L’Ascensione del Signore

Quaranta giorni dopo la sua Risurrezione, il Signore è salito in Cielo. Il tema di questa festa sembra fatto apposta per contraddire la mentalità puramente “orizzontale” del mondo, indaffarato con i soliti problemi sociali, economici, politici, ambientali, sportivi, goderecci, e le sue solite paure e angosce, le sue tensioni e i suoi piani perché l’uomo crede di risolvere tutto. Mentalità che è entrata alla grande nella Chiesa, in tanti dei suoi pastori e responsabili.
No. Non basta, non è tutto, non sono queste cose quelle veramente importanti, quelle che portano alla vera Felicità. C’è la dimensione “verticale”: “a che serve all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde se stesso?” E quale perdita! Perdere Dio! Per sempre, eternamente!

L’Ascensione del Signore ci parla del Cielo come la nostra meta, come la nostra finalità. E che ne facciamo della terra? È di estrema importanza comprendere il senso della vita, lo scopo di ogni cosa che forma parte della vita sulla terra. E per prima cosa: se questa vita sulla terra fosse tutto, sarebbe una crudele presa in giro, una disperazione: così è per tanti che non vedono oltre…
Già, la finalità della vita terrena dovrebbe essere la Vita eterna. Tutto in noi anela la felicità, questo è ciò che in fondo ci muove in ogni cosa. Ma poi le cose ci promettono una certa felicità e poi ci lasciano a bocca asciutta. Qual è la finalità di ogni cosa? Qual è la finalità che noi mettiamo in ogni cosa, in quello che facciamo? Qual è la finalità che Dio ha stabilito?

…Una bella macchina: quale sarà stato lo scopo di chi l’ha fabbricata? O di chi l’ha venduta? O di chi l’ha comprata…? Queste varie finalità hanno qualcosa a che fare con la Vita eterna?… Oppure il mangiare. Oppure l’andare dal medico. Oppure l’andare ogni mattina al lavoro. Eccetera, eccetera: tutto. “Perché faccio questo?” –dobbiamo sempre chiederci, in ogni cosa. “E poi?”. E così, tutte le cose si collocano nella direzione giusta o in quella sbagliata. Verso il Cielo o invece verso la terra. O per meglio dire: verso Dio, o invece verso il proprio io. “Perché faccio questo?”, o meglio: “Per chi lo faccio?”… Allora la terra è antagonista del Cielo, è sua nemica? Se così fosse, Dio, che ci ha fatto venire all’esistenza sulla terra, ci avrebbe messo in una trappola?

Ascoltate la Sua testimonianza.
“In principio Dio creò il Cielo e la terra”, così dice la Scrittura. I due luoghi o spazi dove la Sua creatura, l’uomo, doveva vivere felice. Prima la terra, di passaggio, come luogo di prova o di preparazione; il Cielo, poi, la dimora definitiva, la Felicità senza limiti. Perché “l’uomo viene da Dio e deve ritornare a Dio”.
In principio il Cielo e la terra erano uniti: tanto è vero, che fino a quando l’uomo, Adamo, fu innocente e la sua volontà era unita alla Volontà di Dio, Dio viveva sulla terra con lui, in lui. Ma quando l’uomo peccò separando la sua volontà da Quella di Dio, il Cielo si allontanò dalla terra e la terra restò in lutto, da paradiso terrestre diventò una valle di lacrime. L’uomo non poteva più entrare fino a quando il Signore stesso non lo avesse riaperto mediante la Redenzione.

Ma prima il Signore, incarnandosi, unì la sua Divinità e la sua Umanità, quindi unì il Cielo e la terra in Se stesso. Ecco perché quando salì in Cielo nella sua Ascensione, trovò modo di restare allo stesso tempo con noi sulla terra: “Io sarò con voi tutti i giorni, fino a la consumazione dei secoli”. Ed è rimasto per preparare la sua Chiesa, il suo Corpo Mistico, noi, alla nostra Ascensione, al nostro ritorno –anima e corpo– al Padre, alla “Casa del Padre”.
Ma come fare la nostra Ascensione? Cosa avrà voluto indicare il Signore con questo modo strano di ritornare al Padre, vincendo la forza della gravità? Perché avrebbe potuto andarsene, per esempio, uscendo dalla porta del Cenacolo o in altri modi… Per salire in Cielo non servono gli aerei o le navi spaziali. Basta pensare ad una mongol-fiera: vince la gravità perché l’aria al suo interno è calda e più leggera di quella esterna; e poi si libera dalla zavorra. Così noi, dobbiamo accendere il fuoco dell’Amore e del desiderio nel nostro cuore e liberarci dalle cose inutili di terra. “Più di terra si lascia, e più di Cielo si prende”.

