UNA TEORIA SULLA FORMAZIONE DELL’UNIVERSO – di Alessandro Benassai

L’Universo è costituito da una porzione di spazio fluido adinamico reso dinamico dalle energie dell’Assoluto, spazio circoscritto nello spazio fluido adinamico infinito ed eterno.

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La materia è fluido spaziale dinamizzato. Tutti i gradi di densità della materia, come tutte le forme di energia, derivano dalla forza che dette inizio al divenire del Cosmo. Se questa forza che tiene in vita smettesse di fluire, tutto ritornerebbe quello che era senza le energie dell’Assoluto: parte del “nulla” infinito ed eterno dal quale l’uomo e l’Universo furono tratti all’essere.

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Il Cosmo ha una struttura sferica che diventa sempre più omogenea man mano che la nostra visione abbraccia scale dimensionali sempre più grandi, oppure quando lo osserviamo a scale sempre più piccole sino ad arrivare alla materia prima. Al di là della sfera cosmica, nell’eternità, è il Regno di Dio e di Cristo, secondo la Sua affermazione: “Il mio regno non è di questo mondo”.  L’inizio di una vita nuova conforme a quella di Cristo, coincide con l’uscita dal Cosmo secondo il suo insegnamento: “Io non sono di questo mondo e voi che mi seguite non siete di questo mondo”.

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Quando si parla di spazio universale s’intende quella porzione finita di spazio fluido adinamico reso dinamico da una energia infinita la cui Sorgente è preesistente. Lo spazio universale non è un vuoto nei confronti della materia che sarebbe il pieno, non è un nulla, inesistenza: dal momento che lo vediamo e gli attribuiamo delle caratteristiche, esso non solo esiste, ma preesiste alla Creazione.  Heisenberg principio

La moderna teoria quantistica dei campi conferma  lo stato dinamico dello spazio universale considerandolo in continua fluttuazione quanto-meccanica, come un agitarsi di coppie di particelle virtuali di materia e antimateria; quest’ultime, protette dal principio di indeterminazione (di Heisenberg), nascono e si annichiliscono tra loro continuamente. Lo spazio tra le stelle viene così pensato in costante equilibrio dinamico.
universo 6Secondo il suddetto principio, energia e tempo, al pari di altre coppie di grandezze come posizione e velocità, non possono essere misurate simultaneamente con precisione; se lo spazio fosse privo di qualsiasi forma di energia, allora sarebbe possibile determinare la velocità e l’energia di una particella virtuale uguale a zero, con un errore pari a zero, violando così il principio stesso. Fu la potenza del suono a rendere turbolento lo spazio universale causandovi il fenomeno della sonoluminescenza. L’onnipotenza del Verbo produsse nell’abisso, eterno ed infinito, una voragine, si udì allora il fragore delle grandi acque che vi precipitarono a vortice, le acque del mare agitato della vita.

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Il movimento vorticoso generò i primi vortici di grande scala che a loro volta produssero vortici sempre più piccoli dando origine al fenomeno della cascata di energia. L’energia cinetica introdotta alle scale più grandi alimentò l’energia di vortici minori senza alcuna dissipazione, e quando le dimensioni delle strutture vorticose diventarono sufficientemente piccole sì da costituire il limite della materia prima, l’energia cominciò ad essere dissipata dai vortici sotto forma di radiazione e apparve la luce.

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Materia ed energia, tempo e spazio, sono costituiti da una minima quantità indivisibile, i veri atomi primi; se fossero divisibili all’infinito, allora se ne negherebbe l’esistenza. La forma sferica di ogni micro vortice è dovuta al movimento di rotazione dell’energia in uno spazio minimo circoscritto. Si forma una bolla di spazio dinamico i cui confini possono resistere alla pressione esercitata dagli altri micro vortici perché nell’Universo non esiste un punto vuoto, una zona non dinamizzata, salvo quella circoscritta dai cosiddetti buchi neri, nei quali lo spazio fluido s’incurva facendo cadere a spirale la materia circostante per essere trasformata in energia.

buchi neri

Le spire di ogni microvortice sono linee di forza capaci di risuonare su di un’intera gamma di vibrazioni, come le corde di un pianoforte, garantendo lo scambio energetico continuo che anima tutte le parti del Cosmo.

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Il più piccolo fotone, oltre al picco fondamentale che caratterizza la sua energia, produce una serie di onde che si estendono su tutto l’arco dello spettro, come una nota musicale produce per risonanza tutte le sue armoniche.
La forza che fluisce e rifluisce attraverso il centro della turbinante sfera cosmica anima ogni singola particella, di conseguenza tutto nell’Universo creato vibra e pulsa.

