Prigionieri della scelta: come prendi una decisione?

Prigionieri della scelta: come prendi una decisione?

Se scegli una cosa, spesso rinunci ad un’altra. Ci troviamo spesso a prendere delle decisioni. 

In passato per prendere le decisioni facevo il più possibile raccolta di informazioni e dati, valutavo i pro e i contro di almeno tre scelte e poi decidevo. Cercavo di restare focalizzata solo sui dati, sui numeri, sulla parte razionale e non considerare le mie emozioni, sensazioni. Poi con il tempo ho cominciato a considerare anche questi ultimi due elementi. 

L’altra sera mentre leggevo il libro di Umberto Galimberti - Perché? 100 storie di filosofi per ragazzi curiosi - mi sono soffermata sulla storia del dilemma della scelta di Søren Kierkegaard e ho pensato a quanto, negli ultimi anni, il mio processo decisionale sia cambiato grazie alla scuola di coaching che ho frequentato.

Cosa racconta la storia che mi ha fatto riflettere?

“Durante una gita in montagna, ti può capitare di percorrere un sentiero e trovarti ad un certo punto davanti ad un cartello con più indicazioni. Per la cima del monte si va di qua! per il lago a valle si va di là! Cosa scegli? quale strada prendi?

Nell’incertezza a volte dici: “lancio una monetina! Se esce testa prendo il sentiero che porta al lago, se esce croce quello che porta in cima alla montagna”.

A Kierkegaard la questione della scelta stava molto a cuore. Lui diceva che siamo liberi di scegliere, ma anche prigionieri

Questa frase mi ha colpito tanto! Effettivamente lo scegliere può essere drammatico e doloroso, può spaesarci, renderci soli e allontanarci ed avviare anche un conflitto interno. Conflitto con i valori ad esempio, quando si tratta di prendere decisioni lavorative difficili ma necessarie per il business.

Di fatto ogni volta che dobbiamo prendere una scelta ci troviamo in un momento critico: la scelta impatta sul nostro futuro.

In quali trappole ci troviamo nel processo di scelta?

Il processo solitamente inizia con la ricerca delle diverse opportunità: si raccolgono informazioni in modo “profondo” cercando di sviscerare il più possibile l’opzione per coglierne tutti i pro e i contro.

A volte si va anche oltre, e si continua la ricerca come se il processo non avesse una data di scadenza, rischiando di non decidere e/o far decidere ad altri in alcune situazioni. Capita anche che nel processo decisionale abbiamo raccolto così tante informazioni e dati che ci blocchiamo e non sappiamo cosa fare! Più conoscenza abbiamo, più si complica la scelta, più diventa un mondo complesso.

Sembrerà strano, ma in effetti avere tante possibilità, se da un lato ci permette di fare tutto ciò che vogliamo, dall’altro ci disorienta. Stessa cosa quando abbiamo tante opzioni di scelta. Quante più scelte abbiamo a disposizione, tanto più è difficile scegliere.

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Come quando si va in gelateria e ci sono tanti gusti, hai l’imbarazzo della scelta e ti blocchi per sceglierne tre o quattro. Alla fine cosa succede? Si scelgono quasi sempre gli stessi gusti abituali (per lo meno è quello che succede a me!).

Esistono delle situazioni in cui scegliere è un po’ più complesso rispetto al previsto, e così succede di rimandare la scelta. Cominciamo a pensare a cosa va bene, non va bene, è preferibile, è conveniente, quali sono i punti di forza e debolezza, stiliamo anche una sorta di graduatoria. Più raccogliamo informazioni, più stiliamo lunghe liste, più ci pensiamo...più di fatto stiamo decidendo di non decidere, che comunque vuol dire decidere.

Ci sono anche situazioni che, per non prendere una decisione, si delega qualcun altro. Accade in famiglia e anche al lavoro, quando un referente, per non decidere, delega ad un proprio collaboratore la scelta.

Nel fare una scelta, oltre a valutare le opzioni, devo considerare anche con chi interagisco: potrei scegliere di fare qualcosa che potrebbe avere anche degli effetti collaterali non piacevoli. 

