Castell’Alfero cosa vedere nel Basso Monferrato Astigiano

Castell’Alfero cosa vedere e dove si trova. Visitare Castell’Alfero e le sue attrazioni, scopri cosa vedere e cosa fare a Castell’Alfero. Alla scoperta del territorio del Monferrato con la città di Castell’Alfero. Cosa mangiare e i vini tipici del territorio del Basso Monferrato. Piatti tipici del Monferrato e le specialità dell’enogastronomia del Piemonte. Come raggiungere Castell’Alfero in provincia di Asti.

Castell’Alfero dove si trova

Il comune di Castell’Alfero fa parte della provincia di Asti in Piemonte. Il paese si trova nel Basso Monferrato Astigiano a 10 Km a nord della città di Asti, in valle Versa e fa parte della Comunità Collinare Monferrato Valle Versa.

 

Sorge ad una altitudine di 235 m s.l.m. adagiato su un colle all’imbocco della Valle Versa. Il paese è definito “balcone sul Monferrato” per la splendida campagna che lo circonda coltivata a cereali e vigneti. Un territorio unico che offre l’occasione per effettuare facili escursioni a piedi, in E-Bike o MTB oppure a cavallo lungo i percorsi segnalati.

Gli abitanti di Castell’Alfero, chiamati castellalferesi, sono circa 2.800 ed il territorio comunale è di 20 Km². Le sue località più importanti sono: Paese di Castell’Alfero (centro storico), Callianetto (zona residenziale), Stazione (sede ferroviaria, zona industriale e sede dell’Istituto Comprensivo) e Noveiva (polo commerciale). Troviamo poi le frazioni di Bricco Beretta, Casotto, Moncucco e Serra Perno. Confina con i Comuni di Asti, Calliano, Corsione, Cossombrato, Frinco, Tonco e Villa San Secondo.

Curiosità Castell’Alfero

Tra i personaggi illustri del paese c’è da segnalare Giovan Battista De Rolandis, ideatore del Tricolore della Bandiera Italiana che nacque a Castell’Alfero il 24 giugno 1774 da una famiglia aristocratica radicata nel territorio e nota già nel Cinquecento. Nel 1808 a Callianetto nacque Gianduja, la maschera carnevalesca simbolo del Piemonte.

Il Comune di Castell’Alfero partecipa al Palio di Asti dal 1989 ed ha al suo attivo due vittorie nel 1997 e nel 1998. Si tratta di una festa tradizionale astigiana che ha radici medievali, nata nell’ambito delle celebrazioni patronali di San Secondo, e che culmina con una corsa di cavalli montati a pelo, ovvero senza sella. Finora è l’unico Comune partecipante al Palio di Asti ad aver vinto nello stesso anno (1997) sia la corsa del Palio che il Palio degli Sbandieratori.

Lo sport principale di questo paese è il tamburello. A livello nazionale ha vinto 2 scudetti con la squadra S.V.A.B. Castell’Alfero e altri 11 con il Callianetto.

Castell’Alfero cosa vedere

Cosa vedere a Castell’Alfero, guida dei luoghi da non perdere. Da vedere ci sono il Castello dei Conti Amico e il Museo ‘L Ciar, la Chiesa SS Pietro e Paolo. In località Valle da segnalare la chiesa romanica Madonna della Neve, mentre a Callianetto il Ciabot ‘d Gianduja e la Chiesa SS Annunziata. A Serra Perno si trova il Roseto della Sorpresa, giardino con oltre 500 rose antiche.

Il piacevole centro storico di Castell’Alfero comprende le antiche porte d’accesso al ricetto, le mura medievali, l’antico granaio del castello, la casa natale di Giovan Battista De Rolandis, ideatore del Tricolore della Bandiera italiana. In posizione panoramica troviamo poi la chiesa della Confraternita dei Battuti, dedicata alla Santissima Annunziata, edificata alla fine del 1400. Al suo interno da segnalare gli affreschi realizzati nel 1829.

Il punto più elevato del borgo di Castell’Alfero è circondato da un alto recinto murato al quale si accede da due antiche porte. Qui sorgeva l’antico castello andato distrutto in epoca non precisata, sostituito dall’attuale che è piuttosto un grande palazzo. Ed è qui che oggi si possono visitare i siti più importanti e imponenti che sono il castello settecentesco dei Conti Amico assieme alla chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo del sec. XVIII.

