«Quando l’abbiamo tirato fuori aveva occhi bianchi e sbarrati»
A. A.PAVIA
«L’abbiamo tirato fuori dall’acqua ma aveva già gli occhi bianchi e sbarrati. Sembrava morto, è stato terribile».
Youssef Aloued, un giovane originario del Marocco parla lentamente sulla riva del Ticino mentre medico e infermieri del 118 hanno appena caricato il 12enne in ambulanza il ragazzo in fin di vita. E’ stato lui ad aiutare il padre a riportare a riva il dodicenne che abita al Crosione.
«Il padre lo stava cercando da alcuni minuti sulla riva – continua il racconto di un giovane che spesso passa le giornate in riva al Ticino al Vul – e ho cercato di aiutarlo. Stavo osservando la corrente quando l’ho visto riemergere poco prima del ponte. Ci siamo tuffati in acqua, l’abbiamo raggiunto e siamo riusciti a riportarlo a riva. Ma si vedeva che le sue condizioni erano già gravissime, gli occhi erano spenti e non dava segni di vita. Spero che riesca a salvarsi. I ragazzi devono imparare a non fare il bagno in questo punto del fiume, è troppo pericoloso. Già qualche settimana fa ho visto annegare un altro ragazzo, era un senegalese e un suo amico è stato salvato per miracolo. Per entrare in acqua bisogna conoscere il Ticino e loro non lo conoscono bene».
Gli agenti della polizia locale hanno interrogato la persone che erano sulla spiaggetta ma nessuno aveva visto il ragazzo egiziano finire in acqua. Tutti si sono accorti del padre che lo cercava disperatamente. Sul posto anche gli agenti della squadra volante della questura e una squadra dei vigili del fuoco del comando di viale Campari. —
A. A.
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