5 preoccupazioni dello scrittore moderno

Ovvero: come sopravvivere alle incertezze dell’editoria

5 preoccupazioni dello scrittore moderno

Autori sconosciuti che devono confrontarsi con gente famosa, recensioni mancanti o negative, il dubbio della seconda opera: sono preoccupazioni valide?

Lo scrittore moderno, a differenza di quello d’un tempo, deve fare i conti con la realtà in cui vive e con la situazione del mercato editoriale. E la realtà è presto spiegata:

  • Tantissime persone vogliono pubblicare
  • Sempre più personaggi famosi pubblicano
  • Recensioni e critiche compaiono sulle librerie online e nei blog letterari

Un tempo lo scrittore spediva il suo manoscritto e, se veniva pubblicato, il suo lavoro era finito e non doveva fare altro che mettersi a scrivere un secondo romanzo.

Recensioni e critiche c’erano ugualmente, ma su giornali e riviste, che non avevano certo né la diffusione né l’immediatezza che hanno oggi i social media e le librerie online.

Da quando ho aperto il blog sono entrato in contatto con tantissimi autori – da chi scrive ma non ha ancora pubblicato a chi si autopubblica a chi ha pubblicato con piccole o grandi case editrici – e mi sono così fatto un’idea delle preoccupazioni più comuni.

Pubblicare da sconosciuti

Questa oggi è una preoccupazione seria e più che lecita. Nel mio articolo sulle possibilità di pubblicazione per i nuovi autori ho mostrato un quadro ben chiaro sulla situazione dell’editoria italiana.

Oggi si danno spazio e precedenza a youtuber e instagrammer con milioni di seguaci, perché garantiscono, con i loro libri inutili e vuoti, migliaia di vendite e le casse della casa editrice si riempiono un po’ e un po’ si può tirare il fiato.

Youtuber e instagrammer sono una manna dal cielo per gli editori, perché i loro libri vendono senza sprecare soldi in promozione: basta la foto del bel faccione del vip del web con il suo libro in mano pubblicata sui social e il gioco è fatto.

L’autore di narrativa, lo scrittore impubblicato che sogna di pubblicare e arrivare in libreria, deve combattere una battaglia impari contro un nemico che è forte di una fama costruita con mattoni di scemenze, scemenze che però hanno trovato un pubblico – e questo è sicuramente un fatto ben più grave.

Io non potrò mai assicurare a una casa editrice migliaia di vendite con il mio primo romanzo e questo è un vero e proprio capovolgimento del significato di editoria.

Un tempo erano gli autori a scegliere l’editore che poteva loro garantire vendite, adesso sono gli editori a scegliere gli autori che gliele possono garantire.

Il timore del furto

Ogni tanto mi scrive qualche autore in privato preoccupato che un editore possa rubare la sua opera e pubblicarla sotto il nome di qualcun altro. A dire la verità non ho mai sentito casi del genere.

Posso capire un tempo, quando si spediva per posta un manoscritto – manoscritto nel vero senso della parola, cioè scritto a mano, non dattiloscritto, di cui non esistevano copie. Ma oggi si può essere preoccupati che una casa editrice ci rubi l’opera inviata?

Non spedite manoscritti a case editrici minuscole, con siti rozzi magari, e cercate informazioni dettagliate su quegli editori.

La mancanza di recensioni

Io sono stato fortunato con le recensioni, anche se ne ho ricevute poche. Il mio saggio sul blogging è uscito il 27 agosto 2015, ma l’ho annunciato nel blog l’8 settembre e la prima recensione è arrivata il 16, 8 giorni dopo.

Ma se mancano le recensioni su Amazon o altrove, che cosa significa?

  • Che il libro non è stato annunciato dall’autore (possibile?)
  • Che l’autore l’ha annunciato nel blog che conta 10 visite al mese
  • O in qualche social in cui ha un seguito pressoché inesistente
  • Che la casa editrice non ha fatto promozione

Dopo quanto tempo è lecito aspettarsi una recensione? E dopo quanto tempo è lecito preoccuparsi della mancanza di recensioni?

Nessuno può rispondere a questa domanda. L’autore, però, può fare un esame di coscienza e capire se da parte sua c’è stata una minima colpa.

Se il blog dell’autore ha pochissime visite al mese, è colpa dell’autore? In un certo senso sì. Abbiamo parlato dell’importanza della piattaforma dell’autore, nel mondo di oggi. A molti questo discorso non piace – e neanche io lo gradisco tanto – però oggi funziona così. Oggi tutti, o quasi, vogliono pubblicare, quindi è meglio farsi conoscere prima di un’eventuale pubblicazione.

