22 agosto 2021 - 09:17

Portalbera, il sindaco contrario ai social: «A chi scrive fake news
vado a parlare di persona»

I confronti faccia a faccia del primo cittadino: più facile spiegarsi

di Davide Maniaci

Portalbera, il sindaco contrario ai social: «A chi scrive fake news vado a parlare di persona» Pierluigi Bruni, 70 anni, sindaco di Portalbera (foto di Marcella Milani)
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È troppo facile lanciare critiche su Facebook, a volte feroci, protetti dallo schermo di un pc. O, ancora peggio, diffondere vere e proprie fake news che continuano a circolare per settimane. Sarebbe molto meglio discuterne faccia a faccia, e chiarirsi. Funziona così a Portalbera, 1.500 abitanti in provincia di Pavia. Molti abitanti lo confermano: «Hanno bussato alla porta e sul pianerottolo c’era il sindaco: voleva parlare di persona dei contenuti di alcuni post non graditi, e spiegare la posizione del Comune», come racconta il quotidiano La Provincia Pavese.

Il primo cittadino Pierluigi Bruni sorride e lo ammette. «Non amo i social network, non li uso, preferisco parlare con le persone». Bruni, 70 anni, a ottobre correrà per il terzo mandato consecutivo. Prima ancora era stato vicesindaco per 8 anni. Quasi un ventennio passato ad amministrare, sempre a contatto diretto con i suoi cittadini, senza filtri. L’ultimo episodio in cui il sindaco ha fatto il giro dei campanelli riguarda tre cani presi in custodia dal Comune a giugno. «Su Facebook — racconta — alcuni hanno affermato, a volte in modo aggressivo, che noi li avremmo abbandonati. Non è così. Il canile convenzionato, nei mesi di luglio e agosto, è saturo anche per via degli stalli temporanei. Per questi animali, irrequieti, ci volevano tre gabbie che non c’erano. Ma noi abbiamo sempre portato acqua e cibo e lo faremo fino a quando non ci sarà posto al canile». Gli animali appartenevano a u residente deceduto a gennaio. I cani si trovano ancora nei capannoni del proprietario e nessuno li ha voluti adottare. Il Comune se ne è fatto carico . Ma il paese è piccolo, la gente e i social mormorano, non sempre con toni concilianti. «Nessuno fa niente per questi cani», il commento più gentile. «Ho segnato, penna in mano, i nomi degli autori dei post e delle persone taggate — prosegue Bruni — e sono andato a trovarli. Nessun intento polemico. Semplicemente volevo mettere in chiaro come le cose scritte su Facebook fossero inesatte».

Quello dei cani è soltanto l’ultimo episodio. Era capitato altre volte che Bruni, a seguito di critiche secondo lui infondate, andasse a trovare i detrattori. Piccole questioni di paese: erbacce, un pozzetto rotto, problemi di viabilità. Quando serve, il sindaco si portava dietro anche il vigile o il responsabile dell’ufficio tecnico. «I social — aggiunge Bruni — creano un clima in cui è facile travisare, e trovo che scrivere messaggi senza avere davanti il diretto interessato porti ad essere più propensi a criticare. Qui ci conosciamo tutti. Se amministrassi un comune più grande di certo non potrei rincorrere uno per uno quelli che si lamentano, o chi scrive cose non vere, per spiegarmi. Parlarsi di persona evita la confusione, permette di chiarire e le persone spesso cambiano atteggiamento rispetto ai social».

Fare il giro dei citofoni è un vero e proprio pallino. Portalbera, come tanti altri centri minuscoli, ogni anno fa la conta degli iscritti alle scuole elementari, sperando di raggiungere un numero sufficiente ad evitarne la chiusura. «Sono andato anche nei paesi limitrofi — ammette Bruni — per convincere le famiglie a iscrivere i loro figli qui. Una comunità senza scuole è destinata a morire. Per fare il sindaco di questi tempi ci vuole calma e pazienza. Pensavo di non ricandidarmi più, ma viste le circostanze dell’ultimo anno e mezzo serve continuità». A Portalbera lo sanno: in caso di riconferma, sarà meglio evitare le critiche al Comune sui social. Molto meglio davanti a un caffè al bar o sull’uscio di casa.

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