Sant'Ilario d'Enza

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Sant'Ilario d'Enza
comune
Sant'Ilario d'Enza – Bandiera
Sant'Ilario d'Enza – Veduta
Sant'Ilario d'Enza – Veduta
Via Roma
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Reggio Emilia
Amministrazione
SindacoCarlo Perucchetti (lista civica di centro-sinistra) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate44°45′06.89″N 10°28′17.15″E / 44.751914°N 10.47143°E44.751914; 10.47143 (Sant'Ilario d'Enza)
Altitudine59 m s.l.m.
Superficie20,23 km²
Abitanti11 382[1] (31-1-2024)
Densità562,63 ab./km²
FrazioniBettolino, Ca Bianca, Calerno, Cantone, Case Paterlini, Case Zinani, Castellana, Chiavicone, Falconara, Gallo, Gazzaro, Ghiaia, Partitore, Rampa d'Enza (Rampata), San Rocco
Comuni confinantiCampegine, Gattatico, Montecchio Emilia, Montechiarugolo (PR), Parma (PR), Reggio Emilia
Altre informazioni
Cod. postale42049
Prefisso0522
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT035039
Cod. catastaleI342
TargaRE
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 531 GG[3]
Nome abitantisantilariesi
Patronosant'Eulalia di Mérida
Giorno festivo10 dicembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Sant'Ilario d'Enza
Sant'Ilario d'Enza
Sant'Ilario d'Enza – Mappa
Sant'Ilario d'Enza – Mappa
Posizione del comune di Sant'Ilario d'Enza nella provincia di Reggio Emilia
Sito istituzionale

Sant'Ilario d'Enza (Sant'Ilâri in dialetto reggiano e parmigiano) è un comune italiano di 11 382 abitanti della provincia di Reggio Emilia in Emilia-Romagna.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Sant'Ilario d'Enza sorge sulla via Emilia, a 17 km a nord-ovest di Reggio Emilia e a 14 km a sud-est di Parma. Il torrente Enza, che dà il nome al paese, scorre a due chilometri ad ovest. Il territorio comunale, oltre che dal capoluogo è formato dalle frazioni di Bettolino, Ca Bianca, Calerno, Cantone, Case Paterlini, Case Zinani, Castellana, Chiavicone, Falconara, Gallo, Gazzaro, Ghiaia, Partitore, Rampa d'Enza (Rampata), San Rocco per un totale di 20 chilometri quadrati. Sant'Ilario d'Enza confina a nord con Gattatico e Campegine, ad est con Reggio Emilia, a sud con Montecchio Emilia e ad ovest con Parma.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Sant'Ilario d'Enza era anticamente chiamata Sant'Eulalia, che è il titolo della chiesa parrocchiale; il nome si tramutò in Sant'Ilario, probabilmente per la presenza dell'Hospitale S.Hilarii, luogo di riposo e ristoro per i pellegrini che percorrevano l'antica Via Emilia. Il nome Sant'Ilario compare per la prima volta in un documento ufficiale nel 1714, anche se si ritrova già nella "Chronica" di Parma di fra' Salimbene nel 1233.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Nel periodo dell'Impero il luogo dove sorge ora Sant'Ilario d'Enza era con buona probabilità un borgo della città di Tannetum. Ciò è suffragato dalla presenza di numerose tombe romane, scoperte specialmente nella seconda metà del diciannovesimo secolo. Con la caduta dell'Impero Romano nella zona si stabilirono popolazioni di origine barbara, come testimonia la lapide sepolcrale riutiizzata per la Tomba di Mavarta (databile tra il 487 e il 510 d.C.), scritta in caratteri barbarici. Successivamente fu la volta delle popolazioni di origine longobarda, come testimoniato da diversi reperti archeologici rinvenuti nel territorio santilariese. Quindi si insediarono popolazioni franche (VIII – IX secolo) e ungare (X secolo). In periodo carolingio (774-814) la pieve di Sant'Eulalia era sicuramente posta sotto la Diocesi di Parma insieme a Campegine, Gaida, Calerno, parte di Cavriago, Bibbiano e Barco. Cessato il periodo ungarico la popolazione era ritornata a un'attività più costante, ma è nei secoli XI, XII e XIII che la via Emilia vede aumentare i traffici ed è in questo periodo che vengono costruiti diversi “hospitali”, tra i quali quello che diede il nome a Sant'Ilario. In quegli anni Sant'Eulalia appartenne prima al contado, poi al Ducato di Parma ed era un comunello dipendente dalla giurisdizione di Montecchio. Dal 1349 al 1403 Montecchio e le sue ville furono concesse dai Visconti al capitano di ventura Alberico da Barbiano; nel 1404 Montecchio e i suoi territori vennero ceduti ad Ottobuono de' Terzi. Alla sua morte i domini passarono sotto la signoria degli Estensi, poi Sant'Eulalia tornò al Ducato di Parma e solo nel 1428 passò definitivamente agli Estensi e precisamente come parte del Marchesato di Montecchio.

L'era napoleonica[modifica | modifica wikitesto]

Il dominio estense, seppur con alterne vicende, permase fino al 1796, cioè fino all'adesione alla Repubblica Reggiana di Sant'Ilario e Calerno, che si staccarono da Montecchio costituendosi in libero comune. Di conseguenza nel 1797 Sant'Ilario era parte del Dipartimento del Crostolo della Repubblica Cispadana. Al Comune di Sant'Ilario erano annesse le frazioni di Calerno e Gaida. Il periodo successivo fu ancora una volta convulso a causa delle guerre napoleoniche, vi fu un breve ritorno degli estensi ed infine con la creazione nel 1800 della Repubblica Italiana da parte di Napoleone, poi trasformatasi nel 1805 in Regno d'Italia. Nel Regno d'Italia napoleonico Sant'Ilario era comune autonomo. Nel 1814 il Comune comprendeva Sant'Ilario, Calerno, Gaida, Taneto e Martorano. Nel 1815 con la restaurazione tornarono gli Estensi ma Sant'Ilario rimase comune autonomo sino al 1º gennaio 1828, quando in seguito ad una riorganizzazione amministrativa fu riunito a Montecchio.

