Le ere geologiche


Le stime moderne, basate su più metodi di decadimento radioattivo, calcolano per le più antiche rocce della crosta terrestre un’età di 3,8 miliardi di anni. Tuttavia oggi si pensa che l’età della Terra sia di 4,6 miliardi di anni, in base soprattutto a tre considerazioni principali: l’età radiometrica delle meteoriti è di 4,6 miliardi di anni; le più antiche rocce lunari hanno questa stessa età; i rapporti Pb206/Pb204 e Pb207/Pb204 nei minerali di piombo terrestri sono gli stessi di quelli delle meteoriti datate 4,6 miliardi di anni. Di questo lunghissimo tempo geologico solamente gli ultimi 570 milioni di anni (indicati come Eon Fanerozoico) sono ben conosciuti, grazie ai numerosi fossili ritrovati in rocce sedimentarie, mentre sui primi quattro miliardi di anni (Eon Archeozoico o Precambriano) è possibile unicamente avanzare delle ipotesi. Il Fanerozoico è distinto in tre ere, ognuna di esse è divisa in periodi (o sistemi), a loro volta distinti in epoche (o serie) suddivise in età (o piani).


La più recente «suddivisione» del tempo geologico prevede che il Quaternario non sia un’era a parte ma, a causa della sua breve durata, risulti un periodo accorpato al Cenozoico. Quest’ultimo sarebbe, quindi, distinto in tre periodi e sette epoche.

Il discorso della cronologia relativa è strettamente legato alla stratigrafia e alla necessità di individuare degli intervalli di tempo definiti nei loro limiti inferiori e superiori da associazioni di fossili. E in questo modo che nasce nel 1759, ad opera di Giovanni Arduino, l’ordinamento dei terreni in quattro gruppi (primario, secondario, terziario e quaternario) corrispondenti a quattro ere. Un’ulteriore era, anteriore alla Primaria, e definita Arcaica, fu introdotta dall’americano Dana nel 1876. L’intenzione dei padri della stratigrafia era di suddividere il tempo in intervalli, in base a fatti naturali riconoscibili su tutto il pianeta. Si pensò a cataclismi o a grossi eventi, poi con lo sviluppo della paleontologia si individuarono nell’evoluzione degli organismi i riferimenti cronologici adatti per elaborare una valida scala dei tempi (di qui i termini Paleozoico, Mesozoico e Cenozoico, che significano, rispettivamente, organismi di un periodo antico, intermedio e recente). Ma in realtà anche i processi di origine, evoluzione ed estinzione degli organismi non possono essere considerati né come fenomeni globali né tantomeno come processi immediati, in grado quindi di segnare in modo univoco il passaggio tra un’era e un’altra o tra un periodo e il successivo. Qualsiasi classificazione o suddivisione rappresenta, insomma, una convenzione.