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La sfera universale è limitata come dimensioni: i suoi limiti costituiscono una cassa armonica nella quale i suoni possono arricchirsi di armoniche e le particelle vibrare. Se l’Universo fosse infinito, nessuna risonanza e nessuna vibrazione sarebbe possibile.
Così, per effetto della risonanza cosmica, l’accordo fondamentale della scala musicale universale può animare ogni singola parte del tutto.
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I limiti dell’estremamente grande costituiti dalla sfera universale, e i limiti dell’estremamente piccolo costituiti dai veri atomi primi indivisibili, sono i due estremi del Tutto cosmico tenuto in esistenza dall’energia di una Potenza Cosciente, assoluta, atemporale, infinita, onnipotente, onnisciente, che si rivela con la creazione dell’Uomo dell’Universo o Uomo Universale cosciente. Se questa energia vitale cessasse per un attimo di fluire e rifluire tutto scomparirebbe nel nulla dal quale fu tratto all’essere.

COME CI INFLUENZA LA MUSICA – di Paola Rachini

musica 6Che il suono e la musica abbiano un’influenza su di noi è una delle prime cose che sperimentiamo: gli esperti ci dicono che già nel grembo materno siamo sensibili a stimolazioni sonore e musicali e questa azione formativa, importante per lo sviluppo cognitivo, emotivo, relazionale dell’individuo, continua e si intensifica con la crescita, tanto che ad oggi si è riscoperto il valore dell’educazione musicale per lo sviluppo complessivo della persona.
Diciamo “riscoperto”, perché del potere modellante della musica, del suo ruolo didattico e terapeutico erano a conoscenza già molti secoli fa civiltà come quella egizia, greca, cinese, che riconoscevano a quest’arte un predominio nella formazione dell’individuo e addirittura le attribuivano una funzione sacrale di elevazione dell’anima attraverso l’ascolto delle opportune melodie e tonalità.musica 1
Pitagora poneva l’educazione basata sulla musica come fondamentale, in quanto l’utilizzo di determinati ritmi e melodie faceva sperimentare un’influenza diretta sull’indole della persona, consentendo di riportare equilibrio nel fisico e nella psiche. Anche secondo Platone la musica, ponendosi oltre una finalità meramente estetica, assurgeva ad un ruolo formativo essenziale per l’individuo ed era da considerarsi una vera e propria medicina per l’anima.
Quindi già nella tradizione classica si parla di un’azione della musica che va a incidere molto in profondità nell’uomo e nella donna, tanto da consentire, oltre ad esempio la cura di un organo fisico, il mutamento di una tendenza comportamentale, la correzione di un impulso sregolato, la terapia per forme patologiche della psiche, fino a ripristinare un equilibrio interiore corrispondente ad un’armonia superiore.energie uomo
L’essere umano è un insieme complesso di corpo e coscienza, di soma e psiche, perciò, per riuscire a cogliere l’effettiva portata dell’influenza della musica, bisogna tenere conto di questa struttura multiforme.
Come è possibile infatti che la musica sia così potente nel generare emozioni differenti, nel promuovere riflessioni, intuizioni, insomma, che sia in grado di modellare in profondità la persona? Dove si verifica la ricezione del suono?
Nel “Trattato di musica e melurgia archeosofica” viene specificato che il luogo in cui avviene la percezione, la coscienza e l’elaborazione della musica è l’anima, intendendo con questo termine genericamente la parte spirituale dell’essere umano, l’anima intesa come luogo della coscienza.
Dalla fenomenologia della percezione acustica sappiamo che le onde prodotte da una fonte sonora comprimono ed espandono l’aria, giungono all’orecchio, provocando la vibrazione della membrana timpanica dopo il passaggio nel condotto uditivo esterno, secondo un processo fisio-meccanico. Da qui le vibrazioni si ripercuotono su una catena di ossicini, fino a giungere all’organo di Corti, deputato a trasformare in impulsi nervosi le onde di pressione ricevute, attraverso delle particolari cellule ciliate. Si ha a questo punto la conversione dell’energia meccanica in energia bio-elettrica, che a livello cerebrale i neuroni utilizzano per il trasporto dell’informazione.vibrazioni 66
Nel processo dell’ascolto quindi la vibrazione da meccanica si fa elettrica, ma questa trasformazione non sarebbe sufficiente a determinare l’elaborazione cosciente del suono, perché la vibrazione sonora, per poter assumere una valenza di carattere emotivo, intellettuale o spirituale che sia, deve giungere alla coscienza, quindi deve corrispondere ad una determinata gamma. Il suono passa alla coscienza allorché la vibrazione cambia “natura” ulteriormente, convertendosi in una vibrazione psichica[1].
