Emanuele Fiano, Pd: «Qui a Sesto confronto chiave, si potrà misurare la lezione della storia»

Il collegio — «inutile nasconderlo» — non è quello che lo ha visto protagonista nelle tornate elettorali del passato. Ma non per questo Emanuele Fiano, 59 anni, milanese del Giambellino, deputato del Pd in corsa per il Senato nell’uninominale di Sesto San Giovanni, dove sfiderà la figlia dell’ex segretario dell’Msi, la senatrice di FdI Isabella Rauti, non si scoraggia: «Lavoro pancia a terra per incontrare ogni giorno quanti più cittadini possibile. Ci sono 49 comuni, molti li conoscevo già e ho con molti di questi sindaci un ottimo rapporto. Sto facendo campagna elettorale sul territorio, in presenza e in un clima amicale».

Si aspettava un confronto con Rauti?
«Me lo aspettavo e l’ho chiesto più volte. L’ho invitata a parlare alla Comasina di temi economici e ha detto no. E ovviamente ha disertato anche il confronto a Sesto».

Letta dice che la sfida di questo collegio è simbolicamente la più importante. Perché?
«Per due aspetti. Il primo è che le storie delle nostre famiglie e dei nostro padri sono le strade che si sono incrociate maledettamente nel ‘900. Mio padre è l’unico superstite di una numerosa famiglia di ebrei deportata a Auschwitz e poi gasata. Lei invece è figlia di Rauti, non solo ex segretario dell’Msi ma anche fondatore di Ordine Nuovo e padre politico di Stefano Delle Chiaie, tra i responsabili della strategia della tensione».

E il secondo?
«Il secondo è che benché le colpe dei padri non debbano ricadere sui figli, è necessario, per dare soluzioni al presente, aver distillato la lezione della storia. E non so se io e Rauti abbiamo distillato la stessa lezione viste quello che dice. Per esempio, è firmataria del pdl per il cimiterio dei feti e della richiesta alla Rai di non mandare in onda un episodio di “Peppa Pig” in cui appare una famiglia con due madri».

C’è un pericolo fascista in Italia?
«Non credo che FdI voglia ristabilire una dittatura, ma che abbiano un sistema valoriale molto pericoloso per le libertà individuali questo sì, lo penso».