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Prov. di Novara

TERDOBBIATE

12 km da NO ( direz. S sulla SR 211 sino all’incrocio per Nibbiola a destra, e per Terdobbiate a sinistra) • 129 m s.m.. sup. com. 8,52 km2 • ab. (terdobbiatesi) 722 (51) • 470 (01)

 Il paese

Centro agricolo della bassa pianura novarese, alla sinistra del canale Quintino Sella. L’abitato si sviluppa attorno agli incroci che portano a N verso Sozzago, a S verso Tornaco e a W lungo la provinciale che lo unisce alla strada della Lomellina.

Cenni storici

Con diploma rilasciato tra il 911 e il 915 re Berengario concesse a Leone, visdomino della Chiesa Novarese, di innalzare un castello in Terdobbiate (Terdoblade). I Vescovi di Novara affidarono la sub-giurisdizione del feudo ai Signori di Trecate e il paese nel XIV sec. fu distrutto dalle milizie di Galeazzo Visconti. Il feudo passò ai Gambaloita nel 1475 e da questi nel 1530 ai Cicogna, che nel 1554, con diploma di Carlo V, aggiunsero a quello signorile il titolo comitale. Incamerato e venduto un secolo più tardi al marchese fiorentino Gerio della Rena, fu poi ancora devoluto e donato da Carlo VI, nel 1726, al senatore Michele di Esmandia, da cui passò due anni dopo alla figlia Rosa Balsamo. Nel 1770 fu riacquistato integralmente dai Cicogna-Mozzoni.

 Cenni artistici

      Le chiese

                                    La parrocchiale

Al XVI sec. risaliva l’antica parrocchiale dedicata ai Santi Giorgio e Maurizio, demolita nel 1954 per far luogo all’attuale costruita in stile arieggiante il romanico. L’interno della chiesa a tre navate, dalle pareti bianche, è totalmente spoglio, ad eccezione di un quadro che rappresenta i Santi Giorgio e Maurizio ai lati di un vescovo.

Isolato come una torre, sorge il campanile della precedente chiesa demolita, con orologio e cella campanaria.

Oratorio di S. Pietro

Il piccolo oratorio sorge isolato, accanto al cimitero, poco distante dalla chiesa parrocchiale. E’ una piccola costruzione a capanna, con tre gradini all’entrata e due finestrine lobate a fianco della porta, cui non si farebbe caso se non fosse per il ciclo di affreschi del XVI sec. che lo ornano all’interno.

La piccola aula ha un soffitto con travatura lignea sulla quale poggiano le tegole. La parete di fondo presenta un Cristo nel sepolcro circondato da due angeli. Sotto una fascia con al centro una Madonna in trono col Bambino benedicente e ai lati vari santi, tre per lato.

A sinistra S. Giovanni Battista, S. Rocco e S. Pietro; a destra S. Antonio Abate, S. Sebastiano e ancora S. Rocco. In basso vi è un piccolo altare. Questi affreschi sono attribuiti a Sperindio Cagnola e risalgono alla prima metà del XVI sec.

La parete sinistra presenta varie figure tra cui significative sono: una Madonna inginocchiata in adorazione del Bambino. Seguono, piuttosto sciupati, un santo accanto ad una Vergine in trono con in braccio il Bimbo benedicente; poi S. Agata martire e S. Bernardo che regge alla catena il diavolo. La parete destra presenta S. Francesco che riceve le stimmate, ancora un Cristo nel sepolcro, e un bel cavaliere che suona il corno da caccia davanti al cervo con la croce fra le corna. Si tratta di S. Uberto, patrono dei cacciatori. Nella controfacciata d’entrata si coglie una bella Madonna del latte che indossa un abito riccamente decorato.

 Il castello

Ad oriente del paese, circondato da un vasto parco, sorge il castello dei Conti Cicogna Mozzoni, trasformato nel Settecento in una dimora residenziale. Ha quattro torri d’angolo rotonde e mozzate, i ponti levatoi originali del tardo XVI sec. e un braccio trasversale interno aggiunto nel XVII.

Altre notizie: Patrono S. Giorgio (24 aprile).

Fonti bibliografiche: 1-2-3-4-5-6