Il castello

L’attuale impianto del castello, dotato di una solida cinta muraria, fu realizzato intorno al 1290 dal libero Comune di Asti. Nel ‘600 l’edificio principale era una casaforte, composta da un blocco abitativo e da una lunga manica a forma di C che racchiudeva al suo interno un piccolo cortile. Successivamente nel ‘700 la Famiglia Amico di Castell’Alfero trasformò radicalmente la struttura da semplice edificio militare all’attuale elegante residenza barocca.

La riqualificazione dell’elegante castello, è attribuita all’architetto Regio Benedetto Alfieri che lo riadattò a dimora signorile dotandolo di una sontuosa decorazione pittorica che si deve a Gerolamo Mengozzi, noto collaboratore del Tiepolo. Il castello oggi è sede Municipale e nei sotterranei ospita il Museo ‘L Ciar, importante raccolta di testimonianze del passato comprendente oggetti, attrezzi, giocattoli dell’Ottocento e del Novecento. Le visite sono possibili in molte occasioni e durante la rassegna “Castelli Aperti”.

Al suo interno da segnalare vi sono il prestigioso Salone Verde, con splendido pavimento in ceramica di Vietri, e l’imponente Salone Rosso con pregevoli affreschi. Il castello, dal 1904 di proprietà comunale, ospita gli Uffici Comunali, un Ristorante, un Cafè, l’Ufficio Turistico, una Foresteria, un Teatro. Si può inoltre dormire presso una dimora storica nell’hotel 4 stelle La Foresteria del Castello Welness & Spa, che si trova in Piazza Castello 2 nel cuore di Castell’Alfero (AT).

Cosa vedere nei dintorni di Castell’Alfero

In regione Valle si segnala la chiesa romanica della Madonna della Neve con affreschi del XV secolo. La Chiesa, edificata nel XII secolo, è tra le più significative chiese romaniche rurali dell’Astigiano grazie anche al gusto cromatico della muratura, alle pregevoli sculture che adornano le monofore, per l’unicità del suo campanile di forma cilindrica.

In frazione Callianetto, il Ciabot ‘d Gianduja, casa natale dell’omonima maschera simbolo del Piemonte, nata a Callianetto nel 1808. Infine in frazione Serra Perno troviamo il Roseto della Sorpresa, un gioiello botanico facente parte dei giardini storici del Piemonte. Qui si può ammirare una collezione di rose antiche e rare inserita nel giardino ottocentesco con varietà di alberi di specie autoctone.

Frazione Callianetto

Callianetto è situata circa 10 chilometri a nord di Asti sulla direttrice per Casale. Sorge tra le colline del Monferrato a 165 metri s.l.m. Oggi conta circa mille abitanti ed è frazione del comune di Castell’Alfero. Dalle alture adiacenti il concentrico nelle giornate limpide e terse si vedono in lontananza le Alpi Occidentali e il Monviso.

Il suo territorio è in gran parte collinoso, dove vigneti e boschi di acacie e castagni si alternano a prati e campi di frumento. Grazie ad un sottosuolo ricco di acqua si trovano diversi pozzi artesiani e fontane. La coltivazione della canapa che in passato aveva dato lavoro a molti tessitori di tela è rimasto solo più un ricordo rievocato in occasione del Festival delle Sagre Astigiane.

Storia di Callianetto

Un capitolo a parte merita la storia di Callianetto. La presenza di Consoli nel tredicesimo secolo evidenzia un’autonomia amministrativa del piccolo paese. Callianetto, come Castell’Alfero, ebbe poi la protezione di Asti con cui formava un unico corpo e sulla fine del Sedicesimo secolo passò come Asti alle dipendenze del Duca di Savoia, il quale nel 1619 dava Castell’Alfero in feudo a Gerolamo Germanio marchese di Ceva.

Nel 1630 passò al conte Alessandro Amico ed ai suoi discendenti fino all’ultimo che morì senza prole nel 1832. Nel fitto dei boschi di Callianetto si vedevano, fino a non molti anni fa, alcuni ruderi di una torre del vecchio castello Salice Verde, ove la tradizione pretende che si siano rifugiate personalità di altissima stirpe durante la pestilenza di Torino del 1832. All’estremità meridionale della frazione i Certosini avevano un piccolo monastero denominato il Bricco divenuto successivamente casa privata di abitazione.

