La Caduta degli angeli ribelli di Bruegel il Vecchio: come interpretare questo capolavoro fiammingo complesso e affascinante?

Se pensiamo alla storia dell’arte, ci sono alcuni quadri caratterizzati da un’immediatezza che ci porta ad immedesimarci e a rimanere subito emozionati, e altri che, invece, si presentano come una sorta di enigma, un mosaico da comprendere scoprendone i dettagli. Ecco, credo che per tutti la Caduta degli angeli ribelli di Pieter Bruegel il Vecchio possa rappresentare il perfetto esempio di questa seconda categoria.

Sto parlando di un capolavoro fiammingo custodito nel Museo Reale di Belle Arti di Bruxelles, che ho visto dal vivo pochi giorni fa durante il mio viaggio delle Fiandre (organizzato da VISITFLANDERS) e che mi ha affascinato moltissimo.

Per prima cosa vorrei però impegnare qualche parola per raccontare Bruegel il Vecchio, l’artista che ha avuto il merito di immaginare quest’opera e di riprodurla magistralmente su tela.


Chi era Pieter Bruegel il Vecchio (1525/30-1569)?

Pieter Bruegel il Vecchio, primo di una famiglia di due generazioni di artisti, si forma a Bruxelles presso la scuola di Pieter Coecke van Aelst, pittore di corte di Carlo V. Qui ha l’occasione di conoscere le opere di Hieronymus Bosch, grande esponente della generazione precedente di artisti fiamminghi, e di sentire teorie ed idee legate sia all’Umanesimo sia all’alchimia. Negli anni Cinquanta compie anche un lungo viaggio in Italia, dove ha l’occasione di studiarne le architetture e i paesaggi.

Prima ad Anversa e dal 1563 a Bruxelles, Bruegel esercita senza sosta la professione di pittore, mostrando spesso un vivo interesse per le scene popolari.

Per saperne di più sulla sua vita, ecco il link alla pagina a lui dedicata su wikipedia.


Cosa racconta la Caduta degli angeli ribelli di Pieter Bruegel il Vecchio?

Pieter Bruegel il Vecchio, opera, Caduta degli angeli ribelli, Bruxelles
Pieter Bruegel il Vecchio, Caduta degli angeli ribelli, 1562

Questo grande quadro, a prima vista così estroso e ricco di fantasia,  racconta in realtà un episodio biblico piuttosto noto, che sicuramente siamo soliti immaginare in maniera abbastanza diversa. In una scena vivace e colorata viene infatti rappresentata la caduta dal paradiso degli angeli ribelli, ovvero coloro che, capeggiati da Lucifero, desideravano usurpare il ruolo di Dio a causa della loro superbia.

Al centro della scena possiamo riconoscere l’Arcangelo Michele, con armatura dorata, ali spalancate e spada sguainata, che combatte e spinge verso gli inferi il drago dell’Apocalisse a sette teste, ritratto a pancia in giù.

Intorno a loro, gli angeli caduti affollano la parte bassa del dipinto di Bruegel, trasformandosi in mostri immaginari, originati da una fusione tra molluschi, pesci, rettili, insetti e vegetali. Nella parte alta invece ci sono gli angeli trionfatori, che combattono i ribelli suonando le trombe in segno di trionfo. Infine, la luce divina assume le sembianze di un semicerchio chiarissimo che guida la composizione, mentre gli angeli ribelli continuano a cadere, in una colonna che si perde nell’infinito.

 

Anche secondo voi ognuno di questi dettagli è curioso, bello e interessante? Se però vogliamo scoprire qualcosa in più, occorre analizzare meglio quest’opera di Bruegel il Vecchio.


Analisi della Caduta degli angeli ribelli di Pieter Bruegel il Vecchio

In primo luogo, credo venga spontaneo parlare del repertorio dei mostri che Bruegel mette in campo in quest’opera: se li è inventati di sana pianta? La risposta è complessa perché, se è vero che si è inventato le singole figure, è anche vero che attinge in questo caso da un bagaglio di riferimenti tipici della cultura fiamminga.

Scommetto che a molti sarà venuto in mente Hieronymus Bosch, che effettivamente era solito usare animali fantastici e mostruosi come espressione di complesse allegorie. Sicuramente Bruegel il Vecchio lo conosceva e nella Caduta degli angeli ribelli si è ispirato al suo operato, eppure l’esito è ben diverso.

Hieronymus Bosch, Pannello della Tentazione di Sant'Antonio, 1516
Hieronymus Bosch, Pannello della Tentazione di Sant’Antonio, 1516

La composizione del dipinto di Bruegel è infatti decisamente rinascimentale, con la presenza quasi centrale della luce divina in alto e la scansione geometrica dei piani e dei colori, che rende l’insieme molto razionale.

Un altro aspetto molto interessante di questo dipinto è lo studio degli animali e delle piante che ha originato i mostri disegnati: siamo di fronte a esempi di creature selvatiche che abitano il mare, la terra e l’aria. Se, in alto a destra, riconosciamo facilmente il Signore delle mosche, richiamo simbolico, ben più strano è invece il gambero con ali da cozza che si trova poco sotto.

Siamo nel momento storico in cui l’uomo sta esplorando il mondo (e ha da poco scoperto l’America), quindi questa nuova consapevolezza invade la pittura, riflettendosi nella raffigurazione di animali esotici, come il pesce palla e l’armadillo.

Interessantissimo, non trovate anche voi? Dovete sapere che non sono l’unica a pensarla così: il 2019 per il progetto Flemish Masters sarà l’anno di Bruegel il Vecchio nelle Fiandre, quindi per l’occasione sono stati effettuati studi e sperimentazioni su alcuni suoi capolavori. Se volete scoprire la Caduta degli angeli ribelli come non l’avete mai vista, vi suggerisco di seguire questo link, mentre se volete scoprire tutti i progetti dedicati a questo artista il link è questo (e ve lo consiglio).

Spero di avervi incuriosito abbastanza, quindi per oggi mi fermo qui 😉