Si può pensare che questo fenomeno si verifica in virtù del fatto che tutto ciò che esiste è materia in vibrazione, secondo una distinzione di grado e di frequenza.musica delle sfere 2
Dallo studio della costituzione invisibile dell’uomo e della donna[2] sappiamo che l’essere umano è composto di materia fisica con una sua frequenza vibratoria, ha una struttura emotiva dalla vibrazione più sottile che compenetra la precedente, una struttura mentale necessaria per produrre pensieri dalla frequenza ancora più rapida, e possiede una parte spirituale; diversi piani di percezione, ma collegati l’uno all’altro, perché costituiti di un’unica materia a frequenza vibratoria differente, che consente le molteplici espressioni dell’essere umano in termini di azione, emozione e pensiero.
Anche il suono ha una natura complessa per cui manifesta una corrispondenza sul piano fisico come onda sonora e ha una sua controparte psichica e spirituale.musica delle sfere
“All’acustica – si legge ancora nel “Trattato di musica e melurgia archeosofica” – fa seguito una metafisica del suono. È questa la grande realtà che si prospetta al cercatore della Verità”. La natura metafisica del suono può fungere da tramite nei vari piani della coscienza.
Esiste una interdipendenza tra corpo e psiche, tale che una sensazione fisica si traduce in una percezione emotiva e richiama un certo pensiero, viceversa un’idea, una preoccupazione, un’emozione negativa si ripercuote in un malessere fisico, secondo un processo somato-psichico e psico-somatico.
La vibrazione sonora è in grado di spezzare i legami della materia, se pensiamo al bicchiere di cristallo mandato in frantumi dall’acuto di un soprano; può disporla secondo delle linee di forza, organizzandola in forme geometriche di varia articolazione in funzione della tipologia della stimolazione sonora, della frequenza vibratoria.
cimatica 44Ne dà dimostrazione il fisico tedesco Chladni nel 1700, facendo vibrare con l’archetto del violino dei piatti di vetro e metallo sui quali dispone polvere di licopodio, che si distribuisce in forme variabili man mano che la vibrazione sonora cambia.
Noti sono anche gli studi di cimatica dello svizzero Hans Jenny a metà del ‘900, che ha reso visibile il sottile potere attraverso il quale il suono struttura la materia: ponendo sabbia, ferro o liquidi su un piatto metallico collegato ad un oscillatore in grado di produrre ampi spettri di frequenze, ottiene risultati simili.Hans Jenny
Del resto anche Pitagora sosteneva che “la geometria delle forme è musica solidificata”. Altri interessanti studi ed esperimenti più contemporanei testimoniano questa capacità del suono di dare alla materia una determinata forma, ora più armonica ora meno.
Masaru EmotoMasaru Emoto, scienziato e ricercatore giapponese scomparso di recente, negli ultimi anni ha messo a punto una tecnica per esaminare al microscopio e fotografare i cristalli che si formano durante il congelamento di diversi tipi di acqua; ha poi fotografato l’acqua esposta a parole scritte, a musica, a preghiere, parole pronunciate, acqua di montagna, acqua inquinata e ha verificato che i cristalli dell’acqua trattata mutano di struttura in modo armonico o caotico.cimatica 33
Tali sperimentazioni hanno reso visibile un meccanismo che appartiene al potere del suono, ovvero quello di andare ad agire sulla vibrazione della materia. Se ciò avviene in modo così evidente con la materia più grossolana, che è quella fisica, possiamo immaginare che l’interazione con le vibrazioni più sottili – energetiche e spirituali – che costituiscono l’individuo, sia ancora più marcata.
Emozioni, sentimenti, pensieri hanno una loro struttura energetica, sono fatti di materia dalla vibrazione più o meno rapida, possono essere percepiti come luci, colori e anche suoni e sono soggetti al potere modellante della musica.
emozioniAppurato che la struttura che in noi recepisce ed elabora le frequenze sonore ha una certa complessità, possiamo chiederci: cosa rende la musica così potente nel generare emozioni?
La musica è uno dei mezzi più diretti per promuovere stati d’animo differenti o impressioni particolari, ha un potere indiscusso nel modificare il nostro umore. Un brano può rievocare dei ricordi e le emozioni ad essi collegate, può rasserenare o infonderci dinamismo, può farci divertire e svagare, oppure può indurre a uno stato di raccoglimento e riflessione… Insomma, ogni musica ha la sua funzione, la sua utilità, la sua bellezza. C’è una musica adatta per ballare, per fare jogging, per gli allenamenti in palestra, per marciare, per combattere, per riflettere, per spingere a fare acquisti, per ispirare il senso patriottico, per esaltare le passioni e le emozioni umane, per risvegliare un senso più intimo e spirituale. Tanti generi musicali e altrettanti componimenti che descrivono la molteplicità degli aspetti che costituiscono l’essere umano e la sua vita e che vengono utilizzati in funzione delle finalità che si vogliono ottenere.emozioni 2