Chiesa di Santa Maria dell’Annunziata

La Chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria dell’Annunziata ha origini antiche. La Chiesa di Callianetto viene attestata per la prima volta il 2 novembre 1265 in occasione dell’interdetto – proibizione di ogni funzione religiosa – del vescovo di Asti ai Consoli di Callianetto.

Nel registro delle Chiese della Diocesi di Asti, compilato per ordine del Vescovo Arnaldo di Roseto nel 1345, viene elencata tra le chiese che appartenevano alla Diocesi di Asti. La prima visita pastorale di cui abbiamo notizia è stata compiuta da Monsignor Della Rovere nel 1570.

Nel 1667 furono esauditi i desideri degli abitanti e la Chiesa da cappellania divenne parrocchia staccandosi dalle dipendenze del parroco di Castell’Alfero. Successivamente verso la metà del Settecento ebbe il titolo di Pievania che conserva tuttora. L’attuale parrocchia completamente rifatta nel secolo scorso conserva pregevoli lavori del pittore Carlo Morgari e del decoratore Giovanni Lamberti.

Enogastronomia e prodotti tipici

Callianetto, frazione di Castell’Alfero, è nota per la qualità del suo fritto misto alla piemontese. Un piatto che viene definito “il più barocco dei piatti piemontesi”, che trae origine nella cucina rinascimentale che accostava volentieri il dolce all’agro. Il fritto misto è un piatto ricco di gusti sapidi e robusti, molto appetibile per gli appassionati di cucina grazie all’equilibrio e all’armonia fra i diversi sapori.

In questo territorio del Basso Monferrato è possibile degustare anche ottimi vini, tra cui si segnalano: Barbera, Barbera d’Asti e Freisa.

Fiere e Manifestazioni a Castell’Alfero

Gianduja al suo paese (gennaio-febbraio)

Avvio del carnevale Piemontese con Gianduja e Giacometta della Famija Turineisa. La presenza in località Lovisoni, nella frazione Callianetto, del Ciabot (casa) di Gianduja, ove secondo la tradizione ha avuto origine la maschera torinese, ha spinto ad organizzare una manifestazione che dà ufficialmente il via al Carnevale in Piemonte.

Viviverde (25 aprile)

Rassegna dell’agricoltura e del vivere in campagna accompagnata dal mercato dell’artigianato e di prodotti tipici e naturalmente da stand enogastronomici.

Castelli Aperti (da maggio ad ottobre ogni 15 giorni)

Visite guidate al castello dei Conti Amico ed al Museo ‘l Ciär.

Sagra del Fritto Misto a Callianetto (giugno)

Uno dei piatti più caratteristici di tutta la cucina monferrina ed astigiana. L’Antico Fritto Misto si compone di nove pezzi: bistecca, fegato, filone, salciccia, griva, cervella, amaretto, semolino e carote. La preparazione della Pro Loco segue la ricetta tradizionale, forse la più antica, del fritto misto piemontese con la giusta mescolanza di carni “bianche e rosse”, frattaglie e verdure. Con questo piatto il paese è stato premiato con quattro Oscar della Cucina da parte della speciale giuria del Festival delle Sagre di Asti.

Sulle orme di Gianduja (inizio luglio)

Rassegna teatrale in lingua piemontese.

Musica nelle Pievi (prima domenica di agosto)

Le chiesa romanica della Madonna della Neve è la location evento. Questo itinerario musicale nelle Chiese Romaniche dell’astigiano, ha l’obiettivo di unire la cultura musicale all’arte architettonica, mediante il godimento di musiche raffinate, eseguite da ensemble di assoluto prestigio, in un ambiente suggestivo. Coniugare la buona musica con l’ambientazione solenne delle pievi romaniche, è un invito per conoscere, apprezzare ed amare la storia e la cultura delle terre astigiane.

Bandiere e Fantasia (week end della prima domenica di settembre)

Gara tra gruppi di sbandieratori e musici organizzata nel periodo estivo dal locale Comitato Palio Festa Patronale. In questa competizione ciascun gruppo svolge un esercizio unico della durata di 15-20 minuti, mettendo in mostra le parti migliori del proprio repertorio.

Castell’Alfero Storia

La storia di Castell’Alfero non è legata esclusivamente a quella del suo maniero, ma inizia secoli prima. La zona nella Valle Versa era attraversata dall’antica strada romana che collegava Hasta (Asti) a Rigomagus (Trino Vercellese) e sicuramente già abitata a quell’epoca, fatto confermato dal ritrovamento di reperti archeologici nei pressi del confine col comune di Tonco, vicino alla Cascina Sangona.

