Omicidio Mesenzana, bambini uccisi dal papà Andrea Rossin. La mamma: «Un orrore per punirmi»

di Andrea Galli

L’ex compagna di Andrea Rossin da due settimane era tornata a vivere dalla madre con i figli Giada e Alessio. Lui la perseguitava con la sua gelosia patologica: telefonate, messaggi, sembra pedinamenti

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Andrea Rossin con la’ex compagna Luana e la figlia Giada, in una foto di qualche anno fa

Andrea Rossin, 44 anni, operaio edile, uno solito cambiare sede di lavoro per problemi con ogni collega, malato di depressione e in cura da uno psichiatra, un lontano precedente per droga, si è alzato alle 6 di giovedì dal letto matrimoniale dove dormiva con il figlio Alessio, 7 anni. Ha raggiunto la cucina, riempito una moka e atteso che uscisse il caffè. L’ha versato in una tazzina e bevuto, ha aperto il cassetto delle posate e afferrato un coltello di quelli per tagliare la carne, è andato nella stanza dove riposava la primogenita Giada, 13 anni, l’ha uccisa. Tornato nella sua camera, ha tolto la vita anche ad Alessio e infine a se stesso. Ogni volta, per tutte e tre le volte, un unico fendente diretto al cuore.

«Devi tornare con me»

Primo piano di una villetta in via Pezza a Mesenzana, piccolo paese in provincia di Varese circondato dalle alture boschive dei sentieri che regalano visuali sul lago Maggiore. Due abitazioni più avanti, dieci anni fa, un altro padre aveva assassinato la figlia. Da due settimane Rossin e la compagna Luana, commessa di 35 anni in un supermercato, si erano separati. Lui aveva amplificato le già presenti ossessioni, come raccontato ai carabinieri dalla donna, che ha aperto la porta alle 7.45, ha scoperto i cadaveri, ed è corsa fuori aggrappandosi alla ringhiera per invocare aiuto e non svenire: l’ex la perseguitava; telefonate, messaggi, sembra pedinamenti affinché «ci ripensasse». E Luana, stanca, stanchissima delle piazzate, della gelosia patologica, della conta dei minuti se andava in un negozio, degli interrogatori se per caso in strada salutava un uomo, ecco aveva deciso di stare dalla madre insieme a Giada e Alessio. Acconsentiva a che i figli trascorressero del tempo col papà, anche perché nella villetta avevano lasciato molti giochi. Così alle 18 di mercoledì, Luana aveva trasferito Giada e Alessio in via Pezza, attendendo che Rossin andasse a far la spesa per la cena prima di salutare e dare appuntamento all’indomani: avrebbe accompagnato i figli a scuola.

Le cartelle cliniche di Andrea Rossin

Indaga il Comando provinciale di Varese, coordinato dalla locale Procura. Le prossime azioni investigative riguarderanno le condizioni mentali dell’omicida (ed eventuali omissioni), con i resoconti dello psichiatra e le cartelle cliniche. Nella sempre imperscrutabile mente umana, bisogna dire che le sedute col dottore avrebbero poggiato non tanto sul rapporto con Luana bensì sulla personale inquietudine di Rossin, il quale potrebbe aver assunto, nella notte antecedente l’orrore, degli psicofarmaci. Le condizioni di insostenibile dolore della donna non hanno permesso un dialogo completo con gli inquirenti, fermo restando che, come prime voci del racconto, Luana ha per appunto elencato gli atteggiamenti dell’ex, le paranoie, l’ansia permanente di «controllo», la convinzione che la famiglia dovesse vivere secondo le sue decisioni e non potesse mai, mai per nessuna ragione, dividersi: «Ha voluto punirmi. Ripeteva che non gli avrei più fatto vedere Giada e Alessio, ma non è vero, non è vero», mormorava Luana, che ha accusato più malori. Esclusi, nel passato, denunce e interventi delle forze dell’ordine per sedare liti; concorde resoconto viene fornito dai vicini.

La festa di compleanno

Nel paese, la gente ricostruisce l’ultima geografia. Da Rossin che l’altro ieri camminava in strada a testa bassa, «assente», alla mamma e ai figli venuti nel bar «La piazzetta» per comprare caramelle. La titolare tutta felice aveva confidato ad Alessio che erano appena ricomparse le sue preferite; il bambino aveva chiesto il permesso di prenderne una, e Luana, «con quella sua solita gentilezza perfino eccessiva, fuori dal tempo in questi tempi così brutti», aveva acconsentito. «Sorrideva. Il sorriso però che hai anche se sei triste, e che devi importi per non far preoccupare i figli». Alessio. E Giada che pensava alla festa di compleanno, la prossima settimana. Quanto al loro papà e assassino, Rossin si è inferto la coltellata in piedi, fissando il muro mentre fuori albeggiava.

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25 marzo 2022 (modifica il 26 marzo 2022 | 09:07)