Un segno per dissipare il buio

Ha preso il via nelle scorse ore una nuova edizione della Bologna Children’s Book Fair, fiera che è da tempo un punto di riferimento per editori, autori, illustratori, agenti letterari, distributori, insegnanti, traduttori e per tutte le figure che operano nel mondo dei contenuti per l’infanzia. Pagine Ebraiche e DafDaf protagonisti alla fiera, cui è dedicato il tradizionale dossier Leggere per crescere sul numero di aprile del giornale dell’ebraismo italiano in distribuzione. 

I primi passi li muove al buio. Il foglio che si mette davanti è di un nero intenso, impenetrabile. Poi Hannes Binder comincia a portare in superficie qualcosa che assomiglia alla luce. E il suo lavoro prende forma assorbendo raggi del sole che invadono il grande studio vetrato. Sotto alla patina scura resta il bianco, il lavoro di Hannes è di tirarlo fuori e di lasciare che ogni solco, graffiato il primo strato di nero, racconti la propria storia. La lama che graffia il cartoncino nero, obbedendo alle leggi di una tecnica antichissima e alla manualità straordinaria di un artista che sa di non poter sbagliare un colpo, restituiscono illustrazioni dotate di una forza che lascia a bocca aperta. Ma oggi è una giornata faticosa, e anche l’attesa visita di un amico è bene accetta solo a condizione di non lasciare indietro il lavoro. Binder è uno dei grandi autori svizzeri chiamati a rappresentare la Confederazione a Bologna. Appena finite le scenografie mozzafiato che rendono l’omaggio più grande al fascino inconfondibile della sua Zurigo e al capolavoro ambientato nella società ebraica del Novecento Alles in Allem di Kurt Guggenheim, è necessario consegnare in tempo il libro sulla Seconda Arca. Alla Children’s Book Fair dovrà suonare come un appello inderogabile alla consapevolezza e all’impegno, un omaggio che unisca il valore delle minoranze e della diversità a quello dell’amore per il Creato. Di pochissime parole, proverbialmente riservato, Hannes apre la porta di una casa fatata nascosta nel centro urbano non lontano dalle rive della Limmat e contemporaneamente isolata dal mondo. “Lavorare per i bambini – spiega – è molto faticoso. Il pubblico infantile ha bisogno di tanta luce, e tirare fuori la luce dal nero è sempre un gran lavoro”. Poi accetta di farsi fotografare mentre sprofonda nel lavoro, concedendo il grande privilegio di lasciarsi osservare da vicino nel momento più delicato, quello che taglia il nero. Incide, graffia, e attraverso una miriade di piccoli segni lascia emergere i grandi scenari che lo hanno reso famoso. Le sue tavole, apparse per molti anni sulle pagine dell’autorevole quotidiano Neue Zuercher Zeitung, sono rimaste impresse nell’immaginazione di centinaia di migliaia di lettori come una visione incancellabile. Ma la sua arte, accompagnata da un gesto paziente, costante, sicuro, rende forse al meglio nelle illustrazioni di molti libri appassionanti.
La Seconda arca raccoglie l’altro per eccellenza, un uomo chiamato Alef, assieme a tutti gli animali del mito e della fantasia minacciati dal peggiore fra i rischi di estinzione: quello annunciato dallo spegnimento della fantasia e della cultura. Libro dopo libro Binder è riuscito a tirare fuori dal nero momenti indimenticabili eppure, grazie alla sua tecnica, la fantasia non viene mai imbrigliata o inquinata dalle illustrazioni. Basta sfogliare le sue edizioni de I Fratelli Neri di Lisa Tetzner, l’indimenticabile saga dei bambini spazzacamino ticinesi che solcavano la Lombardia, la grandiosa raccolta di Fiabe e leggende svizzere di Meinrad Lienert, e poi Kafka, Duerrenmatt, Boell, la Heidi di Johanna Spyri, i gialli di Friedrich Glauser, il capolavoro di inchiesta disegnata realizzato con Hansjörg Quaderer per ricostruire l’assassinio da parte di emissari nazisti nel 1933 nel Lichtenstein, dove si erano rifugiati, degli impresari teatrali Heinz e Friedrich Rotter, fra i massimi esponenti della società ebraica di lingua tedesca. I suoi graffi fanno male, le storie che racconta conducono talvolta in sogni tumultuosi. La traccia di ogni storia parte immancabilmente dal nero e cerca dolorosamente di liberarsene. Ma dietro ogni buio, afferma con il suo segno, basta cercare perché trapeli e irrompa la traccia della luce.

Guido Vitale – Pagine Ebraiche, dossier Leggere per crescere

(2 aprile 2019)