Sono circa le undici di una bellissima mattina di ferragosto, in una splendida cittadina marinara ,distesa sul bagno asciuga immersa in  sguardi di vita giocosi,  che solo il mare riesce a restituire con tanta leggerezza, perchè si sa il mare rende tutti un po’ bambini, anche la persona più rigida a mare riesce a rilassarsi, a riprendere contatto con la parte semplice di sé, ed è per questo che piace tanto a tutti.

Bene, vedi arrivare una donna, con abiti non da spiaggia, un pantalone scuro ed una maglietta scura con un disegno strano  dalle forme indefinite, si muove impacciata, la vedi di spalle e li per li pensi possa essere una donna musulmana che sia venuta a fare il bagno vestita come è loro usanza, poi la guardi bene e ti accorgi che quella donna la conosci e ti sorprendi, che ci fai vestita cosi, donna?.

Si siede sulla battigia proprio li, davanti a te , dandoti le spalle siete a meno di mezzo metro di distanza l’una dall’altra , comincio ad osservare le sue movenze strane, si trascina nell’acqua ed accenna ad un bagno, dice qualcosa con rabbia che finisce nell’aria, no ne comprendo il senso ma la osservo, come in tanti in spiaggia, tra curiosi e impauriti per questo “strano essere” che si aggira tra di noi.

E’ solo una donna in difficoltà, vorrei chiamarla per nome, io so’ come si chiama, la conosco, ma qualcosa soffoca quel nome ed osservo, la seguo come dentro un film,poi accade qualcosa, qualcosa che non dimenticherò per tutto il resto della vita. Lo so.

Poco più in là c’è una bambina che gioca con un bambolotto in acqua, una frazione di secondo e il bambolotto le scivola dalle mani e galleggia in acqua, allontanandosi dalla bambina, la donna nera se ne accorge e prontamente si alza dalla battigia e raccoglie quel bambolotto e lo restituisce alla bambina, con mani gentili sfiora la bambina , pochi secondi e si sentono le  urla della madre della bimba che ovviamente spaventata le intima di allontanarsi dalla figlia e la caccia via, la donna si allontana senza dire nulla, come se fosse abituata ad essere “cacciata”.

Comprensibile la paura di una madre che vede la figlia avvicinata da una donna sconosciuta, chi poteva dirle nulla, una madre teme sempre per i propri figli, d’altro canto quella donna aveva solo la “colpa” di non stare bene e certo non per scelta, un istinto materno l’aveva indotta a riprendere quel bambolotto sfuggito dalle mani sicure della bimba e restituirglielo.Chissà, quanti cuori battono in quella mente che con gesto gentile raccoglie e ridona, una scena che mi resterà impressa nella mente e che ovviamente io l’ho letta con una lente , chi ha visto perchè non sapeva solo abiti neri e movimenti strani , ha letto in evidente altra maniera. 

Per una attimo ho ripensato ad una donna che ho amato tanto per le sue poesie e storia, Alda Merini, dovrebbero leggere tutti i suoi lavori meravigliosi, la storia della sua malattia, del suo disagio, del suo dolore, che poi è il dolore di chi ha conosciuto la terribile esperienza del disagio psichico.

Chiunque può ammalarsi,questo ancora la gente non vuole capirlo, il limite tra il cosiddetto normale e la follia è sottilissimo, quelli che giudicano, etichettano ed emettono sentenze sulla vita altrui dovrebbero riflettere un’attimino in più sulla fragilità dell’esistenza.

Con una semplice telefonata, sono stati allertati gli organi competenti e la risposta è stata immediata, la rete di intervento e solidarietà è stata pronta ed efficace, quell’anima è stata aiutata.

È nei giorni come questi che la solitudine trova più facile strada per uscire dai muri del cuore in cui è chiusa, mentre molti sorridono spensierati, altri in questi giorni di festa sentono di più il peso della solitudine e l’angoscia del mal di vivere, una lezione oggi nel quaderno della vita per ricordarci che a due passi da noi c’è sempre qualcuno che ha bisogno.Quindi potenziamo pertanto la rete dei servizi sociali e della solidarietà, felice che oggi la rete abbia funzionato meravigliosamente.

Sporchiamoci le mani con opere di bene, non giriamoci dall’altro lato se vediamo cose strane, il nostro intervento può essere prezioso.