Questa strada romana era chiamata “via levata”. Si pensa che seguisse il torrente Versa sino in prossimità dell’attuale Ponte della Paglia per poi seguire il rio Viazza (il cui nome è di origine romana), passando sotto l’attuale Perrona e dirigersi verso Penango, come fa oggigiorno il percorso della linea ferroviaria Asti-Casale.

Di sicura origine romana è il nome del bricco Pogliano, rimasto dal nome di una costruzione sorta ai lati della importante strada che collegava la Pianura Padana e Vercelli alle grandi vie “Aemilia Scauri” e “Postumia” provenienti dal mare ligure. Il torrente Versa fungeva da confine fra i territori del libero Comune di Asti e del Marchesato del Monferrato.

Il legame con Asti

Nel 1159 l’imperatore Barbarossa confermò sotto la giurisdizione di Asti le ville di Barche e Cassano, oggi scomparse ma identificabili con due cascine del territorio di Castell’Alfero che ne hanno conservato il nome. Le due postazioni, che già esistevano nel XI secolo, vista la loro posizione esposta a scorrerie dei Monferrini, erano dotate di fortificazioni come risulta da documenti del ‘300.

Su di una collina prossima alle due sopraindicate “ville” esisteva già una roccaforte, indicata in più documenti come “castrum Alferii”, cioè il castello di Alferio. L’edificio era di origine antica, ma non è accertata l’epoca precisa in cui sorse; passò sotto il dominio di Asti fra il 1159 e il 1189, probabilmente fu conquistato con le armi e gli abitanti forzatamente trasferiti a valle.

Codice Astese

Il Codice Astese con parecchi documenti (dal 747 al 753) dimostra che Castell’Alfero era sotto il potere di Asti nel 1189. È provato non solo dai documenti accennati ma anche da un atto del 1191 riportante una convenzione tra gli astigiani e il marchese di Monferrato concluso il 25 agosto di quell’anno nel territorio di Castell’Alfero nei pressi del torrente Versa.

Si potrebbe ritenere che la denominazione di “Castrum Alferii” citata nel Codice Astese, riguardasse l’abitato di fondo valle, anch’esso fortificato come testimonia l’esistenza di una vecchia torre scomparsa oltre un secolo fa e che era situata presso la odierna cascina Boana, un abitato indicato come San Pietro di Guadarobio.

Dunque l’abitato era posto nella piana della Versa ed è certo che l’attuale Castell’Alfero ebbe origine dagli stessi abitanti che vivevano nella valle, i quali si trasferirono nuovamente in collina ripristinando e migliorando le fortificazioni del vecchio castrum, sotto la protezione del Comune di Asti, dopo la distruzione delle proprie case avvenuta nel 1290 ad opera dei Monferrini.

Guerre con i Monferrini

In quell’anno gli astigiani, in guerra contro il marchese Guglielmo di Monferrato, aiutati dal conte Amedeo di Savoia si erano portati nelle vicinanze di Tonco e lì avvenne una battaglia nella quale furono sconfitti ed inseguiti fin presso la città di Asti. Fu durante questo inseguimento lungo la valle Versa che il borgo di San Pietro di Guadarobio fu incendiato e completamente distrutto e gli abitanti furono costretti a rifugiarsi in Asti.

Castell’Alfero aveva dunque la protezione degli astigiani, inoltre il 3 agosto del 1333 fu emanata una solenne dichiarazione in base alla quale i suoi abitanti furono messi alla pari dei cittadini di Asti e proclamati liberi da qualsiasi dipendenza, tranne quella di Asti di cui facevano parte integrante.

Il dominio dei Visconti

Nel 1364 Castell’Alfero, che era passato per un breve tempo sotto il dominio dei Monferrini, ritornò ad Asti per mediazione di papa Urbano V nelle dispute fra Galeazzo Visconti e Giovanni II di Monferrato. Più tardi nel 1385 Gian Galeazzo Visconti, Signore di Milano, decise di maritare la figlia a Luigi di Valois, duca d’Orléans e fratello del re Carlo VI di Francia, per rafforzare la sua posizione politica con il paese transalpino. Il 25 novembre del 1386, con dispensa del papa (in quanto i due sposi erano cugini di primo grado) fu stipulato il contratto matrimoniale: la sposa portava in dote la Contea di Asti, la Contea di Vertus, 450 000 fiorini, gioielli per 75 000 fiorini e la successione milanese.

