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REGIONI A CONFRONTO

Pubblichiamo una serie di tabelle con i dati dei principali indicatori economici delle regioni in cui si voterà il 28-29 marzo. Alcuni sono dati economici di contesto, altri sono relativi a materie in cui le regioni hanno specifiche competenze e un ruolo diretto. Raffrontando le regioni tra loro e rispetto alle medie nazionali, i lettori possono farsi un’idea dello sviluppo economico e civile raggiunto nei diversi territori, nonché della qualità dei loro governi. Saremo grati ai lettori che ci segnaleranno altre eventuali fonti di informazioni statistiche per completare questo panorama.

L’utilizzo di colori diversi dal rosso e verde è dovuto dal fatto che l’aumento o la diminuzione della spesasanitaria corrente procapite non può esprimere di per sé una performance positiva o negativa se non vieneconfrontata con il livello qualitativo del servizio.

L’utilizzo di colori diversi dal rosso e verde è dovuto al fatto che l’aumento o la diminuzione della dotazionedi posti letto per 100.000 abitanti non può esprimere di per sé una performance positiva o negativa se non èesaminata rispetto al parametro nazionale di riferimento (450 posti letto) e alla sua composizione tra postiletto per acuti e per post acuti (distinzione non disponibile per il 2008 per regione).

L’indice Case Mix esprime la complessità dei casi trattati dall’unità operativa/ospedale in rapporto allacomplessità media dell’insieme delle unità operative/ospedali italiani. Valori superiori all’unità indicano unacomplessità della casistica superiore a quella di riferimento.

Note: Oltre a coloro che hanno conseguito il diploma di scuola media inferiore sono inclusi anche coloro che hanno conseguito la qualifica professionale e il diploma di scuola media superiore, nella fascia di età 15-19 anni.

Note: Gli abbandoni calcolati sono relativi agli studenti che interrompono la frequenza scolastica e non si iscrivono all’anno scolastico successivo. Dall’anno scolastico 1998-99 non sono considerati nel calcolo (cfr  ISTAT, ARGOMENTI 1/1996), in quanto non disponibili, gli studenti esterni promossi agli scrutini di fine anno e ammessi alla frequenza del terzo anno; ciò determina una sottostima del fenomeno.
Per gli anni scolastici 1998-99 e 1999-00 gli indicatori non sono confrontabili con quelli relativi agli anni precedenti e successivi. Ciò è dovuto ad una signifcativa incidenza di mancate risposte da parte delle scuole nel corso dell’indagine svolta dal Mpi.
I dati relativi agli a.s. 2000-01 e 2001-02 sono stati recentemente aggiornati e revisionati dal Mpi, attuale Ministero della pubblica istruzione mentre l’Istat ha rivisto i dati dall’a.s. 1994-95 all’a.s. 1996-97.
Si fa presente che le interruzioni di frequenza possono risultare in numero negativo per effetto della mobilità territoriale in entrata e in uscita (vedi il caso di Bolzano).
Dall’anno scolastico 2006/07 per la provincia autonoma di Bolzano i valori indicati comprendono gli iscritti alle prime e seconde classi delle scuole professionali riconosciute per l’adempimento dell’obbligo di istruzione (Legge Finanziaria 2007, comma 623).

Note: Questo indicatore, pur conservando lo stesso nome e numerazione, si differenzia da quello precedentemente diffuso per aver innalzato la soglia di formazione da 6 mesi e due anni.
Analogamente alla metodologia utilizzata da Eurostat, sono esclusi i militari di leva. Tuttavia la definizione utilizzata si discosta leggermente da quella utilizzata da Eurostat per gli "early school leavers" in quanto la soglia della durata dei corsi di formazione professionale è stata innalzata da 6 mesi a 2 anni.
Sono esclusi anche i casi in cui non è possible ricostruire l’informazione in quanto le informazioni sottostanti sono mancanti (ad es. l’aver partecipato o meno ad un corso scolastico o di formazione). Si tratta, a livello nazionale, di circa 18.000 casi per il 2004 e di circa 35.000 casi per il 2005.

Note: Gli aggregati di contabilità nazionale utilizzati nella tavola sostituiscono integralmente i precedenti in quanto risultato di una complessa revisione metodologica e definitoria che ha riguardato tutti gli aggregati di contabilità nazionale. Gli utenti interessati alle serie storiche 1995-1999, calcolate secondo la vecchia metodologia, possono farne richiesta all’indirizzo infoterr@istat.it.

