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Levante, la depressione post parto e la rinascita: “Mi sentivo in difetto con tutti”

Dal 23 febbraio su Paramount+ esce il documentario della cantante “Levante Ventitré - Anni di voli pindarici”. Una sorta di confessione a cuore aperto sulle difficoltà affrontate in un anno importantissimo, di svolta per la sua vita personale e per la carriera

di CAMILLA PRATO -
20 febbraio 2024
Levante

Levante

È ossessionata dai numeri, Levante. E uno, in particolare, ha un significato molto importante: il ventitré. Data di nascita di Claudia Lagona (il vero nome della cantante, nata il 23 maggio 1987), anno della sua ‘rinascita’ umana e artistica, giorno d’uscita (il prossimo 23 febbraio) del suo documentario su Paramount +, “Levante Ventitré - Anni di voli pindarici”.

Lei preferisce chiamarla piuttosto “intervista”, come spiega in una lunga chiaccherata su Repubblica ma la sostanza rimane: nel progetto in uscita tra pochi giorni la 36enne prova a ripercorrere il suo 2023, “un anno importantissimo, di grandi rivoluzioni interiori dal punto di vista della mia identità fondamentalmente, nel senso (che) ho cerca di ritrovarmi. Soprattutto dopo la maternità”.

La nascita della figlia Alma Futura, un anno prima e lo stop per il parto. Poi arriva la depressione, un’onda nera che la travolge e la costringe a un’uscita forzata dalla scena musicale. Il ritorno, nel 2023, non è “su un palco qualsiasi, ma quello di Sanremo”. Al 73° Festival Levante porta infatti il brano “Vivo”, in cui racconta in musica il momento difficile che stava attraversando, ma anche la voglia di rialzarsi, di trovare il modo di ricominciare.

Ho voglia di credere di poter farcela A costo di cedere parti di me

Ho voglia di cedere a questa speranza Per poter credere a tutta la vita che

Vivo come viene Vivo il male, vivo il bene Vivo come piace a me

Una canzone che accompagna la graduale rinascita. “È stato come provare di nuovo ad andare in bicicletta di nuovo”, spiega in un video su Instagram in cui si annuncia l’uscita del documentario. Poi c’è il cambio di look, ora più deciso, di nuovo mora dopo aver portato per molto tempo i capelli biondo/aranciati, e il tour, con la tappa all’Arena di Verona, “pietra miliare di questo percorso, del mio sogno”. 

La depressione dopo il parto, Sanremo, la terapia

Una lunga, intima confessione insomma, in cui non tralascia di affrontare un discorso di cui non si sente quasi mai parlare, per vergogna, per paura del giudizio della società, pronta a puntare il dito su quelle donne che non ricalcano il modello perfetto di madre.

La 36enne, invece, parla apertamente – ammettendo tutte le fragilità, i dubbi, le insicurezze e i problemi – a tutte quelle donne che, come lei, sono entrate in un tunnel depressivo dopo la nascita dei figli. Anche perché quelle emozioni tanto difficili da spiegare e più ancora da vivere, ancora oggi vengono sottovalutate o non comprese, ma possono condizionare fortemente la vita di una donna.

Levante
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Lei lo fa dal suo punto di vista, spiegando che se anche la sua non è più la “vita di merda” del 2013 era comunque arrivato il momento di fare il punto, dopo un periodo in cui tutto è andato a rotoli. Perché è più facile raccontarsi piuttosto che affrontare questo argomento dall’esterno, piuttosto che parlare d’altro. “Nel 2023 ho trovato ostacoli molto alti. Sono sprofondata e risalita e ho sentito il bisogno di raccontare la mia depressione, il mio cambiamento estetico e quel Sanremo tanto strano dove ho cantato Vivo con quel look così spiazzante. Ho spiegato le canzoni perché mi sentivo in difetto nei confronti di tutti, ma ho parlato soprattutto di me”, spiega l’artista siciliana. 

“Mi sono trovata in difficoltà, la gioia di risalire sul palco era ancora sopita – ha aggiunto nell’intervista a Repubblica, parlando anche dell’esperienza sanremese –. Ci ho messo tanto a uscirne e ho avuto bisogno di terapie e farmaci”. Levante ci tiene a ribadire quanto sia stato fondamentale e lo sia per chi si trova ad affrontare una situazione come la sua, riuscire a chiedere aiuto.

Levante e Sangiovanni: il coraggio di ammettere le fragilità

Inevitabile, quindi, la domanda su Sangiovanni, il cantante veneto che una settimana fa ha annunciato sui social di volersi prendere una pausa dalla musica, per problemi di salute mentale già manifestati in altre occasioni, diventati ora insostenibili. Come molti colleghi e amici,  da Madame a Emma da Tiziano Ferro a Francesca Michielin, che hanno espresso sostegno nei confronti del 21enne, anche Levante è rimasta colpita dal messaggio lanciato dal giovanissimo artista, che ha giudicato un atto molto coraggioso.

“Non penso sia un tritacarne”, risponde a chi le chiede se definirebbe così il Festival di Sanremo (Sangiovanni quest’anno si è piazzato al penultimo posto, fatto che molti hanno associato alle ragioni dello stop). “Penso però che sia importante circondarsi delle persone giuste. Lavorare 24 ore facendo musica è bello, ma il rischio è che si mostrino le proprie fragilità. C’è bisogno di qualcuno intorno che ti dica quando fermarti”.