«TransParada»: la raffinata arte della danza

La stagione 2022/2023 del Balletto del Teatro Nazionale Croato «Ivan de Zajc» di Fiume è stata inaugurata con una rassegna di miniature di balletti ideate da coreografi di fama internazionale

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«TransParada»: la raffinata arte della danza
”Medium rare” di Nadav Zelner. Foto: FANNI TUTEK HAJNAL

La stagione 2022/2023 del Balletto del Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume è stata inaugurata con lo spettacolo “TransParada” (TransParata), concepito come una rassegna di miniature di balletti ideate da coreografi di fama internazionale, in cui il Corpo di ballo fiumano ha dato prova, anche questa volta, della sua eccellenza. La serata è stata suddivisa in due parti: nella prima sono stati proposti spezzoni di coreografie di successo realizzate nelle stagioni precedenti, mentre nella seconda sono state presentate delle coreografie nuove.

Omaggio a Rossini
La prima miniatura, “Rossini cards”, è stata ideata dal coreografo italiano Mauro Bigonzetti e si presenta come un omaggio al grande compositore Gioachino Rossini, sia al suo talento musicale che al suo amore per la buona cucina. E infatti, la fantasiosa coreografia è concepita intorno a una lunga tavola imbandita e con i ballerini seduti, mentre i movimenti sono concentrati principalmente sull’espressività delle mani. Il secondo frammento di “Rossini cards” è invece un duetto che celebra l’intimità e il corpo umano, nel quale si sono esibiti Maria Del Mar Hernandez e Valentin Chou.
Ha fatto seguito la coreografia della direttrice del Balletto, Maša Kolar, “Allegro”, in cui sulla splendida musica di Ludwig van Beethoven, più precisamente sul terzo movimento della Quinta sinfonia in do minore, i ballerini hanno dato vita a un’orchestra, utilizzando nella coreografia anche le sedie.
È stato emozionante il duetto di Tea Rušin e Noa Siluvangi tratto dal balletto “Odissea”, firmato da Walter Matteini e Ina Broeckx, in cui i due ballerini rappresentano la dea Atene, suddivisa in due parti complementari in questa reinterpretazione della sua figura sulla suggestiva musica di Ólafur Arnalds.

Un’ottima coordinazione
La coreografia “Bolero”, firmata da Andonis Foniadakis e basata su una delle composizioni più celebri nella storia della musica, scritta da Maurice Ravel, è uno dei balletti più noti del Corpo di ballo fiumano. Cinque ballerini danzano, infatti, sui trampolini per tutti i 17 minuti di durata del pezzo, il che non solo richiede una notevole preparazione fisica di ciascun ballerino, ma anche una perfetta coordinazione del gruppo.
Nella seconda parte della serata è stata presentata per la prima volta la coreografia “n(u/O)minous” di Ludmila Komkova con la musica di Daryl Griffith, Oliver Davis, Kerenza Peacock, Huw Watkins e Bradley Farmer, il cui titolo – a detta dell’autrice – evoca emozioni spirituali o religiose (nominous), mentre al contempo “ominous” (inquietante) vuole essere un qualcosa di negativo che accadrà e “omen” prevede il futuro. La raffinata coreografia è stata accompagnata da una musica altrettanto sofisticata.

I movimenti degli uccelli
Il coreografo Marco Goecke è l’autore della miniatura che ha fatto seguito: il pas de deux ha visto in veste di protagonisti Michele Pastorini e Valentin Chou, che hanno danzato sulla ninna-nanna tratta dallo splendido balletto “Uccello di fuoco” di Igor Stravinskij del 1910. Estrapolata dall’insieme, ovvero dalla trama della fiaba russa, la musica di Stravinskij fa da cornice all’incontro di due creature timide, come spiega l’autore. Nonostante ciò, queste hanno ancora dei punti in comune con il balletto in quanto entrambi i ballerini evocano con le loro mani e il loro corpo i movimenti degli uccelli. Il duetto è stato ideato da Goecke nel 2010, mentre nel 2015 questo è stato adattato per due uomini. Le movenze dei ballerini, che hanno dimostrato uno straordinario controllo del loro corpo evocando in maniera convincente i movimenti di esseri alati, ci ha ricordato la straordinaria rivisitazione del celeberrimo “Lago dei cigni” di Čajkovskij firmata da Matthew Bourne nel 1995, in cui le parti tradizionalmente danzate dalle ballerine erano state affidate agli uomini. Nonostante la indubbia bravura di Pastorini e Chou, la coreografia ci è sembrata più un esercizio tecnico che una risposta emotiva alla bellissima musica di Stravinskij, della quale non ha seguito in alcun modo l’apice drammatico ed espressivo.

Chiusura energica
La serata si è chiusa in bellezza con la furiosa ed energica miniatura “Medium rare” (Media cottura) di Nadav Zelner sulla trascinante musica di Kazim Koyuncu e di quella tradizionale georgiana. L’ensemble fiumano si è esibito con gusto e grande coinvolgimento nella coreografia che ha seguito con un’energia selvaggia l’appassionante base musicale.
Allo spettacolo si è esibito tutto l’ensemble dello “Zajc”, ovvero Maria Matarranz de las Herras, Maria Del Mar Hernandez, Soyoka Iwata, Marta Kanazir, Tea Rušin, Marta Voinea Čavrak, Milica Mučibabić, Ksenija Krutova, Laura Orlić, Michele Pastorini, Valentin Chou, Ali Tabbouch, Nicola Prato, Jody Bet, Noa Siluvangi, Antoine Salle, Leonardo De Santis, Àlvaro Olmedo, Thomas Krähenbühl, Anna Zardi, Farah Van Bulck, Alejandro Polo e Janne Boere.
La costumista Petra Pavičić e il tecnico delle luci Dalibor Fugošić hanno creato un insieme coerente con i costumi e l’illuminazione.
Il pubblico ha premiato con un caloroso applauso il bravissimo ensemble. Le repliche sono in programma il 7, 8, 13, 14 e 15 ottobre.

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