I Fenici

2.4 AI MARGINI DEGLI IMPERI

I Fenici

Mentre gli Ebrei si erano insediati nella parte più meridionale della Palestina, più a nord si erano stanziati i Fenici, un altro popolo di origine semitica che subì la dominazione degli imperi dell’età del ferro.
Fin dal III millennio a.C. i Fenici avevano occupato le coste mediterranee del Vicino Oriente nella zona corrispondente all’attuale Libano. Qui, grazie ai commerci marittimi e agli scambi con le popolazioni dell’entroterra, si svilupparono le città di BeritoBibloTiro Sidone, autonome e indipendenti l’una dall’altra.

Il mare: la ricchezza dei Fenici 

Come la Palestina, anche la Fenicia – caratterizzata dalla presenza delle montagne a ridosso della costa – era una terra poco adatta allo sviluppo di una fiorente ed estesa agricoltura cerealicola. Di conseguenza, i Fenici svilupparono altre forme di attività economica, in primo luogo l’artigianato e i commerci marittimi nel Mediterraneo.
Sfruttando la presenza di boschi di cedri, da cui si ricavava un legname molto resistente e adatto alla costruzione degli scafi delle navi, i Fenici allestirono una flotta mercantile che dominò le rotte mediterranee per diversi secoli. Crearono così una vasta rete commerciale che permise loro di esportare in terre lontane i tessuti pregiati tinti con la porpora e gli oggetti di vetro tipici del loro artigianato ( PASSATOPRESENTE).
Il Mediterraneo rappresentò, inoltre, almeno per una parte della popolazione fenicia, un’alternativa alla sottomissione da parte degli imperi che si erano consolidati nella regione; il mare costituì infatti una via di fuga e di comunicazione verso altre terre, dove i Fenici avrebbero fondato nuovi centri urbani destinati ad assumere grande importanza economica e politica.

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PASSATOPRESENTE
LA PORPORA E IL VETRO

La porpora, un colorante naturale che si ottiene da un pigmento estratto da un mollusco marino, era utilizzata dai Fenici per tingere i tessuti, tramite immersione in grandi vasche di acqua bollente.
I prezzi elevati delle stoffe tinte con la porpora erano giustificati dalle difficoltà della lavorazione, che durava circa due settimane, e dalla grande quantità di molluschi (circa 8000) necessari a ottenere un solo grammo di tintura. Le vesti realizzate con questo procedimento erano dunque molto pregiate e divennero un simbolo di raffinata eleganza in gran parte del mondo antico. Durante l’età del ferro, inoltre, gli artigiani fenici erano gli unici a conoscere le tecniche di lavorazione della porpora: i loro prodotti erano perciò molto ricercati e consentivano di ottenere enormi guadagni. In seguito, i segreti della lavorazione si diffusero in tutte le regioni del Mediterraneo in cui i Fenici stabilirono basi commerciali: vasche per la tintura simili a quelle antiche sono ancora oggi utilizzate a Fez, in Marocco.
Molto complesso era anche il procedimento per produrre il vetro, ottenuto scaldando sul fuoco i granelli di silice (la sabbia delle coste della Fenicia). Anche in questo caso le tecniche gelosamente custodite dagli artigiani fenici si diffusero solo a poco a poco in tutto il Mediterraneo, e furono perfezionate a Venezia, dove ancora oggi sono utilizzate nelle botteghe dei maestri vetrai dell’isola di Murano. 

Vasche per la tintura con la porpora presso Fez, nell’attuale Marocco.

L’espansione delle città fenicie

L’assenza di un potere centrale fu uno dei principali elementi di debolezza della civiltà fenicia, che, nel corso del II millennio a.C., favorì il suo assoggettamento agli Egizi e agli Ittiti.
I centri fenici riconquistarono la libertà in seguito alle invasioni dei popoli del mare, intorno al 1200 a.C. La crisi degli imperi del Vicino Oriente seguita a queste invasioni creò le condizioni per l’affermazione di nuovi protagonisti negli scambi commerciali di lunga distanza, e i Fenici seppero sfruttare le loro conoscenze nel campo della navigazione per diventare i padroni incontrastati dei traffici via mare. Tra il IX e l’VIII secolo a.C. la loro civiltà raggiunse la massima espansione, con la fondazione di basi commerciali lungo tutte le coste del Mediterraneo ( CARTA).

