Nuovo Medioevo o Nuovo Rinascimento?

Nuovo Medioevo o Nuovo Rinascimento?

Il #Covid19 sembra aver di colpo segnato una battuta d’arresto al paradigma sociale a cui ci stavamo in larga parte abituando.

Il tema, per assurdo, è concentrato nello stesso prefisso “co”.

Siamo passati in 10 giorni dall’esaltazione del #coworking#coliving#cosharing al #co-virus, che ne è l’esatta antitesi.

Abbiamo imparato che la lotta alla epidemia di un virus si gioca con logiche che sono del tutto opposte a quelle che hanno rappresentato il driver principale degli ultimi 20 anni: le città, i trasporti pubblici, lo sharing, gli incontri culturali, di intrattenimento sono divenuti improvvisamente pericolosi.

La definizione stessa di #SmartWorking è stata forse in parte riscritta: Smart significa da casa, da soli (ma anche con la propria famiglia), da remoto.

Tutti ci sentiamo di colpo distanti dai luoghi di produzione e vicini alle persone che abbiamo più care. Ognuno sta però anche nell' angoscia di ricevere da qualcun altro il "germe" della sofferenza e di trasmetterlo inconsapevolmente a chi ci è più vicino e vorremmo proteggere.

È un momento di negazione del valore della socialità dell’uomo, della sua compassione, perché beffardamente il virus richiede che ciascuno di noi giochi da solo la propria partita.

Viene in mente il passaggio dall’epoca romana in cui il Foro e i commerci erano il simbolo della Civitas, all’epoca medievale con i suoi castelli, l’autarchia e i ponti levatoi.

I nuovi barbari sono rappresentati da nemici nascosti che appaiono nelle forme di subdoli agenti patogeni o di incomprensibili mutamenti climatici.

Un medico-fisiatra che si avventasse in una diagnosi della situazione a livello globale potrebbe forse descrivere questi mali riconducendoli al genere delle malattie auto-immuni perché i sintomi sono effetto di una incomprensibile rivolta dei nostri stessi principi contro chi li ha concepiti ed elevati a mantra.

Viene da chiedersi se il 2020 sarà l’anno del ripensamento dell’impero globale e l'arrivo di un nuovo Medioevo, fatto di un mix inedito di chiusure (tra gli uomini) e di nuove aperture (verso la natura).

È successo tante volte nel corso della storia che a periodi centripeti di assembramento degli individui si alternassero periodi centrifughi.

In questo caso però c’è un dettaglio non irrilevante, un game changer assoluto: il web.

Le persone possono ora disperdersi senza farlo del tutto, possono anzi condividere ancora di più le conoscenze nel "server" globale della conoscenza, lavorare come monadi autonome, ma connesse in una rete.

Questa paventata pandemia a me sembra capace di dare l’ultima spallata al mondo "analogico" che abbiamo conosciuto sino ad oggi è riscrivere di colpo e per sempre le regole del gioco (non necessariamente in bene o in male, ma certamente in modo inedito).

Ecco alcuni facili esempi.

Incontrarsi di persona non sarà più lo standard delle relazioni economiche, preferendo tutti semplici ed economiche conference call all’idea di muoversi di persona con alti costi economici ed ambientali (con la conseguente riduzione del #Carbonfootprint). Se si può lavorare da remoto, si può finalmente anche vivere stabilmente in piacevoli luoghi remotamente collocati dai centri delle grandi città, evitando così di subirne gli alti costi di gestione ed i climi non sempre del tutto gradevoli (Londra, New York, Mosca..). Questo potrà ridurre il peso sulle città, calmierarne la crescita immobiliare e ridurne il traffico a favore di soluzioni magari in linea con moderne techfarm, sul modello degli opifici decentrati dell’800 o dei kolkhoz israeliani.

Se stare insieme è pericoloso la socialità si sposterà nel mondo virtuale come già succede in buona misura per i giochi online: i propri riferimenti sociali e culturali non devono necessariamente collocarsi nel raggio di 10 km dal nostro centro di interessi, ma possono trovarsi in modo “randomico” in qualsiasi luogo del pianeta terra.


Più in generale, come in tutti i periodi nei quali l’uomo è stato costretto a diffidare e ad allontanarsi dai propri simili per salvarsi (guerre, pestilenze, carestie) è probabile che l’uomo cerchi di trovare conforto presso l’unica, immutabile fonte generatrice: la #natura.

Al contrario di tutto ciò che è umano, frutto del genio creativo dell’individuo che si distacca dalla massa per lasciare il proprio segno (transeunte) sulla superficie del pianeta, la natura, è un flusso continuo di energia che non conosce fine ed inizio, e quindi non conosce consumo. Il suffisso bio, credo entrerà ancora di più nella nostra esistenza: nel cibo che mangiamo, nelle nostre abitudini di consumo e nei nostri modelli. Nutrirsi del proprio orto o del frutto di propri allevamenti animali, così come possedere più spazio e più tempo, rappresentano già il nuovo lusso a cui tutti sembrano aspirare.

Anche l’istruzione potrebbe cambiare radicalmente e, al posto di aule affollate e percorsi precostituiti, potremmo desiderare percorsi formativi “customizzati”, offerti direttamente a casa, scegliendo come su Netflix i nostri maestri e i contenuti come in un moderno”poke” in cui tutti possono formulare la propria ricetta a prescindere dal tempo, dallo spazio e, forse, anche dai costi (guardate ad esempio il successo di #Coursera).

Un po’ come nella nautica al modello consumistico della barca a motore che brucia ed inquina si preferisce l’eleganza della barca a vela sospinta dal vento, al modello di puro consumo del superattico a New York (o a Milano), potrebbe sostituirsi presto la casa nella campagna italiana purché munita del proprio adeguato fazzoletto di terra, capace di rendere "sostenibile" la presenza dell'uomo su quel territorio .

Questo assurdo tempo del Covid19 potrebbe in definitiva portarci a riscrivere i fondamenti della nostra società, allontanarci dall’ossessivo interrogare i nostri simili in continui e dispendiosi assembramenti (convegni, meeting aziendali, incontri di ogni foggia e colore) e ritrovare il senso dell’esistenza nella sua fonte primigenia: la natura.

Forse, come diceva Oscar Wilde, i piacere semplici sono proprio l'ultimo rifugio degli spiriti complessi!

Federica Busellato

Marketing manager presso ACS Data Systems SPA

4 anni

Molto molto intenso. Complimenti Carlo 👍

Marzio Longo

Shareholder at Greenberg Traurig, LLP

4 anni

Ciao Carlo, bellissime riflessioni!!

Ada Fiaschi

Data Protection Officer presso Gruppo Italia Trasporto Aereo S.p.A.

4 anni

Bella riflessione Carlo, bello leggerti! I piaceri semplici della natura consentono a ciascuno di noi di ritrovare il centro della propria esistenza. Eppure lasciami confessare che la nostra imperfetta umanità, il calore di un abbraccio o di una stretta di mano per me hanno ancora un valore. Giusto adottare tutte le cautele ma rinunciare e’ un sacrificio: il virtuale non e’ a mio avviso equivalente.

Marzia Biasi

Psicoterapeuta presso Servizio S.A.P. - Dynamic Psychotherapy Service

4 anni

Una riflessione profonda ed accurata che rispecchia una realtà attuale molto difficile da cogliere nella sua profondità! Molto interessante Carlo!

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