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Maria Grazia Galatà ha rivolto l’invito di “Una vita nell’arte” a Loredana Raciti, che ha risposto come segue. Grazie Loredana.

L‘ arte mi ha presa da quando ero bambina non ancora consapevole che era la mia via di fuga da una famiglia troppo rigida e borghese, non incline allo stato spirituale dell’essere. Mi sono rifugiata lì in quell’arte quasi autistica di una bambina di tre anni. Ogni scarabocchio o collage con la carta che maniacalmente tagliavo era viva, mi sembrava di stare dentro ad un mondo vitale, dove non esisteva il dolore. L’approccio nacque così e durò per sempre senza rendermene conto, seguivo il filo nel labirinto della vita, e, come Arianna, sono sopravvissuta al Minotauro dei disagi che creano le esperienze di un essere umano, mi sono salvata da sola, io principe di me stessa, nessun Teseo a supportarmi o abbandonarmi su un isola da sola.

Proprio nella mia natura malinconica ed ironica, ho trovato la mia vocazione, provare tante tecniche, dal disegno alla pittura, dai collage, alla video arte o alla FotoFusione. Si dice in questi casi poliedrica, un parolone, oppure si definisce monotematico chi usa sempre la stessa tecnica, un altro parolone. Solo gli umani possono incasellare l’arte, dare nomi a tutte le cose per controllarle, questo mi disturba, la vita è fatta di sfumature e tratti, certi e incerti.

L’ arte, se ne cogli il vero significato è umile, si arrotola le maniche e cerca l’oro del fare e del creare, il nero pece dell’anima sempre travagliata, ci si confronta, non gongola di sé, credo che entrare davvero nel pianeta arte, sia un viaggio interiore, per abbandonare totalmente l’ego, non è immediato e neanche semplice, ma la ricerca è quella, spogliarsi di ogni sovrastruttura e complessi sia di superiorità che al contrario di inferiorità. L’arte ha molto a che fare con la meditazione, mollare, lasciar andare la mente che è un limite, ogni creatore (dire artista è un po’ generico) ritengo abbia il suo percorso personale, ma se è onesto con se stesso si vota all’arte senza aspettarsi niente, è quasi un percorso ascetico, se si vuole la vetta è interiore, ottenere il successo è come vincere alla lotteria.

Non è mai una questione di talento, se bastasse solo quello sarebbe facilissimo, sono tante linee che si intersecano: la conoscenza, il potere, i consensi, le quotazioni, i supporti di mecenati ed estimatori, è tutta una connessione quasi impossibile, e non è mai sicuro che chi arriva sia il migliore. L’arte va vissuta, come San Francesco, con l’umiltà di vedere il tutto ed anche l’oltre, se poi accade, è quasi un miracolo.
Il mondo dell‘arte è un’arena feroce, e il creatore, come il gladiatore, si deve procurare il lasciapassare per la libertà. Ci sono infine i creatori tuonanti che la loro libertà la conquistano in solitaria con lacrime di sangue e pezzetti di anima.

Loredana Raciti