Note: Sulla base dei dati definitivi del Censimento Popolazione 2001 sono stati ricalcolati i pesi di riporto all’universo e pertanto, a partire dal 2001, i dati assoluti hanno subito una revisione.
Anteriormente al 1997, la domanda non era contenuta nell’indagine di riferimento.
Nell’anno 2004 l’Indagine Multiscopo ha subito lo spostamento del periodo di rilevazione da novembre a gennaio-febbraio 2005 (Regolamento Europeo N° 808/2004). Pertanto, i dati dell’anno 2004 non saranno disponibili.

Note: Il debito delle Amministrazioni locali consiste nell’insieme delle passività finanziarie del settore valutate al valore facciale di emissione. Esso è consolidato tra e nei sottosettori, in linea con la definizione adottata ai fini della Procedura per i disavanzi eccessivi dell’Unione economica e monetaria europea.
L’aggregato è calcolato in coerenza con i criteri metodologici definiti nel Regolamento del Consiglio delle Comunità europee n. 3605/93, sommando le passività finanziarie afferenti le seguenti categorie: monete e depositi, titoli diversi dalle azioni, prestiti. Le altre passività includono principalmente le operazioni di cartolarizzazione considerate come prestito secondo i criteri indicati dall’Eurostat." 

Note: Sono state considerate come rinnovabili la fonte eolica, fotovoltaica e biomasse (inclusa la parte dei rifiuti non biodegradabili). Produzione totale lorda. Questa è la somma delle quantità di energia elettrica prodotte  inclusa la quantità di energia elettrica destinata ai servizi ausiliari della produzione (servizi ausiliari di centrale e perdite nei trasformatori di centrale).

Note:Per rifiuti urbani si intende: rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione; rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui al punto precedente, assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità; rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade; rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade  ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d’acqua; rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali;rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriale diversi da quelli precedentemente descritti.

Note:Per interruzioni accidentali lunghe si intendono quelle senza preavviso superiori ai tre minuti.
A marzo 2005 l’indicatore è stato ricostruito, a partire dall’anno 1998, in base ai nuovi criteri che Enel-Distribuzione ha apportato alla propria metodologia di registrazione del numero di clienti coinvolti in ciascuna interruzione.
I dati hanno subito una revisione della serie storica dal 1998 al 2003 e sono stati pubblicati sul sito dell’autorità dell’energia elettrica e gas.

Note:Sulla base dei dati definitivi del Censimento Popolazione 2001 sono stati ricalcolati i pesi di riporto all’universo e pertanto, a partire dal 2001, i dati assoluti hanno subito una revisione. Per gli altri anni è stata fatta una revisione generale dei dati di base che può aver dato luogo ad alcune variazioni.

Note: Gli abitanti equivalenti totali urbani di una regione sono stati calcolati dall’Istat come somma di popolazione residente, popolazione presente non residente, popolazione in case sparse (in sottrazione), lavoratori e studenti pendolari, posti letto di alberghi, campeggi e alloggi per turisti, abitanti in seconde case (non destinate a turisti), ristoranti e bar e micro industria.
E’ stata rivista la serie storica.
Il depuratore ubicato in Contrata Padula a Montenero di Bisaccia (Cb) che risulta essere prevalentemente a servizio della regione Abruzzo (Vasto e San Salvo) e in minima parte a servizio della regione Molise (Marina di Montenero di Bisaccia), è stato conteggiato, nel calcolo dell’indicatore,in Molise, regione  di ubicazione. Per considerare tale depuratore nella regione Abruzzo, che lo utilizza effettivamente, si deve tener conto che esso contribuisce alla depurazione di 74.653 abitanti equivalenti di cui 26.200 industriali e 48.453 civili.

Note:Si considera verde urbano il patrimonio di aree verdi gestito (direttamente od indirettamente) da enti pubblici (comune, provincia, regione, stato) esistente nel territorio comunale. I dati si riferiscono ai 111 capoluoghi di provincia a partire dal 2000.
I cambiamenti intervenuti nella serie storica 2000-2007 sono da attribuire principalmente all’integrazione di dati, precedentemente non  comunicati dai soggetti rispondenti, relativi ad aree verdi appartenenti a riserve naturali ed aree protette e al patrimonio verde gestito (direttamente o indirettamente) da enti pubblici (comune, provincia, regione e stato). Si fa presente inoltre che alcuni valori degli indicatori relativi ai comuni capoluogo provengono da dati stimati. Tali integrazioni e modifiche hanno comportato una variazione dei dati relativi al verde urbano diffusi precedentemente al 2007.