Le recensioni negative

Partiamo con un esempio. È uscito da poco l’ultimo libro di Stephen King, Se scorre il sangue (If It Bleeds), una raccolta di racconti lunghi. Specialmente all’inizio c’erano tante recensioni da 1 stella, che comunque adesso arrivano al 16%.

Possibile che King abbia pubblicato una ciofeca di storie?, mi sono detto. No, le “recensioni” da una stella erano contestazioni per l’elevato costo dell’ebook: 15,99 €.

Hanno ragione sul fatto che il costo dell’ebook sia alto, ma hanno torto a lasciare una stella. Non ti sta bene il prezzo? Non comprare il prodotto. La mia filosofia è sempre stata questa.

La recensione più bassa sul mio libro sul blogging è da 3 stelle: l’autrice ha scritto di aver messo 3 stelle perché pensava che il mio fosse un libro tecnico. Me la sono presa? No, anche se io non metterei uno voto basso a un libro per quel motivo.

Quasi tutte le recensioni su Amazon sono opinioni, come ho avuto modo di scrivere in altra occasione. Una vera recensione, una vera critica al libro, si pubblica sul proprio blog o sui social, se non si ha un blog.

La difficile opera seconda

So già quale sarà il secondo romanzo che voglio scrivere. Ma io sono stato fortunato, perché negli anni ho lavorato a ben 3 romanzi, di cui mi trovo trame dettagliate e altri appunti. In più ho il soggetto scritto per una storia a fumetti che diventerà invece un romanzo poliziesco.

Come è importante la prima opera di narrativa che pubblichiamo, perché ci identifica come scrittori, allo stesso modo è importante la seconda, perché crea nei lettori una maggiore aspettativa.

È quindi giusto preoccuparsene. È invece salutare creare il proprio inventario delle storie: un elenco in cui dare alle storie che vorremmo pubblicare una sorta di priorità. Un elenco di idee valide, insomma, di storie che ancora ci attirano.

Cosa vi preoccupa come scrittori?

Qualcuna delle 5 preoccupazioni che ho elencato vi appartiene? O ce ne sono altre?

21 Commenti

  1. Orsa
    giovedì, 18 Giugno 2020 alle 10:25 Rispondi

    Buongiorno. Sul primo punto mi sono già espressa, conosci già la mia opinione dunque non mi ripeto.
    Il secondo punto non lo escluderei totalmente. Magari il furto di manoscritti non sarà poi così frequente, ma il furto di contenuti sì.
    Io stessa, che sono l’ultima insignificante bloggeruccia, sono stata vittima di più furti da parte di un “editore” e pure di una rivista online, pensa! La cosa brutta è che vedi persone rispettabilissime (all’apparenza) che firmano testi e foto altrui con un candore disarmante. E la cosa ancora più disgraziata è la reazione: “Togliamo ciò che Lei reputa di sua proprietà”. Ma come ciò che IO REPUTO? Pure? Ma roba da fargli un bel paliatone!
    Sul terzo punto mi hai fatto venire in mente che sono una brutta persona: non ti ho lasciato la mia recensione/opinione. Rimedierò quanto prima… poi ti faccio avere il mio IBAN in privato :P
    Vedo che PU è diventato maggiorenne! Zio Umberto sarebbe onoratissimo di prestargli l’alta uniforme per il ballo del debutto 😂

    • Daniele Imperi
      giovedì, 18 Giugno 2020 alle 11:47 Rispondi

      Il furto di contenuti l’ho provato in passato, io e altri blogger, ne scrissi qui.
      Come è andata con editore e rivista?
      Ah, tu leggi il mio libro e manco scrivi una recensione? Mo’ te banno :D
      PU procede, piano piano ma procede :)

      • Orsa
        giovedì, 18 Giugno 2020 alle 14:32 Rispondi

        Si, ricordo che ti rubarono un racconto, mi pare.
        La risposta dell’editore alle mie rimostranze è nel virgolettato del commento di prima.
        La rivista invece non l’ho nemmeno contattata perché onestamente ho provato una gran pena per loro e per il ladro che ha firmato il MIO testo con le MIE foto con la dicitura: “Ricerca e commenti a cura di…” :(

        • Daniele Imperi
          giovedì, 18 Giugno 2020 alle 14:49 Rispondi

          Sì, un racconto e poi alcuni articoli.
          La rivista dovevi però contattarla, magari i responsabili neanche sapevano niente, anche se avrebbero dovuto controllare.

  2. Emilia Chiodini
    giovedì, 18 Giugno 2020 alle 10:35 Rispondi

    A chi vorrebbe pubblicare una sua opera, e non ha l’aureola della notorietà, o, come tu dici, non si è costruita una fama con mattoni di scemenze cementate da ipocrisia, suggerirei la lettura di tre capisaldi del sapere che tolgono ogni velleità di fama: L’Ecclesiaste, Il Mondo come volontà e rappresentazione, per familiarizzarsi con il Velo di Maya, Martin Eden. Se dopo questa parentesi di lettura riflessiva si sente pronto a imbarcarsi in un’avventura frustrante lo faccia pure, ne uscirà coraggioso, senza alcuna preoccupazione.

