BERNINI ED… IO

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Questa scultura (Estasi di Santa Teresa d’Avila) è una delle mie opere preferite, rappresenta una estasi mistica.
Ma rappresenta anche un orgasmo femminile, che – tra i piaceri carnali- è forse il più trascendente. L’autore è Bernini e la santa rappresentata è Teresa d’Avila, una mistica spagnola alla cui vicenda è legato l’episodio della transverberazione, ossia la trafittura del cuore da parte di un angelo con un dardo
infuocato che le aveva infiammato il cuore facendole emettere gemiti di infinita dolcezza.

Ora, suppongo che Bernini non avesse mai provato un’estasi mistica e quindi non potesse comprendere a che tipo di percezione sensoriale e sovrasensoriale lei si riferisse.
In che modo dunque tradurre in immagine fedele e persuasiva le sensazioni imperscrutabili raccontate da Teresa così da renderle intelligibili anche a chi, come la maggior parte delle persone, non ha mai avuto una visione divina? Evidentemente, la risposta poteva essere solo una: il sesso.

Come l’arte, il sesso è gioco, e proprio per questo è una cosa seria. Ri- crea il mondo, non lo imita.
Nietzsche diceva che si diventa maturi quando, adulti, ritroviamo la stessa serietà che da bambini mettevamo nel gioco. Carmelo Bene contrapponeva il gioco allo scherzo optando per il primo – prerogativa dei bambini- contro il secondo, una contraffazione adulta del gioco.

Due persone che sco**no tra di loro scorre un flusso mentale e spirituale molto forte e si mettono in gioco. Si divertono, ridono, godono. Sono partecipi di un dono divino : la gioia. In questo senso, io penso che davanti a quell’angelo – insieme a quell’angelo – la Santa sia colta allora nella pienezza giocosa di se stessa, proiettata in una dimensione sovrasensoriale che una donna comune potrebbe comprendere solo immedesimandosi nell’estasi sublime dell’amore carnale.

Può sembrare blasfemo, ma questa scultura ci dice che conoscere Dio è divertente, gioioso e profondo come un orgasmo. E, personalmente, credo che ogni uomo debba impegnarsi, nel gioco della carne e dell’anima, ad essere quell’angelo.

Il suo Bernini.

Enrica GARDIOL