Note:Le linee urbane di trasporto pubblico includono autobus, tram, filobus, metropolitana e funicolari.
Si fa presente che alcuni valori degli indicatori relativi ai comuni capoluogo provengono da dati stimati.
Per i comuni di Catanzaro, Cosenza e Crotone il dato relativo alle reti di trasporto pubblico 2000-06 è in attesa di conferma.

Note:La popolazione di riferimento sono gli occupati di 15 anni e più, gli studenti fino a 34 anni e gli scolari di scuola materna che sono usciti di casa per recarsi al lavoro, università e scuola.
Sono considerati mezzi pubblici: treno, tram, bus, metropolitane, pullman e corriere. Sono stati esclusi i pullman e le navette aziendali.
Sulla base dei dati definitivi del Censimento Popolazione 2001 sono stati ricalcolati i pesi di riporto all’universo e pertanto, a partire dal 2001, i dati assoluti hanno subito una revisione. Per gli altri anni è stata fatta una revisione generale dei dati di base che può aver dato luogo a delle variazioni.
Nell’anno 2004 l’Indagine Multiscopo ha subito lo spostamento del periodo di rilevazione da novembre a gennaio-febbraio 2005 (Regolamento Europeo N° 808/2004). Pertanto, i dati dell’anno 2004 non saranno disponibili.

Note: Media delle persone che si dichiarano soddisfatte delle sette diverse caratteristiche del servizio rilevate (frequenza corse, puntualità, possibilità di trovare posto a sedere, pulizia delle vetture, comodità degli orari, costo del biglietto, informazioni sul servizio) sul totale degli utenti del servizio.
Sulla base dei dati definitivi del Censimento Popolazione 2001 sono stati ricalcolati i pesi di riporto all’universo e pertanto, a partire dal 2001, i dati assoluti hanno subito una revisione. Per gli altri anni è stata fatta una revisione generale dei dati di base che può aver dato luogo a delle variazioni.
Nell’anno 2004 l’Indagine Multiscopo ha subito lo spostamento del periodo di rilevazione da novembre a gennaio-febbraio 2005 (Regolamento Europeo N° 808/2004). Pertanto, i dati dell’anno 2004 non saranno disponibili.

Note: Media delle merci in ingresso ed in uscita. Fino all’anno 1998 la fonte dei dati è il Conto nazionale dei trasporti.
A partire dall’anno 2000 i dati sono di fonte Trenitalia spa. I dati relativi agli archivi della Provincia di Perugia non sono attendibili.

Note: Comprende, secondo le nuove definizioni del sistema informativo del Ministero dell’Interno: furto con strappo, furto con destrezza, furti in uffici pubblici, in esercizi commerciali, in appartamenti, su auto in sosta, di opere d’arte e materiale archeologico, di merci su automezzi pesanti, di autoveicoli, ciclomotori e motocili, rapine in abitazioni.
I dati statistici in materia di delittuosità sono desunti dal Sistema d’Indagine (SDI) del CED Interforze del Ministero dell’Interno. Essi comprendono i delitti commessi e denunciati all’A.G. dalle cinque principali forze di Polizia (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato , Polizia Penitenziaria), nonché da altri organismi (DIA, Polizia Municipale, Polizia Provinciale, Guardia Costiera) obbligati all’alimentazione del sistema. Ciò posto è utile precisare che il totale delle informazioni riferite a ciascuno degli ambiti territoriali considerati dal Sistema (comuni, province, regioni e totale nazionale) può non coincidere con il dato di sintesi riferito al livello immediatamente superiore (ad esempio: la somma dei dati provinciali può differire dal dato riferito all’intera regione, ecc.). Ciò si verifica perché i "delitti commessi" non localizzabili in un determinato ambito territoriale (comune, provincia, regione) sono rilevati dal sistema al più ampio livello  nel quale è possibile collocarli (provincia, regione, stato).

Per il 2004 e 2005 l’Istat diffonde i delitti in forma aggregata.  Pertanto, in relazione all’indicatore si considera, per questi anni, solo la voce Furto in quanto non è disponibile il dato disaggregato delle Rapine.

