LA TEORIA DEI CORSI E DEI RICORSI

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Il noto filosofo napoletano Giambattista Vico1, vissuto a cavallo fra il XVII e il XVIII secolo, elaborò una teoria sulla storia umana assai singolare.
Egli era convinto che la storia fosse caratterizzata dal continuo e incessante ripetersi di tre cicli distinti: l’età primitiva e divina, l’età poetica ed eroica, l’età civile e veramente umana. Il continuo ripetersi di questi cicli non avveniva per caso ma era predeterminato e regolamentato, se così si può dire, dalla provvidenza. Questa formulazione di pensiero è comunemente nota come “teoria dei corsi e dei ricorsi storici”. In parole povere, tanto per non essere troppo criptici, il Vico sosteneva che alcuni accadimenti si ripetevano con le medesime modalità, anche a distanza di tanto tempo; e ciò avveniva non per puro caso ma in base ad un preciso disegno stilato della divina provvidenza.”

Da sempre nella storia abbiamo assistito a situazioni che ci hanno ricordato precedenti periodi storici, seppur in forme diverse, con strumenti diversi adeguati al periodo attuale, ci siamo ritrovati di fronte a manifestazioni e situazioni politiche, economiche, culturali che ci ricordavano come un ciclo si stesse per concludere e il nuovo stesse per giungere.
Ad oggi stiamo assistendo a situazioni, tumulti, reazioni da parte del “popolo” mondiale di fronte ad un periodo che ha “tirato troppo la corda” per molte “categorie” di persone.
L’oppressione e la mancanza di ciò che è da considerarsi basilare per il semplice vivere dell’essere umano, la mancanza e il calpestio di valori come il rispetto dell’altro, i diritti umani, la libertà d’espressione, la ricerca della verità, il bisogno del non percepire più il vivere come un sopravvivere, ha condotto sempre più gli esseri ad una sensazione frustrante di oppressione a tutti i livelli e al bisogno di reagire.
Credo che se dovessimo considerare la teoria di Giambattista Vico, il ciclo che si sta concludendo è quello dell’età poetica ed eroica.
Egli denominava i tre cicli Divino, Eroico e Umano.
Nello stadio Divino sosteneva che la società fosse dominata dai sensi e dall’immaginazione.
Nello stadio Eroico che la società fosse dominata dagli “aristoi” cioè aristocrazia dei più forti.
Il terzo stadio, quello Umano, era considerato da Giambattista Vico il più evoluto, in cui la società sarebbe stata dominata dalla ragione con conseguente uguaglianza tra gli uomini, periodo in cui si sarebbero potuti trovare due tipi di governo: o la monarchia assoluta o la democrazia.

Ecco io credo che in questo momento tutto ciò che si sta muovendo sul pianeta in questo periodo possa essere il sintomo della fine del periodo caratterizzato dal potere detenuto dall’aristocrazia dei più forti.
Ciò che in cuor mio mi auguro è che ciò che ne conseguirà possa essere qualcosa di maggiormente simile alla democrazia che non ad una monarchia assoluta.
Ciò che continuo a sperare ogni giorno leggendo le informazioni che viaggiano in rete alla velocità della luce, è che uno di questi giorni io possa improvvisamente assistere ad un bagliore così potente, foss’anche per una frazione di secondo, che mi concedesse di poter immaginare l’evoluzione di qualcosa.

Sarebbe un vero miracolo : il pianeta che compie un salto d’ottava.


8 pensieri su “LA TEORIA DEI CORSI E DEI RICORSI

  1. Vichiana ,con convinzione, sono però certa , che i corsi e ricorsi storici si ripetono , non solo per un preciso disegno, ma perchè l’animo umano è da sempre lo stesso, nonostante tutto. Da sempre, l’atavica lotta tra Bene e Male ci spinge ad essere ciclici, come ogni cosa, ogni evento, sentimento, emozione, mi sbalordirei del contrario..

  2. Condivisibile il pensiero di Teresa. “Corsi e ricorsi storici” degli avvenimenti perchè siamo fatti così, difficili da cambiare. Portati, purtroppo, a ripeterci nel tempo, commettendo nuovamente nel presente gli stessi errori del passato.
    Dice un vecchio motto latino: “Errare humanum est, perseverare autem diabolicum”. In parole povere, è proprio da fessi ripetere gli stessi errori e non imparare nulla dall’esperienza.
    Infatti, a differenza del Vico, io non vedo tanto la mano della Provvidenza nei “corsi e ricorsi storici”. Piuttosto, la colpa l’attribuirei oltre che all’uomo, com’è ovvio, anche al tempo che nel mutare le umane generazioni fa sì che le nuove tendano, troppo spesso, a dimenticare o meglio ad ignorare le lezioni del passato. Certo, ci auguriamo tutti che tante brutture del novecento non si debbano più ripetere ma vedo una tale progressione negativa negli avvenimenti presenti che tutto sembra riportarci lemmi, lemmi ad antiche barbarie.

  3. Sono convinto che l’era vissuta negli ultimi cinquanta/sessanta anni sia da ricondurre a quella che Vico definisce era Umana nella sua concezione; sono altresì convinto che nei prossimi decenni vedremo prospettarsi innanzi al nostro percorso spirituale una riqualificazione dello stesso, un ritorno o elevazione che dir si voglia al Divino, alla percezione sensoriale cosciente del presente, e alla consapevolezza d’essere l’involucro contenente il senso della vita nonchè la risposta ad ogni domanda.

  4. Il pensiero della ripetizione vichiana, come l’ha scritto Teresa lo condivido. Penso che questo pensiero sarà fondamentale per la filosofia e la storia d’oggi, come vedo le cose qui in Germania.
    Saluti

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