4 luglio 2020 - 18:07

Cicloturismo nei dintorni di Milano: da Melegnano a Bascapé, tra feroci pirati e capitani coraggiosi

Itinerario sulle orme di Giangiacomo Medici, detto il Medeghino, e di Enrico Mattei, che qui morì il 27 ottobre 1962 nello schianto del suo aereo

di Paolo Robaudi

Cicloturismo nei dintorni di Milano: da Melegnano a Bascapé, tra feroci pirati e capitani coraggiosi
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Questo percorso si srotola nel territorio che da Melegnano porta sino alle campagne di Bascapè, un paesino posto all’incrocio delle tre provincie di Milano, Lodi e Pavia. Quasi dimenticato, immerso com’è nei campi, quei campi ancora con l’orizzonte posto quasi all’infinito, come una volta, quando a svettare nella pianura padana c’erano soltanto i campanili e le torri. Il nostro percorso racchiude le vite di due uomini di epoche diverse, ma che per certi versi, con modalità e sistemi differenti, arrivarono quasi in cima nella gerarchia sociale delle rispettive epoche.

Il primo è Giangiacomo Medici detto il Medeghino, signore di Melegnano. Condottiero milanese del XVI secolo, nato da una famiglia patrizia decaduta, omonima dei Medici di Firenze, inizia come giovane turbolento che a soli 16 anni assassina un rivale e per questo fugge da Milano, per diventare temuto brigante e corsaro lungo le sponde del lago di Como. Poi però fa carriera: reincontra Girolamo Morone, cancelliere del duca di Milano, e diventa sua guardia personale e forse sicario. Infeudato signore di Marignano (Melegnano), con la definitiva caduta del ducato di Milano divenne capitano di ventura mercenario al soldo del re spagnolo, combattendo ovunque ce ne fosse bisogno. Famoso per l’audacia e la ferocia nelle azioni in battaglia, morì forse avvelenato. Suo fratello Giovanni Angelo divenne papa con il nome di Pio IV: fu lui che, tramite la celebre bolla, fece diventare Melegnano un luogo speciale: «La città del perdono», concedendo l’indulgenza plenaria, ricalcando i privilegi dei giubilei romani.

Melegnano è una bella cittadina da scoprire: il centro conserva diverse chiese ed edifici di pregio, ci sono opere di illustri artisti, tra cui spicca un dipinto del Bergognone. Il bel castello visconteo con parco è nel mezzo del centro abitato. In centro abbondano i porticati con bar e ristoranti, dove fermarsi per una piacevole sosta e sentire ancora parlare in dialetto.

Il secondo personaggio è Enrico Mattei, che a San Donato fondò Metanopoli, la città giardino dei dipendenti Eni, ancora oggi modello di studio dei vari politecnici nel mondo e all’epoca modello di azienda ad alto sviluppo. La sua fine è legata a Bascapé perché qui trovò la morte, assieme ai suoi compagni di volo, il 27 ottobre 1962, precipitando con l’aereo in circostanze mai del tutto chiarite. Qui si trova il suo memoriale, nel bel mezzo delle risaie. Per arrivare a Bascapè si passa da Riozzo e si prende la strada lungo i campi.

Si attraversa Trognano, un altro luogo fuori dal tempo: un borgo fatto di una cascina e dalle vecchie case dei contadini. Interessante l’impostazione architettonica, come in tutte le cascine lombarde, realtà pressoché autosufficienti: c’è la parte produttiva, con le stalle e i magazzini, le zone abitative per il padrone e i contadini e infine la chiesa. Intorno, i terreni da coltivare. Trognano, pur essendo poco distante da Melegnano, lascia intuire ancora la vita contadina, i suoi spazi e i suoi tempi. Questa terra, questi cieli, conservano storie dimenticate, ogni zolla di terra, qui è stata consacrata dal lavoro dell’uomo, la sua fatica, il suo sudore, il sangue e la vita, nell’ombra di questi paesi e di questi prati dimenticati, da cui viene proviene la ricchezza con la quale Milano è stata edificata. A questo link si può consultare una mappa delle piste ciclabili intorno a Melegnano.

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