Non s’improvvisa l’Ascensione. Come prepararla? Come chi deve traslocare ad una casa nuova, che prima manda le sue cose davanti a sé (e magari ogni tanto va a dare un’occhiata), e quando ha terminato il trasloco, allora ci va di persona. Così noi: dobbiamo inviare tutte le nostre cose in Cielo, convertite in amore, perché solo così entrano in Cielo.
“L’uomo viene da Dio e deve ritornare a Dio”, e così tutte le nostre cose sono Amore uscito da Dio, e a Lui devono ritornare come risposta di amore nostro.
Giorni fa ho celebrato il funerale di una anziana di 102 anni. Ho pensato: quanti giorni sono 102 anni? Facciamo il conto: 102 x 365 giorni, più i bisestili, ogni 4 anni. Ma poi il pensiero insiste: quante ore in una vita di 102 anni? E quanti minuti? E quanti secondi?
Sono il tempo della terra, con valore di eternità. Quanti pensieri in una vita? Quanti battiti del cuore? E quanti respiri? E quante parole?… Eccetera. E ognuno di essi è un atto di Amore di Dio. Amore che per giustizia vuole risposta d’amore, sia pure come quello dello specchietto che dice al sole “ti amo”.

Ogni istante, ogni cosa è Amore di Dio in forma di… luce per vedere, di cibo per nutrirci, di acqua che ci disseta, di terra che ci sorregge…, Amore di Dio in forma di vento, in forma di sole, in forma di gatto o in forma di vicino di casa o di quella persona che incontriamo… Amore che ci porta un messaggio speciale da parte di Dio, che ci sollecita, che ci chiede di ricambiarlo… Ecco il vero senso della vita terrena!
La terra si deve preparare allo sposalizio con il Cielo. Intanto, il Cielo viene spesso a fare le sue visitine alla terra (…penso per esempio alle apparizioni mariane). La Madonna viene soprattutto a preparare la Chiesa al ritorno glorioso del Signore, all’incontro definitivo con lo Sposo, al Banchetto delle Nozze dell’Agnello.

E quei 40 giorni che Gesù Risorto è rimasto sulla terra, apparendo qua e là ai suoi discepoli e trattenendosi con loro, sono stati il segno del tempo storico in cui si deve realizzare il suo Regno, la sua Volontà come vita nostra, “come in Cielo, così in terra”. Sarà la perfetta riunione della terra purificata e trasformata, divinizzata, con il Cielo. “Nuovi cieli e nuova terra, in cui avrà perpetua dimora la Giustizia” (2a Pietro, 3,13).

L’Ascensione del Signore non finisce semplicemente in Cielo, ma attende la sua Venuta gloriosa per unire a Sé la sua Sposa, alla quale prima sarà data “una veste di lino puro, splendente”, che consiste –dice il libro dell’Apocalisse– nelle opere perfette dei Santi. E solo allora terminerà la storia, con la risurrezione dei corpi, la glorificazione e trasformazione dei corpi dei Santi e la loro personale ascensione in Cielo, dove li attendono Gesù e Maria con i loro Corpi gloriosi.
Insomma, nella festa dell’Ascensione del Signore, credo ci convenga “gettare il nostro cuore” oltre il muro che separa l’al di qua dall’aldilà, perché prenda possesso del nostro posto in Cielo fin da adesso, e il Signore lo prenda come suo e al posto di esso ci dia il Suo.


Appunti per una Fede chiara in tempi di confusione

(5 parte: Il seguito dell’Incarnazione)

“Animati da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che Colui che ha risuscitato il Signore Gesù risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a Lui insieme con voi.” (2a Cor 4,13-14)

Dio mio: Amore Tu sei – Amore Tu dai – Amore mi fai
Amore io sono – Amore io dono

D. Pablo Martín Sanguiao

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