Il significato di impermanenza…

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La casa di Mr. Pitor era esattamente come la sua biblioteca: antica, polverosa e immensamente ricca di oggetti interessanti.

Possedeva un’intera collezione di boule-de-neige poggiate sulla cornice del caminetto, ce n’era una per ogni città che aveva visitato e una per ogni tema, tutte differenti.

Le scuotè tutte, una ad una, per farle ammirare la bellezza di quegli oggetti e sistemò quattro o cinque ciocchi nel camino.

<<E’ una fortuna che fossi lì per comprare la legna quest’oggi, altrimenti chissà come sarebbe finita.>>, disse rassegnato.

<<Me la sarei cavata anche senza di lei, Mr. Pitor.>>

<<No, non è così. Quei ragazzi non si fermano davanti a nulla perchè non sono comuni furfanti, sono ragazzi ormai perduti, senza speranza. Non vivono che per procurare male ai loro simili e non si fermeranno, fino a che non raggiungeranno il fondo del baratro.>>

<<Ma…cosa vuole che faccia? Vuole che vada ai loro assurdi riti satanico-spirituali? Io non credo in quelle cavolate. Quella stronza di Sara ha parlato di mia madre. Tutti pensano che sia colpa mia se mia madre è morta, e forse è così.>>

<<Ma che dici bambina? Non è affatto colpa tua. In quale misura ti rendi responsabile della morte di una persona tanto cara?>>

<<Lo dico perchè avrei potuto salvarla, come quella volta del collasso e invece…>>

<<Ricordo bene quel giorno. Mi trovavo dalla Sig.ra Weber per riparare l’antenna del suo vecchio televisore, quando bussasti disperata alla porta. Se non fosse stato per te, sarebbe sicuramente morta. Eri così gracile, ma usasti tutta la tua forza, pur di aiutare tua madre. E’ così che tu sei, una creatura fragile nel fisico, ma dentro coraggiosa e sempre disponibile ad aiutare gli altri. Sei speciale e non hai nulla a che vedere con quei fannulloni che ti colpiscono perchè in te vedono quella forza.>>

<<Forza? Mi sa che la vede solo lei, loro non mi temono affatto!>>

<<Sì che ti temono. Se così non fosse, la Signorina Brown si sarebbe sporcata personalmente le mani, battendosi con te. E’ questo il bello e il brutto delle persone speciali. Tutti si rendono conto di non avere davanti una persona comune e, in qualche senso, si sentono intimoriti per questo in un modo a loro sconosciuto. Quindi si arrabbiano per i sentimenti contrastanti che provano nei loro confronti, cominciando a dubitare di sè stessi e delle proprie capacità per non riuscire a brillare. La cosa che alla fine riterranno più opportuna, sarà quella di scagliarsi contro coloro che gli fanno provare quel senso di frustrazione e delirio. Gli sembrerà giusto agire in maniera crudele arrivando a fare del male, verbale o fisico, alla persona che avrà raggiunto i suoi traguardi rispetto a loro.>>

<<Lei vede in me tutte queste cose, ed io non vedo nulla di tutto ciò. Non so ancora con quale parte di me io sia più arrabbiata, se con quella che ha salvato mia madre, o con quella che l’ha lasciata morire.>>

<<Eri presente il giorno in cui Amy morì?>>

<<No. Io stavo a casa di zia Lisa da mesi ormai.>>

<<Ebbene, come puoi ritenere di essere responsabile di quell’evento allora? Cosa ti fa pensare che avresti potuto evitarlo? Devi smetterla di essere severa con te stessa piccola mia e accettare. Accettare che le cose cambino, anche senza il tuo volere. Nessuno chiederà mai il tuo parere sul giorno in cui morirai o sul momento in cui preferirai o meno festeggiare il tuo compleanno. Potrai solo proseguire, facendo funzionare l’unico organo che il cielo ti ha dato: il cervello!>>, sorrise.

Patricia si sentì al sicuro in quella casa, davanti alla neve delle palle di vetro che Mr. Pitor agitava quasi mesto, riportando quel velo di malinconia, tipico di chi sta invecchiando.

<<E quello cos’è?>> chiese rivolgendo lo sguardo a una palla rotonda, piena di colori, poggiata su di un supporto di ferro nero.>>

<<Questo è un mappamondo, letteralmente la riproduzione in scala del pianeta terra.>>

<<Ha davvero girato così tanto?>>

<<Oh sì, in lungo e in largo bambina. Ho girato abbastanza, tanto da comprendere che non esista luogo migliore di quello interiore per ciascuno dei viaggiatori. E’ con l’animo aperto e disponibile ad imparare che si dovrebbe intraprendere qualunque viaggio. E soprattutto, ricordare della nostra impermanenza qui è fondamentale.>>

<<Che cos’è l’impermanenza? E’ per caso qualcosa che si può mangiare?>>

Sorrise di gusto.

<<No no, è la nostra esistenza ad essere impermanente, nel senso che non resteremo qui per sempre. Vedi, siamo ospiti su questo Globo, la Terra non è che un luogo dove ci siamo insediati, ma siamo solo ospiti qui. Ciò che è intorno a te, nella natura, rimarrà per sempre nel corso dei secoli. Ma di te e di me, di noi, non rimarrà alcuna traccia. E’ questo il senso di impermanenza.>>

<<Credo di capire. Dovremmo tutti sfruttare questo senso di impermanenza, così finchè siamo qui, possiamo usare i nostri doni per fare del bene ad altri nostri simili, e per farlo alla terra, colei che ci ospita.>>

<<Tu sei una delle poche a comprenderlo, ecco perchè sei speciale.

<<Anche lei lo è, Mr. Pitor.>>

<<Sono cosa?>>

<<Una persona speciale.>>

 

Tratto dal nuovo libro di Letizia Turrà

Image credit: Wallpaper (scrittura google)

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