Geolier: «Ho dedicato un brano a mio padre. La famiglia è la vera ricchezza, non i soldi che ho in banca»

diGiuliano Delli Paoli

Il rapper napoletano con 14 dischi d’oro e 18 di platino pubblica “Il coraggio dei bambini”, il suo nuovo disco dedicato ai ragazzini di Secondigliano. «Adoro Sanremo, magari in futuro tento di partecipare»

Emanuele Palumbo, in arte Geolier

Emanuele Palumbo, in arte Geolier

È uno dei rapper più in voga in Italia. Un fenomeno da oltre un miliardo di streaming tra audio e video, 14 dischi d’oro e 18 di platino. Geolier è la punta di diamante della nuova scena pop rap. Il suo nuovo disco, «Il coraggio dei bambini», esce oggi dopo essere stato annunciato addirittura su una gigantografia apparsa a Times Square e come se non bastasse da un freestyle, già virale ovunque, messo in scena dal musicista sui tetti di un palazzone del Queens. Prodotto dal colosso Sony - che ha fortemente voluto Emanuele Palumbo (così l’artista all’anagrafe) nella sua scuderia, assieme a un folto gruppo da Luchè, Vale Lambo e Lele Blade e a tanti altri talenti napoletani - l’album è un successo annunciato. Basti pensare che il primo singolo, «Chiagne», pubblicato lo scorso novembre, è già certificato oro e su YouTube ha racimolato un milione di visualizzazioni in soli due giorni. Numeri da primato che si aggiungono alle 18 collaborazioni di Geolier in altrettante canzoni soltanto nel 2022. L’ennesimo record per un musicista appena ventiduenne che nelle 18 nuove canzoni dal sound tipicamente old school celebra valori autentici tra cui l’importanza della famiglia, l’amicizia e le piccole cose dietro cui si nascondono i grandi insegnamenti della vita, come ad esempio nei versi di «Ricchezza»: «Papa fatic ancor nonostant sap ca teng ‘e sord. Rice ca si o ress ‘a magnà ie, nun se sentess cchiù n’omm. […] Nun song ancor n’omm ma m sto mbarann ‘a iss».

La prima canzone dell’album, «Ricchezza», omaggia suo padre Vincenzo e il valore autentico del lavoro, foss’anche il più umile. Cos’altro le ha insegnato suo padre?
«Ho intitolato il primo brano “Ricchezza” perché è stato mio padre a darmela la vera ricchezza e non tutti i soldi che ho adesso sul conto in banca e che ho racimolato in questi ultimi anni. La stabilità è soprattutto quella interiore. È vedere la tua famiglia felice. Se poi dovessi definire mio padre Vincenzo con tre aggettivi, userei questi: dignitoso, indistruttibile, impeccabile. Tra l’altro, mi chiama anche adesso a telefono, mentre noi parliamo di lui. È una coincidenza pazzesca. E mi sa anche che questa sarà la prima volta in vita mia che non risponderò a mio padre (sorride, ndr )».

Non solo la famiglia. Anche l’amicizia e l’amore sono parte del disco. C’è ad esempio il suo grande amico Sfera Ebbasta. Mentre sui social impazza una storia in cui lei e la sua fidanzata Valeria cantate insieme «Chiagne».
«Da Sfera cerco sempre di afferrare qualcosa. Lui è una specie di chirurgo. Perché è maledettamente metodico, preciso. E mi impressiona di continuo. Io sono invece l’esatto opposto: scombinato, arruffone, caotico. In un certo senso ci completiamo. Con Valeria c’è grande sintonia. E siamo uniti da tanto tempo. Lei ha insegnato a me tantissime cose e viceversa diverse altre ne ho insegnato io a lei. Tra noi due c’è un confronto costante ma soprattutto magnifico».

Sono trascorsi quattro anni da «P Secondigliano», la sua primissima hit con Nicola Siciliano che vanta 44 milioni di views. Cosa le resta di quel passato?
«In realtà mi manca quella spensieratezza che avevo allora. Prima giocavo di più con le parole, con i gesti, insomma ero felicemente impulsivo. Ora invece devo stare attento ad ogni cosa che dico, a non creare fraintendimenti. Il successo ha sempre il suo rovescio della medaglia. E il mio è questo. Devo però aggiungere che io e Nicola seppure giovanissimi (18 anni Geolier e 15 Nicola Siciliano, ndr ) siamo stati gli apripista anche per rapper anagraficamente molto più grandi di noi. Dopo quella canzone ho notato più coraggio di esporsi e fare musica in tanti miei coetanei».

Perché ha scelto di dedicare il disco ai bambini del suo quartiere?
«I loro sorrisi e le loro speranze sono la mia faccia. I bambini di Secondigliano sono la mia forza, e rappresentano anche le paure di non farcela quanto il coraggio di vincere. “Il coraggio dei bambini” è un album che nasce anche da un periodo di lontananza dalla mia terra. Mi trovavo spesso a Milano, e mi chiedevo: perché non posso produrlo a Napoli? Perché devo per forza allontanarmi dai miei cari? Ero “arraggiato” con tutto. Di conseguenza ho anche capito ancora di più quanto vale veramente il mondo che mi circonda fin da quando ero bambino».

Perché ha scelto diversi luoghi iconici di New York per lanciare il suo nuovo disco?
«Per omaggiare alla mia maniera “41° Parallelo”, Io storico album del gruppo napoletano La Famiglia, che celebra appunto il parallelo che unisce la patria del rap, New York, e Napoli».

Tra poco comincia Sanremo. Le piacerebbe un giorno gareggiare al Festival?
«Non si direbbe, ma adoro Sanremo, mi prende assai bene. E chissà: in futuro potrei anche provarci. Perché no?».

La newsletter del Corriere del Mezzogiorno

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui.


Instagram

Siamo anche su Instagram, seguici https://www.instagram.com/corriere.mezzogiorno/

6 gennaio 2023 2023 ( modifica il 11 gennaio 2023 2023 | 16:57)