    • Daniele Imperi
      giovedì, 18 Giugno 2020 alle 11:49 Rispondi

      Ho letto solo Martin Eden, bellissimo. Il Mondo come volontà e rappresentazione dev’essere interessante.

  3. Andrea Perin
    giovedì, 18 Giugno 2020 alle 15:48 Rispondi

    La mia preoccupazione maggiore è che in quanto autore self (senza un editore) non si venga presi seriamente, tolti i nostri affezionati lettori faticosamente guadagnati uno alla volta.
    Al momento non so come spiegarlo meglio; credo fortemente nel potere persuasivo delle grandi C.E.
    Ciao :-)

    • Daniele Imperi
      giovedì, 18 Giugno 2020 alle 15:53 Rispondi

      Con l’autopubblicazione per la maggior parte dei lettori è proprio come dici.
      Non è tanto il potere persuasivo, ma una garanzia costruita e cementata negli anni, anche se pochi si rendono conto che anche le case editrici pubblicano spazzatura e anche testi con errori grammaticali.

  4. von Moltke
    giovedì, 18 Giugno 2020 alle 22:08 Rispondi

    Tutt’ora la prima, e credo che rimarrà tale per un pezzo, vista la totale refrattarietà degli editori e chi per loro (agenzie, lettori professionisti) a darmi lo straccio d’un riscontro.
    All’inizio, specie sull’onda di preoccupazioni un po’ isteriche di gente poco avvezza al mercato moderno, anche la seconda, ma ora dubito che qualcuno si prenderebbe davvero la briga di “rubarmi” o plagiarmi il manoscritto. A che pro, dato che non garantisce nulla? Tanto varrebbe prima pubblicarlo a mio nome.

    • Daniele Imperi
      venerdì, 19 Giugno 2020 alle 8:10 Rispondi

      La prima è la preoccupazione più grande. In effetti il furto di manoscritti, quando non hai garanzie di vendita, non serve a niente :)

  5. MikiMoz
    venerdì, 19 Giugno 2020 alle 11:21 Rispondi

    Sono preoccupazioni che ancora non mi pongo; innanzitutto spero di avere un seguito di più di 10 persone e una persenza online più ficcante (sui social, per dire).
    Quello della recensione a King sul prezzo, è un porblema che effettivamente non capisco come mai non risolvono: perché non credere due o tre linee di giudizi?
    Prezzo, opera in sé, edizione.
    Se leggessi la Divina Commedia (opera voto 10) in edizione carta straccia piena di errori (voto 3) e a un prezzo esorbitante (voto 2), sarebbero parametri migliori.
    Scusa la digressione :D

    Moz-

    • Daniele Imperi
      venerdì, 19 Giugno 2020 alle 11:28 Rispondi

      Be’, stando ai lettori che hai nel blog, il seguito c’è. Certo, non è detto che tutti quelli che commentano e ti seguono compreranno poi il tuo libro.
      Sulle recensioni neanche io non capisco perché Amazon non intervenga. Però più commenti riceve un prodotto e più, credo, sale in classifica: ergo aumentano le probabilità di vendita. Ma non è un comportamento corretto né professionale.
      Le linee di giudizio andrebbero bene, separate, così ti fai un’idea più accurata del prodotto.

  6. Corrado S. Magro
    sabato, 20 Giugno 2020 alle 0:04 Rispondi

    Notata l’assenza della mail sul nuovo argomento sono venuto a cercarti.
    Concordo con quasi tutto e dissento dall’osservazione sul piccolo editore sul timore del furto, sebbene sia un timore fondato. Non mi permetterei mai e non lo immagino minimamente di appropriarmi del lavoro di terzi, io stesso in parte derubato in passato. Ma come difendersi? Escludendo i DRM che creano problemi di lettura, rimangono i social DRM che il selfpublisher o il piccolo editore non può permettersi perché troppo costosi (vedi .pdf) o non acquistabili. E allora? Per il momento punto sui lettori onesti, gli altri in ogni caso non potrò evitarli. E sulle classifiche e recensioni che appaiono su certi siti editoriali? Che ognuno la pensi come vuole, io non le guardo.

    • Daniele Imperi
      lunedì, 22 Giugno 2020 alle 9:56 Rispondi

      Intendevano il furto da parte dell’editore, non da parte dei lettori. Ma senza DRM c’è anche in quel caso un pericolo.

