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La rassegna: L’inizio

La festa dell’inizio di qualcos’altro

mercoledì, settembre 19th, 2012. Filed under: bambini e ragazzi Libri by Barbara Ferraro

L'inizio - Sonja DanowskiQuando penso alla bellezza della decadenza, allo splendore dell’autunno, all’intensità della sostanza rappresentativa di ciò che è stato e più non è, immagino sempre (e mi figuro) un ramo di rosa ormai spoglio di foglie, ornato solo delle bacche (che ad annusarle ancora profumano, a toccarle non c’è nulla di più liscio). Quei frutti di rosa rappresentano il ricordo della rosa e il suo futuro. Non c’è più il fiore, ma c’è stato e tornerà ad esserci. La bacca è viva.

Per questa ragione mi ha investita un’ondata di intensità ed empatia quando aprendo L’inizio, albo narrato da Paula Carballeira e illustrato da Sonja Danowski, mi sono trovata dinanzi rami e rami di rosa d’autunno: le spine ancor più irte e pungenti, qualche foglia accartocciata, altre distese ma secche, e decine e decine di bacche che sono vive di un rosso bruno che trasuda profumo di rosa.

L'inizio - Sonja Danowski

Questo albo racconta di ciò che è stato e adesso non c’è più; me ne convinco ancor prima di leggerlo; mi rassicurano però il titolo e le bacche di rosa: racconta anche della speranza di un nuovo inizio. E infatti a sfogliarlo mi ritrovo in strada, dopo una terribile guerra, e mi sento sperduta perchè mi trovo proprio lì, tra pali della luce divelti, muri crollati, a camminare tra pezzi di legno che una volta erano porte, finestre. Respiro la polvere grigia come l’aria e mi soffermo a guardare una carrozzina quasi schiacciata tra delle assi e una bicicletta dalle ruote contorte. Poi incontro una famiglia: i volti giovani e luminosi dei genitori mi rassicurano, quelli dei due piccoli celano un inconsapevole desiderio di rivalsa. Sono ombrosi, corrucciati: non hanno più casa; però hanno una macchina per dormire e in qualche modo ce la faranno. Questo lo so, perché ricordo le bacche e perché alcune di loro, a un certo punto, diventano strumento di gioco e s’aggiungono a qualche biglia colorata su di un marciapiede.

L'inizio - Sonja Danowski

Le parole di Apula Carballeira sono portatrici di speranza e dicono con levità di pace e speranza. La voce narrante, non a caso, è quella di un bambino. La si percepisce impaurita e stanca ma capace di entusiasmarsi ascoltando i racconti di ricette di un vecchio cuoco o nel prendere coscienza del suo essere sopravvissuto, del non essere solo, della possibilità di giocare, di ricominciare.

Ho trovato le illustrazioni iperrealiste di Sonja Danowski di una vitalità struggente: curate in ogni dettaglio si dischiudono in un istante, come certi sorrisi; pochi colori, peraltro tenui, e molto grigio danno luogo e tempo a distruzione, smarrimento, rinascita e coinvolgono, raccontando meravigliosamente.

Titolo: L’inizio
Autore: Paula Carballeira, Sonja Danowski
Editore: Kalandraka
Dati: 2012, 36 pp., 14,00 €

 

La Rassegna: GIACOMINO E LE GHIANDE

Dal blog Letteratura Candita

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

GIACOMINO E LE GHIANDE, Tim Bowley, Inés Vilpi Kalandraka, 2012 ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

“Giacomino piantò una ghianda, ma…prima che potesse crescere, uno scoiattolo la dissotterrò e la nascose. Giacomino piantò una ghianda. Germinò, germogliò, ma…un cavallo la calpestò e la schiacciò. Giacomino piantò una ghianda. Germinò, germogliò, crebbe, ma…” Ma ogni volta arriva qualcuno e la ghianda del povero Giacomino ha un altro destino e non riesce mai a diventare albero. Giacomino diventa grande piantando le sue ghiande, da bambino che era quando ha piantato la prima, la seconda la pianta da ragazzino, la terza è un bel giovanotto, finché quella che pianta da vecchio finalmente riesce a diventare una grande quercia che ospita tra i suoi frondosi rami molti uccelli e fa una grande ombra sotto cui Giacomino e i suoi amici trovano il fresco nei giorni d’estate. Da grande quercia qual è nessuna capra può mangiarsela e nessun bambino può spezzare i suoi fragili rami, perché i suoi rami ora sono possenti e pieni di foglie e di nuove ghiande che, ricominciando il ciclo, daranno vita a nuove querce, con nuove foglie, nuovi rami e saranno mangiare per scoiattoli e capre, finiranno sotto gli zoccoli di un cavallo e rotti sotto il peso di bambini o tagliati per bruciare in un caminetto. Giacomino e le sue ghiande ci ricordano che nella vita perseverare, insistere nei propri intenti porta ad un qualche risultato. Così come Giacomino tenta e ritenta nella sua attività di piantatore di ghiande, altrettanto fa la ghianda, cercando di schivare zoccoli di cavalli, bocche di capre fameliche e zampe di scoiattoli voraci con lo scopo di portare a termine la sua missione di seme, ovvero diventare albero! Carla Noterella al margine. I disegni di Inés Vilpi sono coloratissimi. Alcuni particolari sono veri e propri esercizi decorativi. Ai bambini piaceranno i villaggi movimentati che sono lo sfondo di molte tavole. Ma ai bambini piacerà moltissimo anche il testo che gioca con loro attraverso le parole che si ripetono, quasi a volerli ‘chiamare dentro’, in un’eco che si ripete tra scritto e parlato. Sarà un caso o il nome Giacomino destina chi lo possiede ad avere la verve del giardiniere e del piatatore di semi, di ghiande o di fagioli…magici?

Carla Ghisalberti