Le colonie d’oltremare 

I Fenici non avevano una forza militare paragonabile a quella dei grandi imperi del Vicino Oriente, e la loro espansione territoriale non aveva nulla a che fare con le conquiste dei popoli guerrieri. Il loro era piuttosto un predominio commerciale, creato attraverso la fondazione degli empòri, piccoli insediamenti con strutture e magazzini utili alle attività mercantili. Gli empori dipendevano direttamente dalla madrepatria, con la quale mantenevano contatti diretti e continui attraverso un costante flusso di merci, e intrattenevano intensi scambi anche con le popolazioni locali.
Il vantaggio competitivo dei mercanti fenici consisteva soprattutto nell’elevato valore delle loro esportazioni. Oltre ai tessuti tinti con la porpora e agli oggetti in vetro, essi esportavano i prodotti ottenuti dagli scambi con le altre popolazioni del Vicino Oriente; dagli empori del Mediterraneo importavano invece metalli preziosi, cereali e avorio, che alimentavano nuovi commerci nelle terre d’origine.
Gli empori fenici incrementarono le loro attività mercantili, espandendosi anche territorialmente: nacquero così numerose colonie sulle coste dell’Africa settentrionale, della Spagna, della Sicilia e della Sardegna. Le rotte dei mercanti si spinsero ben oltre gli empori e le colonie. I marinai fenici furono infatti i primi ad abbandonare la navigazione costiera in favore dei viaggi in mare aperto ( DOSSIER), che consentivano di raggiungere mete lontane in minor tempo. Essi arrivarono sulle coste del mar Nero, delle isole britanniche e dell’Africa equatoriale, dalle quali importarono nuovi prodotti utili alla loro espansione commerciale.

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DOSSIER TECNOLOGIA

Le tecniche di navigazione dei Fenici

Un’imbarcazione a remi fenicia.

L’abilità dei Fenici nella costruzione delle navi era riconosciuta anche dagli altri popoli antichi: i faraoni egizi, per esempio, affidavano a loro la costruzione delle proprie flotte mercantili. Le navi da trasporto fenicie erano dotate di una vela quadrata, issata su un albero al centro dello scafo; la loro chiglia era larga e piatta, per consentire il carico di grandi quantità di merci. Le navi da guerra erano invece lunghe e affusolate, con una grande vela centrale. Erano inoltre predisposte per contenere doppie file di rematori che potevano incrementare la velocità dell’imbarcazione o supplire alla mancanza di vento. I marinai fenici furono i primi ad affrontare la navigazione in mare aperto, grazie alla loro capacità di orientarsi con le stelle. Prima di allora, il Sole era stato il principale punto di riferimento per tracciare la rotta e quindi la navigazione poteva svolgersi soltanto durante il giorno, mantenendo l’imbarcazione sempre vicino alle coste.
I Fenici furono anche i primi a compiere la circumnavigazione dell’Africa, come si deduce da una testimonianza dello storico greco Erodoto. La spedizione, organizzata dal faraone Neco intorno al 600 a.C., partì dal mar Rosso, proseguì per l’oceano Indiano e terminò tre anni dopo con il passaggio dallo stretto di Gibilterra e il ritorno attraverso il Mediterraneo. «Essi raccontarono un particolare per me incredibile: che, nel compiere la circumnavigazione dell’Africa, avevano avuto il sole sulla loro destra» (Erodoto, Storie, 4, 43).
Questo estratto dalla narrazione dello storico dimostra che il viaggio fu realmente compiuto; al contrario di ciò che succede nell’emisfero nord della Terra, infatti, in quello australe il Sole appare alla destra di chi viaggia da est verso ovest. Si tratta di un’esperienza che non poteva essere immaginata in base alle ridotte conoscenze geografiche e astronomiche del tempo e che dunque fu effettivamente sperimentata dai marinai fenici.

L’ascesa delle colonie: Cartagine 

L’espansione fenicia si interruppe nell’VIII secolo a.C.: in seguito alla conquista assira delle città costiere molti abitanti si trasferirono nelle colonie del Mediterraneo, dove introdussero le attività artigianali praticate nelle terre d’origine. Le colonie, che avevano mantenuto la propria autonomia, si sostituirono alla madrepatria nel controllo delle rotte mercantili nel Mediterraneo, e il loro sviluppo continuò anche nel VI secolo a.C., quando al dominio assiro sulla Fenicia seguirono prima quello neobabilonese e poi quello persiano. La più importante tra le colonie fenicie fu Cartagine, fondata nell’814 a.C. dagli abitanti di Tiro sulle coste dell’attuale Tunisia. A partire dal III secolo a.C., come vedremo, Cartagine si sarebbe scontrata con Roma per il predominio sul Mediterraneo, soccombendo infine alla potenza crescente della città latina.

PER RICORDARE

  • Perché i Fenici svilupparono l’artigianato e i commerci e non l’agricoltura?
  • Che cos’erano gli empori?
  • In quali aree i mercanti fenici estesero i loro commerci?
  • Quale fu la più importante delle colonie fenicie? Dove venne fondata?

Leggere il passato - volume 1
Leggere il passato - volume 1
Dalla preistoria a Roma repubblicana