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Ribordone punta per il futuro su turismo religioso e pesca

Il Comune tra i meno popolati, più vecchio e più poveri d’Italia cambia marcia. Il sindaco Bellardi Gioli: «Eravamo in 2mila, ora i giovani riscoprono la montagna»

Mauro Giubellini
2 minuti di lettura

RIBORDONE. Ribordone, statistiche alla mano, risulta con i suoi attuali 42 abitanti (che scendono a 21 in inverno) tra i comuni più piccoli d’Italia. L’età media dei residenti è invece tra quelle più elevate ed il reddito pro capite è il più basso del Canavese.

«Con questo quadro Ribordone - scherzano da quelle parti - potrebbe essere dipinto, nell’immaginario collettivo, come uno di quei vecchi paesi del Far West dove l’arrivo di uno straniero rappresentava l’evento dell’anno».

Ma di stranieri in estate ne arrivano a centinaia, infatti in questi giorni si sfiora quota 500 tra stanziali, villeggianti e turisti mordi e fuggi.

E proprio da loro il sindaco, Guido Bellardo Gioli, classe 1944 e al terzo mandato alla guida del paese, vuole ripartire «anche se tornare ai 2mila residenti di mezzo secolo fa è un sogno e forse le infrastrutture per accoglierle non sarebbero più realisticamente realizzabili».

Intanto, però, in Comune si punta sul turismo di nicchia declinato in quattro direzioni. Villeggiatura, occasionale, religiosa e quello generato dalla pesca sportiva.

«Nel nostro piccolo possiamo affermare che i nipoti delle famiglie emigrate da Ribordone in cerca di fortuna nelle città, nelle metropoli o a valle comunque tornano nelle case dei loro nonni per trovare quiete, serenità e una vacanza green dicono dal Comune (che recentemente ha trasformato una vecchia fornace per la fabbricazione della calce in museo). A loro si aggiungono gli escursionisti. C’è poi il turismo religioso: qui fedeli da tutto il Piemonte si trovano per venerare la Madonna di Loreto nel famoso santuario dedicato alla Madonna di Loreto (festa il 28 agosto e 3 settembre) che apparve nel 1619 compiendo un miracolo: donò la parola ad un bambino muto. Il pastorello vide una nube bianca addensarsi a pochi metri da sé mentre era al pascolo con il gregge di pecore della sua famiglia. Lui, che nessun medico seppe curare dopo una lunga malattia, ritrovò salute e parola e in quel luogo nacque il santuario, meta, tra l’altro dell’emozionante della Grande attraversata delle Alpi di cui Ribordone è passaggio obbligato

Luciano Grisolano, 46 anni, vulcanico imprenditore dell’accoglienza e della ristorazione che da anni ha scelto il suo piccolo paese per dar vita a diverse attività, ha pronto un progetto per ristrutturare la locanda di famiglia (con annesso un piccolo negozio di alimentari in cui è possibile acquistare anche i gustosi prodotti locali) e creare un ostello per i pellegrini.

E poi c’è la pesca sportiva praticata nel rio Bordone, torrente ricco di fascino e di trote. Grazie all’associazione rivitalizzata da Marco Piovanelli con un piccolo ma agguerritissimo gruppo di appassionati di ami e lenze, ne ha fatto una meta ambita dai pescasportivi di tutta la provincia ed ora si staccano una media di buoni giornalieri che ha convinto il sindaco a dedicare alla pesca sportiva una manifestazione in calendario sabato 12 agosto.

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