Libro, facci ridere! è un saggio contenuto nella collana Strumenti, Infanzie della Mondadori scritto da Paola Zannoner, che questa volta si misura con la narrativa per ragazzi di genere umoristico

Il sottotitolo recita ‘ricette di lettura e scrittura umoristica’ ma la guida è decisamente sbilanciata sulla scrittura umoristica, a discapito delle ricette di lettura. E questo è uno svantaggio per chi, come me, si occupa di lettura creativa, piuttosto che di scrittura creativa.

L’altro svantaggio sta nelle bibliografie proposte, aggiornate al 2001, anno di pubblicazione del saggio. Peccato che non si pensi a una riedizione, aggiornata, di tutti i titoli di questa collana, che sono davvero utilissimi.

Il riassunto

La prima parte è dedicata alla definizione di umorismo e alla distinzione fra umorismo e comicità.

L’umorismo è una predisposizione delle spirito che accomuna tutti gli esseri umani (più o meno) dai 5 anni in su (più o meno) che vivono in società.

E’ l’atteggiamento di chi sa rovesciare un evento drammatico, ridimensionare un ruolo, e sa cogliere nella realtà aspetti bizzarri, divertenti, insoliti, per riderne e trarne divertimento.

L’umorismo ha a che fare quindi col divertimento e lo svago (devertere, verbo latino da cui la parola deriva, implica un allontanarsi, un prendere le distanze, dagli affanni e dalle preoccupazioni, lasciandole per un attimo tra parentesi!) e con lo humour termine inglese che deriva dal latino umor e ha la stessa radice delle parole humus e humanum.

In buona sintesi, l’umorismo è una tendenza dello spirito umano, ha a che fare con il nostro essere più profondo, è connaturata agli uomini.

E – queste sono riflessioni mie, non dell’autrice – è la peculiarità, insieme alla parola, che ci distingue dal resto dei viventi. Inoltre, ha a che fare con l’istinto di sopravvivenza e ci porta a sopportare meglio le difficoltà e i drammi. Non per nulla, chi sa reagire alle difficoltà della vita è considerata una persona “di spirito”.

La comicità invece è tutt’altra cosa: da Aristotele in poi, è la rappresentazione del ridicolo e la capacità di riprodurlo con maschere e gestualità.

L’umorismo:

  • si sviluppa nell’interazione fra l’essere umano e la realtà che lo circonda e presuppone la capacità dell’individuo di leggere la realtà in modo originale, nuovo, inatteso, inaspettato
  • si basa unicamente sulla comunicazione, e questo è un altro tratto che lo distingue dalla comicità
  • consente di comunicare in modo più efficace.
  • aiuta a superare la distanza e la freddezza nei rapporti umani

Il senso dell’umorismo si sviluppa e cambia in rapporto con l’età. Ciò significa che un percorso di lettura efficace deve proporre testi umoristici adeguati allo sviluppo psichico ed emotivo e alle capacità linguistiche del lettore.

Le tecniche umoristiche si basano su:

  • il contrasto tra due ambiti di valori che siano noti a chi legge. L’umorismo nasce in questo caso dal contrasto fra una visione stereotipata e la rappresentazione dell’esatto opposto.
  • il rovesciamento di modelli culturali condivisi
  • battute ad effetto e gag che rivelano qualcosa di inaspettato e tale rivelazione genera sconcerto e divertimento

Incrociando quindi queste due variabili (età del lettore e tecniche umoristiche) la Zannoner propone alcuni percorsi di letture umoristiche:

  • 5 – 8 anni: i tabù, l’osceno, il proibito: vai col liscio con tutto ciò che ha a che fare con puzze, sporcizia, cacca, … tutte cose che per un bambino di quella fascia d’età rappresentano una trasgressione agli ordini dei genitori (lavati, togliti le dita dal naso, senti che puzza, metti in ordine, ecc ecc)  e suscitano risate a 36 denti! Io penso che in tutto ciò abbia un qualche peso anche il fatto che i bambini non si aspettano di sentire un adulto che legge ad alta voce o è disposto a commentare con loro di una storia che parla di cacca, pronunciando perfino questa parola!
  • 9 – 11 anni: il sovvertimento dei doveri e delle regole: via libera ai monelli, che sovvertono le regole familiari e scolastiche e creano nuove regole: Gianburrasca, Tom Sayer, Pippi Calzelunghe…
  • 12-14 anni: il contrasto con le convenzioni sociali o l’incapacità di adeguarsi a esse: ecco la figura della schiappa, dello sfigato, dell’imbranato, dotato però di una buona dose di autoironia (che gli permette di tenere a bada la vergogna, la paura di non essere giudicato all’altezza, la derisione da parte dei compagni, in particolare dalle ragazze) e di ironia (che gli permette di usare un codice espressivo condiviso da chi fa parte del gruppo)

A  partire da ciò, il testo propone molti percorsi bibliografici:

  • animali che parlano e ne fanno di ogni
  • libri in cui puzza, cacca, zozzerie varie la fan da padrone
  • dispetti in famiglia fra fratelli, genitori strambi, scuole pazze, “somarate” varie

Ripeto, le bibliografie son datate. In rete ne trovate molte più aggiornate, anche perché nel frattempo molti titoli indicati sono andati fuori catalogo.

Adesso però, sapete scegliere il libro umoristico più adatto per andare a colpo sicuro sul lettore!