La festa dell’inizio di qualcos’altro
Quando penso alla bellezza della decadenza, allo splendore dell’autunno, all’intensità della sostanza rappresentativa di ciò che è stato e più non è, immagino sempre (e mi figuro) un ramo di rosa ormai spoglio di foglie, ornato solo delle bacche (che ad annusarle ancora profumano, a toccarle non c’è nulla di più liscio). Quei frutti di rosa rappresentano il ricordo della rosa e il suo futuro. Non c’è più il fiore, ma c’è stato e tornerà ad esserci. La bacca è viva.
Per questa ragione mi ha investita un’ondata di intensità ed empatia quando aprendo L’inizio, albo narrato da Paula Carballeira e illustrato da Sonja Danowski, mi sono trovata dinanzi rami e rami di rosa d’autunno: le spine ancor più irte e pungenti, qualche foglia accartocciata, altre distese ma secche, e decine e decine di bacche che sono vive di un rosso bruno che trasuda profumo di rosa.
Questo albo racconta di ciò che è stato e adesso non c’è più; me ne convinco ancor prima di leggerlo; mi rassicurano però il titolo e le bacche di rosa: racconta anche della speranza di un nuovo inizio. E infatti a sfogliarlo mi ritrovo in strada, dopo una terribile guerra, e mi sento sperduta perchè mi trovo proprio lì, tra pali della luce divelti, muri crollati, a camminare tra pezzi di legno che una volta erano porte, finestre. Respiro la polvere grigia come l’aria e mi soffermo a guardare una carrozzina quasi schiacciata tra delle assi e una bicicletta dalle ruote contorte. Poi incontro una famiglia: i volti giovani e luminosi dei genitori mi rassicurano, quelli dei due piccoli celano un inconsapevole desiderio di rivalsa. Sono ombrosi, corrucciati: non hanno più casa; però hanno una macchina per dormire e in qualche modo ce la faranno. Questo lo so, perché ricordo le bacche e perché alcune di loro, a un certo punto, diventano strumento di gioco e s’aggiungono a qualche biglia colorata su di un marciapiede.
Le parole di Apula Carballeira sono portatrici di speranza e dicono con levità di pace e speranza. La voce narrante, non a caso, è quella di un bambino. La si percepisce impaurita e stanca ma capace di entusiasmarsi ascoltando i racconti di ricette di un vecchio cuoco o nel prendere coscienza del suo essere sopravvissuto, del non essere solo, della possibilità di giocare, di ricominciare.
Ho trovato le illustrazioni iperrealiste di Sonja Danowski di una vitalità struggente: curate in ogni dettaglio si dischiudono in un istante, come certi sorrisi; pochi colori, peraltro tenui, e molto grigio danno luogo e tempo a distruzione, smarrimento, rinascita e coinvolgono, raccontando meravigliosamente.
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Titolo: L’inizio
Autore: Paula Carballeira, Sonja Danowski
Editore: Kalandraka
Dati: 2012, 36 pp., 14,00 €