Note:Comprende, secondo le nuove definizioni del sistema informativo del Ministero dell’Interno: furto con strappo, furto con destrezza, furti in uffici pubblici, in esercizi commerciali, in appartamenti, su auto in sosta, di opere   d’arte e materiale archeologico, di merci su automezzi pesanti, di autoveicoli, ciclomotori e motocicli, rapine in abitazioni.
I dati statistici in materia di delittuosità sono desunti dal Sistema d’Indagine (SDI) del CED Interforze del Ministero dell’Interno. Essi comprendono i delitti commessi e denunciati all’A.G. dalle cinque principali forze di Polizia (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Polizia Penitenziaria), nonché da altri organismi (DIA, Polizia Municipale, Polizia Provinciale, Guardia Costiera) obbligati all’alimentazione del sistema. Ciò posto è utile precisare che il totale delle informazioni riferite a ciascuno degli ambiti territoriali considerati dal Sistema (comuni, province, regioni e totale nazionale) può non coincidere con il dato di sintesi riferito al livello immediatamente superiore (ad esempio: la somma dei dati provinciali può differire dal dato riferito all’intera regione, ecc.). Ciò si verifica perché i "delitti commessi" non localizzabili in un determinato ambito territoriale (comune, provincia, regione) sono rilevati dal sistema al più ampio livello nel quale è possibile collocarli (provincia, regione, stato).
Per il 2004 e 2005 l’Istat diffonde i delitti in forma aggregata.  Pertanto, in relazione all’indicatore si considera, per questi anni, solo la voce Furto in quanto non è disponibile il dato disaggregato delle Rapine.

Fonte: Istat, Eurostat – elaborazione dati Davide Baldi e Ludovico Poggi.

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DIFFICOLTÀ E RISCHI SULLA STRADA DEL FONDO MONETARIO EUROPEO

35 commenti

  1. alberto tomat

    Risiedo in una regione in cui non si vota in questa tornata. Vi ringrazio, tuttavia, per aver finalmente offerto argomenti seri di valutazione agli elettori e spero che gli altri mass media seguano il vostro esempio. Potreste pubblicare anche i dati relativi alle regioni non interessate al voto o almeno indicare la fonte a cui attingerli?

  2. sara 78

    Forse, sarebbe anche utile un commento che analizzi i dati forniti, i quali, ad un occhio inesperto, possono sembrare incoerenti in alcuni casi. Ad esempio, come spiegare che in Campania il tasso di disoccupazione è sceso di più del 18% nel periodo di riferimento e, contemporaneamente, il tasso di occupazione è diminuito di oltre il 5%?

  3. Marco Tamanti

    Credo che fare un confronto di percentuali quando si parla di tassi (occupazione/disoccupazione), possa essere fuorviante. Probabilmente in tal caso avrebbe senso parlare di punti percentuali relativi al tasso e non calcolare la percentuale del tasso.

    • La redazione

      Quello che cerchiamo di fare è compare le regioni al totale nazionale e partendo da basi molto diverse è preferibile utilizzare il tasso di variazione percentuale.
      Grazie per il commento
      La redazione

  4. Giovanni Amico di Meane

    Penso non guasterebbe anche qualche dato più strettamente afferente alle variabili gestite dalle Regioni. Penso a indici sul bilancio regionale, indebitamento, e procapite di spesa statale per regione (dati 2008 recentemente pubblicati da Ragioneria dello Stato pag 14 e 15 ).

  5. claudio

    Si direbbe che il buon nicky vendola sia l’unico promosso a pieni voti… vorrà dire qualcosa, credo, e magari la dicesse anche a chi pensava di sostituirlo con il solito inciucio…

  6. Sergio Beretta

    I colori, per essere coerenti con i numeri, dovrebbero essere invertiti.

    • La redazione

      Se si riferisce ai colori dell’ultima tabella, sono state segnate in verde le variazioni negative (minor disoccupazione), perchè segnano una performance migliore rispetto alla variazione nazionale. Quindi un dato posivito.

  7. Donty

    Vorrei capire come fa ad essere aumentato il tasso occupazionale in Piemonte con tutte le Aziende che hanno chiuso e mandato a casa lavoratori, per non parlare delle montagne di cassintegrati…

  8. Miriam Spalatro

    Questa si che si chiama informazione!