Significa esporsi anche al fatto che qualcuno sia scontento della nostra decisione, e più si hanno responsabilità e più la complessità aumenta.  Mi vengono in mente alcune situazioni in ufficio, in cui certe decisioni hanno destabilizzato alcuni colleghi.

Nel processo decisionale, inoltre, ci sono anche le interazioni personali che possono rappresentare una complessità o una risorsa. Non possiamo dimenticarcene. 

Riassumendo potremmo trovarci in uno di questi tre casi che possono verificarsi quando dobbiamo prendere una decisione importante:

  • ci blocchiamo
  • deleghiamo la scelta ad un’altra persona
  • fuggiamo dalla scelta, e di conseguenza stiamo decidendo di non scegliere.

Come prosegue la storia?

Galimberti nella storia ci dice: “A un certo punto però devi fare la tua scelta, e sai una cosa? Le scelte che fai ti fanno capire tanto su di te: quello che ti piace e quello che non ti piace, quello che per te è giusto e quello che invece trovi ingiusto. Scegliendo decidi che vuoi essere in un modo e non in un altro. Non averne paura e ricorda: non puoi evitare di scegliere, perché anche non scegliere è una scelta”.

“Chi non decide è come una nave che non sceglie se virare a destra o sinistra, ma la nave continua comunque ad andare avanti, e se non viene decisa nessuna direzione finirà per schiantarsi contro gli scogli” - Kierkegaard

Cosa vuol dire decidere?

L'etimologia della parola decidere è da ricondursi al latino decīdĕre, dall'unione del prefisso de- = da con il verbo caedĕre = tagliare.

Quindi, letteralmente, decidere significa tagliare da, tagliar via, dare un taglio, definire.


Quale sentiero decidi di prendere? Verso il lago o verso la montagna?

Se valuto la montagna: non ho mai camminato tanto in salita e in discesa, le mie energie sono ridotte in questo momento, non c’è modo che arrivino i soccorsi se mi faccio male, potrei mettere in difficoltà non solo me stessa ma anche il gruppo di persone che sono con me.

Se valuto il percorso verso il lago: è un percorso in pianura, ci impiego circa un’ora, passo per i due paesi dove mi posso fermare per una pausa.

La decisione che prendo è: il lago. L’obiettivo montagna resta e così decido di allenarmi dal giorno successivo per affrontare un nuovo percorso con più preparazione.

"L’uomo non può prendere due sentieri alla volta” – Proverbio africano
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Quali domande possono supportarti nella scelta?

Nel processo di valutazione delle opzioni considerate, rispetto a prima, oggi cerco di valutare gli effetti di quello che potrebbero portare le diverse scelte che partecipano alla decisione, oltre ad ascoltare le mie emozioni che rientrano a far parte del processo stesso. Mi pongo delle domande che possano supportare nel decision making. Ad esempio:

  • Sono capace di gestire i problemi e le situazioni che potrebbero crearsi?
  • Cosa posso apprendere dalla situazione A e dalla B?
  • Quale vantaggio economico mi porta la situazione A? e quella B?

Nel rispondere alla prima domanda cerco in qualche modo di interagire con i diversi scenari e, se ci sono situazioni che a mio avviso non sono capace di gestire, allora dovrò cominciare sin da subito a lavorare su quelle aree.

Nel rispondere alla seconda domanda cerco di immaginarmi i due scenari e cosa posso imparare nelle diverse situazioni.

Nel rispondere alla terza domanda valuto gli aspetti economici e i vantaggi che posso trarne.

Possiamo scegliere in prima istanza la strada del lago, per poi allenarci per la montagna e intraprendere questo nuovo percorso.

Le domande, quelle giuste, ci aiutano nella scelta, ma la decisione finale può essere  innescata anche da un “click” che si accende in un momento preciso, supportato in sottofondo dal processo stesso. 

Daniele Zella

BUSINESS PARTNER presso COSTA CROCIERE SPA

3 anni

Ho dovuto decidere se lasciare un commento, oppure no. Alla fine ho preso una via che era quella che in quel momento ritenevo più efficace. Grazie di aver condiviso. E buone decisioni

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