Dal documento stipulato per la dote risulta che Castell’Alfero era una terra popolata e chiusa da mura e che formava parte della provincia di Asti. Inoltre è scritto che il paese aveva una propria amministrazione comunale, cioè un consiglio particolare, prerogativa di cui non godevano tutte le terre astigiane che dipendevano nella quasi totalità da un feudatario o dal Vescovo. Ciò nonostante questo comune ebbe varie divergenze con la città di Asti. Nell’archivio della città si conservano alcuni documenti che riguardano i litigi insorti fra gli abitanti del paese e quelli della città.

Questi dissidi furono definiti con una transazione del 20 giugno 1482, nella quale si stabilirono norme per imposte più eque, e con un arbitrato del 19 dicembre 1561 col quale si determinava di nuovo che Asti e Castell’Alfero fossero un corpo unico, in modo che ogni abitante del villaggio godesse gli stessi privilegi del cittadino e tutti si chiamassero cittadini di Asti.

L’influenza dei Savoia

Il 30 novembre 1616 durante la guerra di successione del Monferrato, Castell’Alfero venne saccheggiato e bruciato dai soldati del duca di Mantova che era in guerra coi Savoia. Asti era passato con tutto il contado alla dipendenza del duca di Savoia sulla fine del secolo XVI. Carlo Emanuele I nel 1619, non tenendo conto dei precedenti accordi stipulati fra Asti e Castell’Alfero, dava il paese in feudo a Gerolamo Germonio, dei marchesi di Ceva e dei signori di Sale in cambio del feudo di Peveragno.

Pochi anni dopo i Germonio, il 18 aprile 1640 vendettero il feudo al borghese Alessandro Amico (1599-1648) che venne investito del feudo nel 1643. Alessandro era il controllore delle finanze dei Savoia e fu il capostipite della famiglia Amico che fece del castello la propria residenza. Ultimo conte invece fu Paolo Gioachino Carlo Luigi Amico, ministro di Stato, che morì senza prole nel 1832. Fu durante la signoria degli Amico che il castello fu profondamente modificato e prese l’attuale forma, attorno al 1730.

Nell’anno 1643 gli Amico ottennero anche i feudi di Quarto e di Portacomaro. Durante la guerra di successione di Spagna nel 1705 un reggimento di cavalleria francese occupò il paese. Poco dopo nel mese di maggio dello stesso anno le truppe piemontesi mossero verso Castell’Alfero e con un attacco improvviso sorpresero i francesi, ma non riuscirono a scacciarli dal paese. Estintasi la famiglia Amico nel 1832 la proprietà passò ad Arborio Mella, e in seguito agli Ottolenghi di Asti. Infine nel 1905 il palazzo fu acquistato per 64.000 Lire dal Comune per farne la propria sede.

Come arrivare a Castell’Alfero

Come arrivare in auto a Castell’Alfero. Le distanze e i tempi di percorrenza per raggiungere Castell’Alfero da Milano, Torino e Genova.

Da Milano: trasferimento di 1 ora 40 minuti circa, distanza 134 km. Prendere l’autostrada A7 fino a Tortona. Proseguire sul raccordo con Autostrada A21 in direzione Torino con uscita al casello di Asti Est. Mantieni la destra, segui le indicazioni per Casale ed entra in SS706. Prendi la strada provinciale SP457 in direzione di Castell’Alfero. Proseguire sulla SP547 fino alla Frazione Casotto dove, svoltando a sinistra si giunge a destinazione.

Da Torino: trasferimento di 1 ora circa, distanza 71,5 km. Prendere l’autostrada A21 con direzione Asti ed uscire al casello di Asti Est. Mantieni la destra, segui le indicazioni per Casale ed entra in SS706. Prendi la strada provinciale SP457 in direzione di Castell’Alfero. Proseguire sulla SP547 sino alla Frazione Casotto dove, svoltando a sinistra si arriva a Castell’Alfero.

Da Genova: trasferimento di 1 ora 30 minuti circa, distanza 126 km. Dall’Autostrada A7 continuare sull’ Autostrada A21 con uscita al casello di Asti Est. Mantieni la destra, segui le indicazioni per Casale ed entra in SS706. Prendi la strada provinciale SP457 in direzione di Castell’Alfero. Proseguire sulla SP547 fino a raggiungere la Frazione Casotto dove, svoltando a sinistra si giunge a destinazione.

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