  9. Silvio Pancheri

    Il PIL pro capite decrescente che vediamo nelle tabelle di alcune regioni (nord) non significa affatto che il PIL è calato (infatti il PIL è cresciuto) ma che è cambiato il denominatore (la popolazione) più rapidamente del PIL . E’ l’effetto shock della regolarizzazione, oggi siamo 60 milioni: così in province che hanno visto crescere sopra la media europea il PIL, se la popolazione è cresciuta di più ancora (spesso oltre il 10%), sembra una disfatta economica che invece non c’è. Molte le ripercussioni: anche il PIL pro capite in SPP comparato in UE27 ne risente, più cresce la popolazione e più resta basso, maggiori contrbuti vanno all’Italia (paradosso?).

  10. Piero Salmi

    Sui dati della Puglia, ci può essere un pò di stordimento nel leggerli da parte dei non pugliesi. Se una multinazionale (tra le più grandi al mondo) delle energie (eoliche) decide di installarsi a Taranto un motivo ci deve pur essere (non la cito per non fare pubblicità). Evidentemente si può investire in un territorio pronto ad accettare l’eolico e il fotovoltaico più che il nucleare. L’elezione di Vendola prima (omosessuale, comunista, cattolico), e la sua egregia amministrazione poi, sfatano luoghi comuni secolari sul Sud da parte dei connazionali del Nord, sempre pronti a vantarsi dei loro primati (vedi piemontesi) e a gettare cattive ombre sulle capacità di quelli che vivono al di sotto delle linea gotica. Verificare sul sito de La Stampa giornale torinese (blog di Flavia Amabile) gli studi statistici ridicoli e l’infamie che ci gettano addosso nonostante gli indicatori dicano ben altro. Vai Nichi se continui così finiremo di rimpiguare le loro fabbriche e le loro università di pugliesi.

  11. Andrea Stroscio

    Gli indicatori prescelti non indicano granché rispetto alle politiche pubbliche regionali e anzi sembrano dipendere fortemente da dinamica spontanea, specie quelli economici e occupazionali. Dunque, trarre giudizi sulle diverse giunte regionali sulla base di questi dati è impossibile e fuorviante. Il fatto, ad esempio, che rispetto alla media regionale in una regione l’occupazione sia variata in positivo e in un’altra in negativo, di per sé non ci dice nulla sulle diverse politiche economiche e occupazionali attuate dalle due giunte regionali, poiché mille altri fattori non dipendenti dalle politiche regionali possono avere fatto divergere l’andamento di quella variabile nelle due regioni. C’è un evidente problema di imputazione causale poiché i controfattuali implicitamente individuati sono inadeguati a confrontare proprio contesti regionali molto diversi come quelli italiani, con andamenti di queste variabili storicamente non omogenei.

  12. Tony

    Ritengo che per non esserci la Sicilia, "Qualcuno" non Vi ha comunicato i dati. Confermate?

    • La redazione

      La Regione Sicilia, cosi come altre sei regioni, non è chiamata al voto. Sono state considerate soltanto le regioni in cui si voterà.

  13. Giovanni

    Data la grandissima presenza di piccole e piccolissime imprese, anche senza dipendenti e la loro elevata "rotazione" tra chiusure ed aperture di attività, potreste differenziare i dati per lavoro autonomo e lavoro dipendente? potrebbe essere attinto dalle varie agenzie regionali per ‘impiego (Veneto lavoro per la mia regionae9. Comunque, come sempre, ottima iniziativa.

  14. Gianpaolo

    Se possibile e se rilevante io aggiungerei una tabella che riassuma il numero ed il costo dei dipendenti pubblici (a livello regionale) rapportati al pil regionale.
    Sarei curioso di vedere chi è riuscito a produrre di più spendendo di meno…

  15. vincenzo

    Ma perchè al sud la percentuale dei parti cesarei deve essere doppia rispetto al nord? Si possono mettere regole più stringenti o controllare di più? Le coppie meridionali non devono farsi mettere nel sacco da medici che pensano solo a rimpinguare i loro portafogli!

  16. uliva foà

    Grazie dell’iniziativa utilissima. Credo che un indicatore indispensabile sulle politiche regionali sia anche lo stato della scuola, sia dal punto di vista dell’edilizia scolastica che da quello della scolarizzazione. È possibile avere qualche informazione su questo tema?

