettendosi ad esso in modo più profondo e basato su valori davvero rilevanti. In questo modo l’archetipo ci aiuta ad uscire dal caos, raggiungendo le persone giuste nel modo più corretto e condividendo valori, tratti e motivazioni che sono intrinseci alla natura umana.

In questo esempio possiamo vedere come l'immaginario di Rolex sia chiaramente rappresentato dall'archetipo del Sovrano.

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Anche l’impresa ha bisogno di trovare un suo percorso di individuazione definendo il proprio archetipo. Questo supporta la relazione commerciale, facendo leva su emozioni e bisogni ancestrali, portandola da un piano di vendita ad un piano emotivo. Perché è sempre più evidente come le emozioni siano più potenti di qualsiasi argomentazione razionale e il ruolo fondamentale della marca non può essere diverso da quello di stimolare l’inconscio, il desiderio atavico presente nell’Io di ognuno di noi.

Riccardo Vimercati

General Manager, Senior Consultant. Manager partecipante Iniziativa per lo Sviluppo PMI / SME Development Project presso Sviluppo PMI

3 anni

Molto attuale

Mario Mason

Sole Administrator at Marisud Management & Consulting Srl

3 anni

Veramente interessante

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