Ma cos’è che rende una musica allegra o malinconica, ricaricante o pacificante? Come la tradizione antica ci insegna sono gli elementi che compongono un brano a caratterizzarlo e senza essere musicisti provetti sappiamo per esempio che il tempo più lento di brani come il Sonata al chiaro di luna di Beethoven o l’Aria sulla 4° corda di Bach tenderà a essere percepito come più riposante, mentre il ritmo di una samba brasiliana facilmente susciterà dinamismo e voglia di muoversi. L’influenza del ritmo si avverte con immediatezza, andando a incidere sui ritmi fisiologici come il battito cardiaco, la respirazione, le onde cerebrali e di riflesso sui ritmi delle emozioni e dei pensieri.
Sappiamo anche che i brani composti in tonalità maggiore tendono alla brillantezza e al dinamismo, mentre la tonalità minore è solitamente percepita come più melanconica, come dimostrano ad esempio la Polacca Eroica in La diesis maggiore di Chopin o al contrario l’Adagio di Albinoni in sol minore.
Insomma, quando un musicista compone un brano, a seconda di ciò che vuole esprimere e dell’effetto che vuole suscitare, utilizza una serie di “ingredienti”/elementi musicali, che abbinati andranno a caratterizzare la composizione.frattali
Eppure non è così facile dare un’interpretazione univoca alle emozioni che può trasmetterci un tema musicale, per esempio un ascolto che a me evoca tristezza per un altro può essere rilassante o romantico, questo perché ci sono molte componenti soggettive che contribuiscono a dare un giudizio e una decodifica. Magari sarà difficile che un brano generalmente ispirante gioia e dinamismo sia percepito proprio all’opposto come malinconico, ma la percezione rimane sempre soggettiva.
Per quanto esistano delle componenti oggettive nella musica, cioè delle strutture, degli elementi usati da sempre nelle composizioni per denotare il componimento secondo un tipo di influenza, è anche vero che ciascuno ha una sua costituzione psicologica, una sua storia, una sua frequenza vibratoria complessiva e sceglierà o si accorderà con ciò che gli è più affine per il suo carattere o per lo stato d’animo del momento. Ci si accorda, cioè si risuona con ciò che vibra alla stessa frequenza del nostro stato d’animo.tips - abbiati - Music therapy
Da un punto di vista più approfondito potremmo dire che la preferenza per un tipo di musica rispetto a un’altra abbia una corrispondenza con le caratteristiche dell’ascoltatore, ovvero scelgo di sentire ciò che mi è più affine, ciò con cui sono più in sintonia, in risonanza. L’individuo è composto da un insieme caratteristico e suo proprio di vibrazioni, una musicalità data dall’attività vibratoria e quindi dalla tonalità delle emozioni, dei pensieri, delle passioni, dello stato di salute. Un complesso “musicale” che rivela lo stato della persona, la sua interiorità, le sue attitudini, i suoi gusti, la sua educazione, il contesto in cui vive, insomma una serie di variabili che ci fanno comprendere come ogni individuo naturalmente è a sé, “vibra” su una sua nota fondamentale; tonalità che ovviamente può essere corretta, armonizzata e raffinata utilizzando proprio la musica.musica 2
Nel mondo classico si aveva una chiara percezione della diversa influenza operata dalle modalità musicali, come ci ricorda Platone nella “Repubblica”, che indica quali scale compositive dovevano essere utilizzate per rafforzare le virtù migliori nell’uomo e quali dovevano essere evitate perché diseducative e inclinanti al disordine interiore.
Gli antichi sapevano che per garantire la salute al corpo era necessario in primo luogo ripristinare l’armonia dello spirito, gerarchicamente predominante sulle funzioni corporali, in quanto principio formativo del corpo.musica 5
La salute dello spirito dipendeva dalla sintonia con l’armonia perfetta celeste, l’armonia divina che la musica, linguaggio del Creatore e specchio delle matematiche celesti, riusciva a replicare attraverso l’utilizzo delle opportune scale musicali e tonalità. L’anima, con la sua vibrazione, è rappresentabile come un numero in movimento, come “nota” musicale, che può sintonizzare con la vibrazione dei suoni e delle melodie appositamente modulate secondo le leggi matematiche che regolano sia gli intervalli della scala musicale sia la perfezione della creazione.
Su questa linea più genuina di musica sacra si è sviluppata in modo innovativo la musica archeosofica, che concepisce la musica come melurgia, ovvero come azione della musica e del canto nell’interiorità della persona, per risvegliarne le potenzialità latenti e le aspirazioni di ordine superiore.donna loto rosa volto

 

[1] T.Palamidessi – “Trattato di musica e melurgia archeosofica”, p.1
[2] T.Palamidessi – Quaderno 8 – “La costituzione invisibile dell’uomo e della donna”