  17. giuseppe zarrelli

    Tutto ok, salvo forse per la tabella del tasso disoccupazione l’Emilia è in rosso perché la sua disoccupazione passa dal 3,68 al 3,5 mentre la campania è virtuosa (sic!) perchè passa dal 15 al 12 ( e magari fosse vero!) penso che più di così in posti come l’emilia non si possa fare per quanto riguarda il lavoro. cordiali saluti Giuseppe Zarrelli

  18. Pederzoli Marino

    Il lavoro è encomiabile mancano in generale possibilità di valutare il lavoro svolto dalle regioni rispetto i servizi che devono erogare. Tuttavia questi dati nel complesso non offrono purtroppo una visione reale relativamente ai temi indagati. Infatti una veloce lettura dei dati può far percepire virtuosa una regione che nella realtà non ci si avvicina minimamente e succede anche il contrario, una molto virtuosa non viene percepita come tale. Mi rendo conto della complessità ma sarebbe utile rispetto la spesa sanitaria regionale riuscire a far emergere che ci sono regioni che spendono poco rispetto la disponibilità annua. In questo caso si terrebbe conto degli effetti migratori sempre più in crescita, dal sud verso nord, per andare alla ricerca di una sanità più affidabile. Difficile con questi dati farsi un’idea corretta sui servizi sanitari regionali.

  19. Lorenzo

    Ottimo lavoro, sarebbe molto interessante vedere anche i dati relativi a PIL e spesa pubblica per regione, come molti altri lettori hanno già segnalato. E non sarebbe male impiegare una serie storica anche più ampia (sugli otto anni). Sarebbe meraviglioso

  20. Dav

    Far emergere l’andamento del reddito pro-capite e soprattutto il costo e la dimensione delle amministrazioni pubbliche regionali.

  21. Alessandro Pitzalis

    Complimenti, ottima iniziativa! Mi permetto una breve puntualizzazione relativa alla tabella del numero di posti letto. Evidenziare come negativa una diminuzione del rapporto posti letto/abitanti, senza considerare la composizione tra posti letto per acuti, posti letto per day hospital o day surgery e posti letto per riabilitazione e lungodegenze può essere fuorviante, soprattutto per quelle Regioni impegnate dei pani di rientro dal disavanzo strutturale (Lazio e Campania in primis). Alessandro Pitzalis

  22. Morini Francesco

    Non era possibile comparare i dati 2004 con i dati al 30 settembre 2009? Forse la lettura sarebbe diversa…(molto !).

    • La redazione

      Abbiamo utilizzato per tutti gli indicatori gli ultimi dati disponibili.

  23. Nello CAIAZZO -GAETA -LT

    Indagine lodevole! Ma carente per numero di settori processati non significativi ad orientare con consapevolezza gli elettori al voto regionale del 28-29 marzo. Si è omessa tra l’altro l’indagine sulla "qualità della vita". Nel Lazio,per esempio,il costo sanitario procapite è altissimo. I laziali sono gravati da pesanti ticket sui medicinali ,da recenti balzelli sugli onorari delle visite specialistiche, da crescenti tasse " addizionali" regionali e comunali che falcidiano le già magre pensioni,il tutto per cercare di ripianare una voragine di bilancio, a fronte peraltro di prestazioni di servizi sanitari da terzo mondo. Per completezza dei dati sarebbe interessante ricercare i protesti cambiari,i decreti ingiuntivi,i fallimenti,etc. delle piccole e medie aziende che operano nei vari settori produttivi.Potrebbe rivelarsi utile la somma dei fidi bancari concessi alle piccole imprese ed a privati,considerata la morsa mortale dell’usura che impera,collegata agli insediamenti malavitosi diffusi nel tessuto socio economico del territorio.Infine su di esso sono installate due centrali nucleari,per fortuna dismesse,ma fonti ancora di pericolo per la cittadinanza.

  24. francesco scacciati

    Suggerisco un’elaborazione aggiuntiva. Il pil per occupato: risulta che la regione con più alto valore aggiunto per occupato è … il Lazio. (Lazio 41.246, Lombardia 40.773, Emilia 37.535, Veneto 37.248, Piemonte 35.566, Toscana 35.429, Liguria 33.909, etc.). Sarà per questo che la Lega al nord prende così tanti voti?

  25. Manuela De Col

    Esercitazione furbetta, che mi lascia particolarmente perplessa… dovremmo sapere fin troppo bene che i colori guidano la lettura della tabella. E l’avere scelto quale indicatore la variazione intertemporale per lo più non rende giustizia delle pesanti differenze tra contesti regionali, che costituiscono il vero nocciolo. Sappiamo bene inoltre che un conto è migliorare una situazione deleteria; un conto è migliorare una situazione già d’eccellenza: le variazioni perecentuali dove il margine è ridotto saranno ovviamente piccole, e con ogni probabilità inferiori alla media…… Ancora: mi si spiega qual è la relazione diretta tra governo regionale e Pil? e quanto pesa?