L'Unità d'Italia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1859 la vittoria dei franco-piemontesi a Magenta mise definitivamente termine al dominio estense e vi fu l'adesione al Regno di Sardegna, infine, con decorrenza dal 1º gennaio 1860 il dittatore Farini elevò Sant'Ilario a comune autonomo unendovi la villa di Calerno. Il 23 marzo 1860 si riunì per la prima volta il Consiglio comunale di Sant'Ilario presieduto dal Sindaco Andrea Gasparotti. Il Comune di Sant'Ilario assunse al denominazione attuale nel 1862 quando, su richiesta del Governatore dell'Emilia, il Consiglio comunale deliberò di unire alla denominazione Sant'Ilario la specificazione "d'Enza", attraverso la quale il luogo poteva essere immediatamente individuato e distinto dagli omonimi.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Il gonfalone e lo stemma[modifica | modifica wikitesto]

Il primo stemma del Comune fu adottato il 18 aprile 1860 dalla giunta comunale scegliendo "l'antico stemma raffigurato secondo un timbro conservato". Ma lo stemma comunale con il trascorrere degli anni assunse fogge differenti, l'unico comune denominatore fu la presenza di due putti. L'attuale stemma del Comune e il relativo gonfalone sono stati adottati dal Consiglio comunale con deliberazione nº 6 del 30 gennaio 1992 ed ufficialmente concessi con decreto del Presidente della Repubblica 14 aprile 1992. Lo stemma, che è riportato nell'intestazione del sito internet del comune, è così ufficialmente descritto:

«d'azzurro, ai due putti ignudi, di carnagione, capelluti di nero, allumati di azzurro, con la faccia in maestà e i corpi leggermente volti verso il centro; il putto posto a destra sostenente con la mano destra, il putto posto a sinistra sostenente con la mano sinistra, la rotella d'argento, caricata dal motto, in lettere maiuscole di nero, W L'ITALIA, in due righe, essi putti sostenuti dalla campagna diminuita d'oro. Ornamenti esteriori da comune.»

Il gonfalone è così ufficialmente descritto:

«drappo di giallo riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto giallo, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati di argento.»

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[6]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2017 i cittadini stranieri residenti nel comune erano 1 158, pari al 10,3% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:[7]

Religione[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Sant'Ilario d'Enza appartiene alla diocesi di Reggio Emilia-Guastalla e comprende due parrocchie.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Scuole[modifica | modifica wikitesto]

Sant'Ilario d'Enza è sede di Istituto comprensivo che comprende: tre scuole primarie e una secondaria. [8] Vi è inoltre un liceo scientifico paritario.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

La Stazione ferroviaria di Sant'Ilario d'Enza.

Sant'Ilario d'Enza è interessato dalla strada statale 9 Via Emilia.

Il comune è servito dall'omonima stazione ferroviaria posta sulla linea Milano-Bologna.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
8 giugno 1970 15 maggio 1978 William Colli Partito Comunista Italiano (1970-1991) Sindaco [9]
15 maggio 1978 26 giugno 1985 Mauro Poletti Partito Comunista Italiano (1978-1991) Sindaco [9]
26 giugno 1985 28 settembre 1992 Flavio Ferrari Partito Comunista Italiano (1985-1991)
Partito Democratico della Sinistra (1991-1992)
Sindaco [9]
28 settembre 1992 14 giugno 1999 Nando Bertolini Partito Democratico della Sinistra Sindaco [9]
14 giugno 1999 8 giugno 2009 Sveno Ferri Democratici di Sinistra (1999-2007)
Partito Democratico (2007-2009)
Sindaco [9]
8 giugno 2009 27 maggio 2019 Marcello Moretti Partito Democratico Sindaco [9]
27 maggio 2019 in carica Carlo Perucchetti lista civica Sant'Ilario futura
sostenuta dal Partito Democratico
Sindaco [9]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Hanno sede nel comune 2 società di calcio, lo Sporting Club S.Ilario, fondato nel 1965 e il Football Club 70 fondato nel 1970 Nella frazione di Calerno si trova la Virtus Calerno, attualmente milita in Prima Categoria. La società S.BV si occupa di pallacanestro e pallavolo.[10] Vi è inoltre la squadra di pallavolo Volley Calerno.[11] e la Scuola di Karatè Shotokan guidata dal Maestro Marco Chiminazzo dal 1990

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Sito della chiesa
  5. ^ Sito della chiesa
  6. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  7. ^ Bilancio demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2017 per sesso e cittadinanza, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 12 luglio 2018.
  8. ^ IC Sant'Ilario d'Enza, su icsantilariodenza.gov.it. URL consultato l'8 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2016).
  9. ^ a b c d e f g http://amministratori.interno.it/
  10. ^ Sito S.BV
  11. ^ Sito Società

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lina Violi, Sant'Ilario d'Enza dal Medioevo all'unita d'Italia: storia e cronaca, Sant'Ilario d'Enza, Comune, 1996.
  • Alfredo Gianolio, Sant'Ilario d'Enza dall'Unita d'Italia alla Liberazione: storia e cronaca, Sant'Ilario d'Enza, Comune, 1998.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN248179768 · WorldCat Identities (ENviaf-248179768
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