In una fredda giornata invernale del 26 dicembre del 1194 sotto una tenda nella piazza principale di
Jesi nasce Federico II, il puer Apuliae, lo stupor mundi. Un neonato che diventerà uno degli uomini
più potenti dell’epoca, re della Sicilia, imperatore del Sacro romano impero, re di Gerusalemme.
Da
bambino amato e protetto dai papi, da adulto temuto e scomunicato; è stato chiamato Anticristo, Messia e anche "Meraviglia del mondo". Nel Castello di Melfi, oggi sede del Parco letterario Federico II, il papa Urbano II indice la prima
crociata in Terra Santa.
Centoquarant’anni dopo Federico II parte per la sesta crociata.
Questo incredibile imperatore il 18 febbraio 1229 sottoscrive con il sultano d’Egitto al-Kamil un
trattato, riprendendosi Gerusalemme senza colpo ferire ma solo con la sua abile politica
diplomatica. Il trattato è un raro esempio di coesistenza e convivenza tra i due popoli, un esempio
da riprendere e ripetere.
Ma come riesce Federico II a intraprendere con successo la sesta crociata senza spargere sangue?
Su pressioni del papa Gregorio IX, organizza una crociata ma all’ultimo si ritira adducendo la
presenza di una epidemia. Il papa che non lo vedeva già di buon occhio, lo scomunica.
Nel frattempo, l’emiro Fakhr ad-Din, agli ordini del sultano d’Egitto Al-Kamil, invia un suo emissario a Palermo per conoscere Federico II. L’emiro vuole sapere di più su quell’uomo potente che aveva sposato la figlia di Giovanni di Brienne, re di Gerusalemme, divenendo così erede al trono di questa mitica città santa. L’emiro rimane stupefatto nel constatare la vivacità intellettuale di Federico, così come la sua tolleranza verso i saraceni di Sicilia.
La sua corte è un luogo di incontro fra la cultura greca, latina, germanica, araba ed ebraica. Tra l’emiro e Federico inizia una lunga amicizia epistolare in cui discutono di problemi scientifici e filosofici. Dalle versioni arabe si traducono in latino autori greci tra cui Aristotele, Platone e Tolomeo. Tra le mani di Federico capita anche un trattato sulla caccia, che inspirerà fortemente il suo incredibile lavoro "De arte venandi con avibus". Ma Federico continua a ricevere pressioni da parte del papa per organizzare una crociata. Lui restio nell’intraprendere una guerra, per riavere indietro Gerusalemme inizia invece un negoziato segreto direttamente con il sultano d’Egitto al-Kamil. Affidandosi alle sue capacità diplomatiche scambia lettere e doni, Al-Kamil gli invia addirittura animali esotici tra cui dromedari, cammelli ed un elefante.
Il sultano ha una curiosità intellettuale molto simile a quella di Federico, ama disputare coi dotti di grammatica e di giurisprudenza, ed egli stesso è un poeta di cui ci sono stati tramandati alcuni versi. Come Federico, Al-Kamil rifugge il più possibile gli inutili spargimenti di sangue rendendo così possibile l’apertura per un negoziato sulla cessione di Gerusalemme ai cristiani.
Federico II nella pianura di Barletta fa innalzare un magnifico trono e, dopo aver sovrapposto la croce dei pellegrini sulle vesti imperiali, annunzia la sua partenza per la sesta crociata. Dopo un lungo viaggio diplomatico nel Mediterraneo, entra nel porto di Acri e da lì si accampa a Giaffa, vicino al campo del suo ormai amico emiro Fakhr ad-Din. I due accampamenti si frequentano, non si parla di religione ma si discute sulla geometria di Euclide, sugli aforismi d'Averroe e sulla filosofia d'Aristotele.
Federico viene apprezzato per le sue cognizioni nella medicina, nella dialettica e nella geometria e riconosciuto come discepolo degli Arabi della Sicilia. Finalmente il 18 febbraio 1229 Federico II, re di Sicilia e imperatore del Sacro Romano Impero, incontra a Giaffa il sultano Al-Kamil e insieme firmano il trattato. Federico entra in possesso di Gerusalemme, Betlemme, Nazareth ed una striscia intorno ad Acri. La città è aperta a tutti, le mura di cinta vengono abbattute e le comunità possono convivere pacificamente.
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