  7. Barbara
    martedì, 23 Giugno 2020 alle 14:24 Rispondi

    Il timore del furto è giustificato.
    Su Amazon, un’autrice self, che ha cambiato nel frattempo pseudonimo, risultò aver plagiato il romanzo Doni rari e preziosi di Raine Miller, editore Corbaccio. Se ne accorsero le lettrici, tra le recensioni scrissero che era lo stesso identico libro ma con nomi dei personaggi cambiati e avvisarono la casa editrice. Ovviamente adesso della copia non v’è più traccia.
    Altro caso, questo uscito clamorosamente anche nella stampa, la pagina Facebook “Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore”, dove Susanna Casciani scriveva i suoi pensieri, poco prima di essere ingaggiata da Mondadori per farne un romanzo, fu plagiata da Marcella Minicucci nel suo “I 156 giorni della nostra solitudine” editore Graus. 90.000 followers scatenati della Casciani inveirono pesantemente sui social contro l’altra ragazza, che aveva sottovalutato l’effetto del plagio ai tempi di Facebook.
    Il libro è stato ritirato dal mercato subito, ma in quel caso non c’era uno pseudonimo a protezione.
    Anche da Wattpad mi dicono che accade che le storie pubblicate là dentro siano copiate oltre misura, sia da Wattpad verso l’esterno che il contrario, dall’esterno verso Wattpad. E del resto, ricordo che successe anche a te, con un racconto.
    Quindi si, accade.
    Due settimane fa mi hanno plagiato un’illustrazione, ho fatto intervenire Google con una denuncia e una penale sul rank del sito che aveva copiato. E ieri hanno tentato di togliermi degli accessi al blog, pubblicando su un’altra piattaforma un pdf stampato di una mia pagina web, senza alcun senso tra l’altro, visto che rimaneva la scritta webnauta.
    Perciò anche i manoscritti non pubblicati andrebbero protetti, prima dell’invio. :)

    • Daniele Imperi
      martedì, 23 Giugno 2020 alle 14:36 Rispondi

      Ma come ha fatto a impossessarsi di quel testo? Se l’è copiato a mano?
      Sì, su Wattpad scrissi tempo fa, una tipa aveva ripubblicato a suo nome un racconto mio e di altri blogger. Ma qui parliamo di testi online, quindi facili da prelevare.
      Come fanno a toglierti gli accessi al blog?

  8. Rebecca Eriksson
    martedì, 14 Luglio 2020 alle 19:54 Rispondi

    Il plagio nell’era di internet è estremamente facile, ricordo che millenni fa per tutelare i dattiloscritti dicevano di creare una busta con la prima facciata del racconto e spedirsela con raccomandata per farla timbrare alle poste. Adesso probabilmente si sarà trasformato nell’invio via pec.
    Un plagio è facile per racconti brevi, articoli o alcuni capitoli di saggistica: cose più lunghe e complesse sono più difficili e una casa editrice che ruba un romanzo intero è abbastanza improbabile.
    Le recensioni su Amazon, proprio perchè sono opinioni, da qualche anno hanno calato la loro influenza sull’acquisto, avevo letto diverse statistiche a riguardo, ma figurati se ora ricordo le fonti.
    La mia preoccupazione maggiore sarebbe per la promozione: in un mondo di influencer è difficile far emergere uno sconosciuto, sia per una casa editrice che per un autore indipendente.

    • Rebecca Eriksson
      martedì, 14 Luglio 2020 alle 19:59 Rispondi

      Mi è venuto in mente ora che nell’era moderna un furto è la diffusione digitale gratuita dei libri.
      Proprio di recente ho letto il caso di un autore americano che ha sollecitato più volte un sito pirata di togliere il suo scritto dai file di download gratuiti. La risposta?
      L’admin del sito gli ha detto di lavorare per lui, perchè avrebbe guadagnato di più che con una casa editrice.

      • Daniele Imperi
        mercoledì, 15 Luglio 2020 alle 8:17 Rispondi

        L’autore avrebbe dovuto denunciare quel sito. Per principio non avrei lavorato per quel sito.

        • Rebecca Eriksson
          mercoledì, 15 Luglio 2020 alle 8:59 Rispondi

          Il discorso su cui era inserito verteva su altro, quindi non so la conclusione della vicenda. Ma sicuramente un autore professionista non va a sporcarsi con quella illegalità.

    • Daniele Imperi
      mercoledì, 15 Luglio 2020 alle 8:16 Rispondi

      La storia della raccomandata a se stessi la ricordo.
      La pec però dovrebbero averla entrambi, mittente e destinatario, non so se è valida solo per il mittente.
      Mi fa piacere che le opinioni su Amazon non funzionino più sull’influenza all’acquisto. Ci vuole poco a denigrare l’opera di un autore che ti sta sulle scatole, altrimenti.
      I cosiddetti influencer spero che al più presto si riveleranno una bolla.

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