Decorare con i fiori: 10 pioniere dei bouquet sostenibili

Bouquet a Km zero, fatti con fiori rigorosamente di stagione, coltivati localmente e senza diserbanti: la filosofia Slow Flower arriva in Italia. Ed è tutta al femminile

di Cecilia Dardana

È cominciato tutto nel 2007, quando la scrittrice americana Amy Stewart ha pubblicato il suo libro Flower Confidential: The Good, the Bad and the Beautiful in the Business of Flowers, una sorta di indagine su ciò che avviene dietro le quinte dell’industria dei fiori a livello globale. Cioè una serie di storture e forzature che ci consegnano fiori più grandi, più luminosi e più robusti di quanto Madre Natura non sia in grado di fare. Il libro è stato una rivelazione, che ha scatenato degli interrogativi fino a quel momento rimasti sotto traccia. Da dove arrivano i fiori che compriamo? In quali condizioni e con l’uso di quali sostanze sono stati coltivati? Come sono stati conservati? Quali mani li hanno prodotti?

Erano anche gli anni dello Slow Food, che aveva cominciato a rivoluzionare l’industria alimentare globale. E proprio sulla scia di questo movimento, nel 2013 la scrittrice di Seattle Debra Prinzing ha dato vita al progetto Slow Flower, che promuove un’industria floricola etica e sostenibile, nel rispetto di tempi e stagioni, e che mira a sostenere una filiera corta collegando agricoltori, fioristi, negozi e clienti. Una filosofia che diventa ben presto un vero e proprio movimento di portata mondiale.

SlowFlowers Italy, le pioniere dei fiori sostenibili

In Italia dal 2017 opera l’associazione culturale SlowFlowers Italy, che promuove la coltivazione sostenibile di fiori italiani e stagionali e un floral design ispirato alla spontaneità della natura. È aperta a tutti coloro che credono in un’arte floreale etica ed eco-sostenibile. Tra le donne – di uomini se ne vedono ancora pochi – delle flower farm che diffondono questa cultura più etica dei fiori, c’è Marzia Barosso che nel 2018 ha aperto l’azienda agricola Viale Flower Farm nelle colline del Monferrato.

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© Worm.

Qui si coltivano 150 specie e oltre 350 varietà di piante annuali e perenni, con cui vengono realizzati allestimenti floreali, e si organizzano dei workshop sulla coltivazione organica e il floral design sostenibile. È una passione tutta al femminile quella di Valentina e Cristina Giardini della bolognese Val dei Fiori, dove tutto ruota attorno alle risorse del territorio lungo le sponde del torrente Quaderna, dalla collina alla pianura. Antichi frutti, erbe selvatiche, specie e varietà di fiori meno presenti sul mercato sono oggetto di composizioni ricche e artistiche.

Alessandra Milici ha rallentato i ritmi per riallinearli a quelli della natura. È successo nel 2016 durante una passeggiata nella newyorkese Union Square, dove per la prima volta è venuta in contatto con il movimento Slow Flower. Così, da architetto che era, ha cominciato ad affondare le mani nella terra. Alessandra è il cuore e le braccia che stanno dietro a Victoria Urban Flower Garden, piccola realtà agricola che produce fiori da reciso nel rispetto della stagionalità e in modo sostenibile. Come lei, anche Silvia Micheli si è da poco lanciata in una nuova avventura. Si i chiama I giardini di Mafalda, una piccola “oasi” – come la chiama lei – a Rieti, dove coltiva fiori, essenze e fogliami da recidere, rispettando le stagioni e i tempi della natura.

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Il profumo dei fiori – Foto © Eleonora Proietti

Ma che la cultura Slow Flower sia (ancora) di nicchia è facile intuirlo, ecco perché per sopravvivere c’è chi sceglie di affiancare alla coltivazione attività alternative, come yoga, workshop o servizi di hospitality. È quello che ha fatto Azzurra Scerni che con il suo Il Casale Denari, ha dato vita al primo flower resort in Italia, un edificio del Seicento circondato da 50 ettari immersi nella natura per un ritorno a ritmi lenti. Roberta Bajona e Nadia Benatti hanno invece pensato a un modello a subscription: la loro start up, che hanno fondato dopo aver deciso di mollare il mondo della finanza europea, si chiama Fiore Urbano e prepara mazzi di fiori freschi appena colti, consegnandoli in abbonamento a Milano. Si appoggiano a realtà locali che coltivano fiori nel pieno rispetto della filosofia Slow Flower.

C’è poi Sofia Barozzi che con il suo laboratorio floreale Il Profumo Dei Fiori realizza a mano mazzi di fiori freschi e recisi, pronti dopo 3-5 giorni per il ritiro o la spedizione, ma anche allestimenti e bouquet personalizzati per matrimoni, lauree, compleanni, anniversari e occasioni speciali. Anche Raw Fleurs, un micro laboratorio floreale, fa consegne a domicilio: fiori e piante biologici che, una volta ordinati online, vengono raccolti da coltivatori locali e aziende agricole biologiche eliminando gli intermediari. Gli artigiani di Raw poi confezionano il mazzo e lo spediscono direttamente a casa, “portando in città il buonumore”.

Tre sorelle con vite diverse a un certo punto hanno deciso di tornare alle loro origini e di aprire l’azienda agricola e il primo studio di floral design completamente bio nel cuore della Toscana, Puscina Flowers. Dal 2014 ad oggi Laura, Teresa e Mara si sono specializzate nella coltivazione di fiori e fogliami stagionali e hanno creato un laboratorio di composizione floreale. Partendo dai fiori selvatici, graminacee e varietà spontanee, coltivano oggi oltre 200 specie e 400 varietà di fiori e fogliami. Guardando infine fuori dai confini italiani, Terri Chandler e Katie Smyth hanno fondato Worm. nel 2016 con base nell’East London. Hanno cominciato come puro e semplice servizio di flower delivery ma ben presto hanno spiccato il volo anche nel floral design. Perché chi scopre l’arte dei fiori, se ne innamora.

 

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