  26. La redazione

    Dare i numeri mi pare sempre meritorio, è nitido e volonteroso. Ma, a parte perplessità tecniche già espresse da altri, mi pare che gli indicatori davvero regionali siano quelli sanitari. PIL e occupazione/disoccupazione mi paiono più "di contesto" e molto storicizzabili. Avverto la mancanza di confronti su "valorizzazione dei beni culturali e ambientali", dove il coordinamento, sviluppo, vitalità di biblioteche (e musei) civiche è di potestà totalmente regionale. E’ l’unico campo di azione culturale esclusivo degli enti territoriali, la cui azione è davvero confrontabile. Dove funzionano modernamente, questi istituti rappresentano una risorsa informativa, di educazione permanente e di diffusione culturale (ad es. nel territorio aumenta la presenza e il fatturato delle librerie) che organi di ricerca e di comunicazione (come lavoce) dovrebbero sostenere.

  27. billa

    Grazie per l’ottimo lavoro. Per un quadro completo sarebbe estremamente interessante avere i dati anche per le regioni dove non si vota (favorirebbe tra l’altro i confronti anche per le tre macro-aree – Nord Centro Sud – del Paese). Naturalmente il numero degli indicatori potenziali tende all’infinito, ma sarebbe importante a mio avviso includere anche l’indicatore relativo all’indice di povertà relativo o altri indicatori relativi al tema dell’esclusione/inclusione sociale.

  28. Giuseppe Paradisi

    Mi sembra di vedere che non sono stati utilizzati dati di fonte Banca d’Italia. Per avere una migliore definizione del quadro economico, penso sia opportuno arricchire il set di indicatori con altri calcolati utilizzando i dati di depositi ed impieghi su base comunale per sportello, diffusi da BdI ,nonchè il numero degli sportelli stessi , sì da avere un’idea della bancarizzazione di queste regioni e della ricchezza "reale" gestita nelle stesse. Grazie per il lavoro svolto.

  29. Nicola Rizzi

    Tutti indicatori economici sicuramente interessanti e a cui prestare attenzione ma ci sarebbe da chiedersi: esiste un indicatore della "felicità" dei diversi cittadini? Mi riferisco certamente a percezioni difficili da intercettare ma forse molto più importanti di quanto possiamo credere.Esiste uno studio a tal proposito e che a cui potreste riferirvi ?

  30. Silvano Bonfatti

    Innanzitutto sinceri complimenti per l’utilissimo lavoro che avete svolto. Fino ad ora, riguardo alla campagna elettorale, siete stati l’unica fonte di informazione degna di essere chiamata tale in mezzo a un mare di chiacchere e insulti. Vorrei chiedervi un chiarimento "scolastico": come è possibile che sia il tasso di occupazione che quello di disoccupazione sia sceso in Campania nell’intervallo 2004 / 2008? Grazie.

  31. stefano clò

    Vorrei esprimere una lieve perplessità nella valutazione delle perfomance regionale. Se capisco bene si dà una valutazione positiva (verde) se la performance misurata dalla variazione dell’indice è maggiore della media. Mi sono sorpreso nel vedere il tasso di disoccupazione della mia regione emilia romagna marchiato con un rosso. Il tasso di disoccupazione regionale (tra i 3-4%) è molto inferiore della media nazionale (superiore al 6%). Tuttavia la mia regione è segnata con un rosso perchè negli ultimi anni la riduzione del tasso di disoccupazione (sceso direi dal 3,7% al 3,2%) è stata inferiore della variazione percentuale nazionale (dall’8% al 6,7%). Quindi, in termini assoluti la mia regione ha una performance migliore della media, ma in termini di variazione ha una perfomance peggiore, come evidenzia la vostra tabella. Questo perchè i costi marginali di riduzione della disoccupazione sono crescenti ed è quindi più facile passare da 8 a 6, che da 3 a 2. non per difendere la mia regione, ma per evidenziare che, mentre i dati parlano chiaro, le evidenziature verdi o rosse sono un pò arbitrarie e potrebbero risultare fuorvianti, nel mio esempio come in altri.

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