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Il mercoledì del padelista (duro e puro)
IL RACCONTO

Il mercoledì del padelista (duro e puro)

Il giorno clou per il vero padelista (duro e puro) è il mercoledì. Un’avventura che può diventare mistica se i co-protagonisti sono Geppo e l’imbucato Beppe


Il mercoledì al Premier Padel è il giorno del padelista duro e puro, cioè un avido di padel che vuole vedere, toccare, raccogliere, imparare. A modo suo. È avido di tutto, dalle visione dele partite delle padeliste più misconosicute, ai gadget più improbabili, da ramazzare in ogni stand. E siccome il padelista duro e puro è uno che generalmente bada alle spese, il mercoledì è il suo giorno. «Ma Marisa – dice alla moglie la mattina presto – cosa vuoi di più? Giorno di ferie, 14 match su due campi, sessioni di autografi di 18 giocatori, stand di tutti i brand» sogghigna soddisfatto, mentre mette nello zaino i panini della Marisa e il biglietto comprato quattro mesi prima.

Il mercoledì è la mecca del padelista puro, il giorno in cui entrano in campo tutti i campioni del tour, maschi e femmine, che puoi ritrovare nei pochi metri quadrati dell’ex Palalido. Un salto a recuperare l’amico Geppo, detto il Gus Spector di Lambrate Nord, e via sulla 90, fino a Piazzale Stuparich. Va detto che il biglietto di ultima fila si trasforma immediatamente in quello di fila 1, fianco autorità. I primi giorni sono belli anche perché i controlli sono piuttosto vaghi (tanto vaghi, che c’è chi si vanta di entrare gratuitamente, infilandosi in ogni varco, lasciato libero dai controllori distratti) e infatti quando l’amico Beppe incontra un padelista duro e puro, lo lascia amareggiato: «Ma dai, hai pagato il biglietto?».

Troppe tentazioni: sul campo 1 ci sono Tello e Ruiz, non vuoi andare a dare un occhiata? E poi allo stand Adidas c’è la nuova pala di Galan e in tribuna un giocatore del Milan. Lui frigge ma il game si trascina ai vantaggi, maledetto il giorno che non hanno introdotto il punto de oro…

Il programma è ghiotto, ma il padelista duro e puro guarda distratto due game del primo match femminile (è troppo disturbante sentire Geppo che discerne sulla vibora di Emily Stellato: «Gomito troppo basso, traiettoria troppo poco radente, perno sulla gamba sinistra insufficiente». Anche perché poi si ricorda che l’anno prima Geppo aveva giocato qualche minuto con la Emily stessa durante un defilé a Verano Brianza, ovviamente senza vedere palla). Dunque, è troppo forte il richiamo che chiamo amichevolmente negozio di caramelle, ovvero troppe tentazioni raccolte in troppi pochi metri e il padelista duro e puro si agita sulla sedia. Sul campo 1 ci sono Tello e Ruiz, non vuoi andare a dare un occhiata? E poi allo stand Adidas c’è la nuova pala di Galan e in tribuna un giocatore del Milan. Lui frigge ma il game si trascina ai vantaggi, maledetto il giorno che non hanno introdotto il punto de oro, nell’aria si sparge il profumo delle salsicce del bar. Il padelista duro e puro frigge: maledette anche le donne, quindici minuti un game.

Finalmente il game finisce e lui schizza via, a cercare il campo numero 1 ma sbaglia porta e si ritrova al capolinea della 90. Dal primo pertugio che trova non lo fanno rientrare, scarpina un chilometro e mezzo e ritrova l’entrata: «Ma lei non si è fatto fare il timbro in uscita? » gli chiede inflessibile uno steward. Da dentro, Beppe l’abusivo gli fa le boccacce: «Ma qui non paga nessuno?» abbozza. Ed ecco Geppo rispedito a comprarsi un nuovo biglietto.

Il padelista duro e puro comincia a pensare che la giornata stia andando storta. Ricompra il prezioso ticket e torna in tribuna, poi si ricorda di Tello e Ruiz, trova finalmente il campo 1, ma la partita è finita e ora si sta giocando un match femminile. Impegnata, una spagnola che, nomen omen, si chiama De Osso e infatti non molla una palla che sia una. Il padelista duro e puro la guarda ipnotizzato. Lob, controlob, chiquitina, altro lob, rimanda e rimanda, una sfida infinita e umana, perché, diciamolo, il padel dei Superpibes è roba da fantascienza: «E chi dice il contrario è un burfaldino», direbbero i Gialappa’s.

Nel giro-gadget, il padelista duro e puro è riuscito a raccogliere due pacchetti di patatine caramellate all’albicocca, una foto (non autografata) di Marta Caparros Maldonado, due adesivi Padel es Vida, un selfie con un commesso che si spaccia per un noto padel blogger, un tubo (vuoto) di palle e un braccialetto di carta blu con scritto sopra Milano Premier Padel.

Soddisfattissimo dopo due ore e trenta di battaglia, il padelista duro e puro si ricorda che sul centrale ci sono gli dèi del padel, Lebron e Galan. Torna sul centrale, sbaglia ovviamente porta, e si ritrova nel labirinto dei corridoi del Palalido. Questa volta è fortunato, vede la scritta locker room e pensa ai Loacker: «Dai che regalano i biscotti!». Spalanca la porta e ritrova il suo idolo Lebron che si tira su i calzoncini e Galan che lo guarda interrogativo. «Donde esta el baño?», riesce a biascicare prima che una guardia di sicurezza lo rimandi di sopra. «Ho visto Lebron e Galan in bagno», annuncia tutto contento agli amici. Geppo lo guarda scettico, mentre Beppe arriva tutto soddisfatto: «Ho mangiato gratis alla lounge di Casa Padel», annuncia. Il padelista duro e puro avvampa e addenta i panini della Marisa.

Altri due, tre game facili e a velocità supersonica e il padelista duro e puro si agita: Geppo ha cominciato a spiegare che la posizione difensiva di Galan è perfettibile: «Basterebbe un mezzo metro più a destra, sulla bandeja degli avversari. Al TPRA di Oggiono mi è successa la stessa cosa e ho risolto così…». Ora che lo zaino è vuotato dai panini, il padelista duro e puro pensa che sia l’ora del giro-gadget e in una quarantina di minuti riesce a raccogliere due pacchetti di patatine caramellate all’albicocca, una foto (non autografata) di Marta Caparros Maldonado, due adesivi Padel es Vida, un selfie con un commesso che si spaccia per un noto padel blogger, un tubo (vuoto) di palle e un braccialetto di carta blu con scritto sopra Milano Premier Padel.

Torna, il nostro, in tempo per il quarto match, quello del suo idolo Bela: tutto contento, svuota lo zaino con il contenuto del giro gadget, Geppo lo guarda schifato, Beppe abbozza, poi gli chiede se gli regala il braccialetto di carta. La giornata volge al termine, il padelista duro e puro racconterà alla Marisa di aver visto Lebron in bagno, Geppo che i giocatori del Premier Padel hanno delle grosse lacune da destra, mentre Beppe si congeda alla chetichella. Il padelista duro e puro lo vedrà in televisione, in prima fila, per tutta la durata del torneo: «Il braccialetto era un pass vip» gli scrive beffardo in chat.


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