Milano

Milano, dossier salva San Siro. Il Comune rivaluta l’ipotesi due stadi

Lo stadio San Siro a Milano, 11 maggio 2023.ANSA/MOURAD BALTI TOUATI
Lo stadio San Siro a Milano, 11 maggio 2023.ANSA/MOURAD BALTI TOUATI  (ansa)
Inter e Milan è da mesi ormai che stanno guardando altrove, rispettivamente nell’area a Rozzano, a confine con Assago, e nella zona San Francesco a San Donato
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Trattenere le squadre nell’area di San Siro. O, almeno una delle due. È il piano a cui Palazzo Marino sta lavorando, nonostante il primo parere della soprintendenza punti alla conservazione del Meazza, relativamente almeno al suo secondo anello che nel 2025 compirà 70 anni. «Se confermata, la decisione della soprintendenza avrebbe conseguenze gravi — aveva detto il sindaco Sala, non appena aveva ricevuto notizia dell’orientamento delle Belle Arti — non solo per il futuro dello stadio e per la sua sostenibilità economica, ma anche perché ridurrebbe di molto le possibilità che le squadre restino a Milano con un nuovo impianto».

Infatti, Inter e Milan è da mesi ormai che stanno guardando altrove, rispettivamente nell’area a Rozzano, a confine con Assago, e nella zona San Francesco a San Donato. Tuttavia, il Comune non si è ancora arreso a lasciare scappare i due club dalla città. Anche se la strada verso il vincolo, che scatterebbe tra due anni, sembra ormai tracciata. Difficile immaginare che la soprintendenza cambi direzione. Palazzo Marino dovrà fare i conti con un impianto che molto probabilmente non potrà essere raso al suolo. Da qui, le possibilità che si aprono per cercare di trattenere le squadre non sono molte. Una delle ipotesi è quella di dare il via libera a Inter e Milan per costruire un secondo impianto di fianco all’attuale Meazza che verrà mantenuto in piedi, magari solo in parte, rifunzionalizzando il secondo anello. Convincere il Milan, già indirizzato verso San Donato, è più complesso. Per questo il sindaco Beppe Sala starebbe puntando all’Inter. Ai nerazzurri, a quel punto, sarebbe affidata la ristrutturazione del Meazza, nei termini consentiti dalla decisione della soprintendenza, oppure la costruzione ex novo di un impianto di fianco al vecchio.

La società di Steven Zhang, infatti, per il momento ha firmato solo un accordo preliminare con la Infrafin, del gruppo Cabassi, che le dà il diritto di esclusiva sull’area di Rozzano fino al 30 aprile 2024. «Con la decisione della soprintendenza — spiega il sindaco Giovanni Ferretti De Luca — , le nostre possibilità di avere l’Inter diventano più importanti». Ma, appunto, per il momento è solo una possibilità. Nulla sarebbe ancora stato definito. E a proposito di costruire un secondo stadio a Milano, ieri ci sono state le parole della vicesindaca Anna Scavuzzo: «Valuteremo che cosa dovremo fare, anche perché i costi di questa operazione bisogna capire come si affronteranno. Vediamo perché ancora non è chiusa, anche sui due stadi. Sono tante le questioni che anche le due squadre dovranno valutare». La vicesindaca non si è lasciata sfuggire il rammarico per il vincolo: «Io avrei voluto vedere un nuovo stadio di San Siro e non una conservazione del vecchio e una proliferazione di stadi.

Credo che sia un errore quello di insistere su un vincolo su una struttura che andava trasformata, invece che congelata così com’è». A favore dell’area San Siro, continua a battersi anche il capogruppo del Pd, Filippo Barberis: «Noi, che una posizione chiara a favore del nuovo stadio l’avevamo assunta formalmente già l’anno scorso, continueremo a batterci per dare un futuro all’area di San Siro nell’interesse del quartiere e della città proseguendo nell’interlocuzione con le squadre e con tutti i livelli istituzionali necessari».

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