Gli Alberi Volanti

Chi non ha mai sognato almeno una volta di volare? 

Con questo sogno mi sono immaginato la fantastica storia d’amore di

Eiros e Charmion  : gli alberi volanti …. e del loro amico lo scoiattolino Lofn.

alberi volanti

Era il tempo in cui fra la Natura e l’uomo regnava un grande equilibrio.

La natura era rigogliosa e l’uomo si crogiolava a goderne la bellezza.

Faceva lunghe passeggiate, fino a che il suo essere non era completamente avvolto dal suo profumo inebriante.

Il corpo fioriva a nuova vita ogni volta che si abbeverava all’acqua fragrante dei ruscelli.

E poi , quando il sole cominciava ad essere insistente, lui si adagiava dolcemente, e stanco , si distendeva ai piedi di alberi maestosi.

Ed allietato dalla desiderata frescura, si appisolava accompagnato dal cinguettio degli uccelli.

Anche la Natura elargiva con gran serenità scoppi di sole e perle di rugiada scandendo il tempo delle varie stagioni.

Di fianco ad una lingua di selciato si apriva il verde incontrarsi di terra e germoglio e lì immersi, in un ronzio d’api vivevano due alberi novelli: Eiros e Charmion.

Natura li aveva voluti vicini, separati solo da un irto cespuglio di rovi.

Gran chiacchieroni, discorrevano felici tra loro di mille argomenti.

Assumendo a tratti le parvenze di due teneri innamorati.

Di tanto in tanto scrutavano da lontano l’uomo e menzionavano storie raccontate loro dagli alberi anziani. I saggi di quel bosco.

L’argomento era sempre legato a quell’ equilibrio trovato.

Talvolta l’uomo si appisolava anche ai loro piedi, senza distoglierli dall’infinito parlare.

Eiros e Charmion erano giovani e felici.

E se lì in basso, quell’irto cespuglio, ne divideva i corpi, in alto i loro rami si cercavano intrecciandosi in una meravigliosa danza  di abbracci.

Si cominciava con un tocco leggero, quasi a sfiorarsi, per poi avvolgersi del tutto in una girandola di rami, immersi nei loro sogni incantati.

Più i giorni passavano e più le loro braccia cercavano punti d’incontro più intimi e sempre più alti.

Osservavano il cielo che si avvicinava e si cullavano nel desiderio di toccarlo.

L’unica cosa che li distraeva era Lofn uno scoiattolino, che rimasto solo sceglieva a turno uno di loro come propria dimora.

scoiattolino

Ed ogni tanto con il suo passare da ramo a ramo…… dolcemente li solleticava.

Eiros in Primavera le diceva: “Ti vedo bella e fiorita”

Charmion in Autunno lo vedeva liberarsi dalle prime rughe.

La loro chioma si colorava di tinte svariate, seguendo il loro stato d’animo e la stessa natura.

Tante affinità e sempre in sintonia. Seguivano entrambi il loro folle sogno:

“Volare liberi per il cielo”.

Un giorno un profumo sconosciuto ed ostile pervase l’aria che li circondava.

Gli animali del bosco saltellavano intorno con aria spaurita. Persino Lofn non passeggiava più con passo lieve sui loro rami.

Loro avvertirono un fremito diverso.

Non era più una lieve carezza, ma un incessante graffiare.

Ed anche l’uomo apparve loro meno tranquillo. Sembrava meno attratto dalla loro ombra e dallo scrosciare del ruscello.

Tendeva a scaricare oggetti strani e funi.

Ed il silenzio veniva rotto dal gracchiare di motori. Che strani versi e che strani animali pensarono Eiros e Charmion.

L’aria fatata che si respirava in giro ormai appariva loro come un vago ricordo.

Il ruscello continuava a sgorgare libero, ma sembrava non avesse più una voce. Gli animali continuavano a vagare senza una meta precisa. E quando giunse la notte, la luna fece timidamente capolino tra gli alberi assorti nei loro pensieri.

Eiros e Charmion per un attimo vennero illuminati dall’argentea luce e poi mestamente, per la prima volta si presentarono al silenzio. Attesero il mattino stringendosi in un lungo abbraccio e suggellarono il silenzio, cercando tra il fogliame le rispettive labbra.  Il mattino li ritrovò teneramente abbracciati. Riaprirono gli occhi , e tra terra e cielo li fecero spaziare.

“Intorno a loro mancava qualche albero amico”

Eiros :            Ci avranno rubato il sogno.

Quello di volare verso il cielo

Charmion  :  scrutando in basso non ritrovò

i colori della Natura.

Eran tutti lì in alto, appiccicati al cielo, in mezzo ad un volo di rondini.

E d’improvviso i loro pensieri non apparvero più indecisi. Intorno , spenti al suolo tanti rami recisi.

Eiros :Fuggiamo

Charmion (sgomenta.) : Dove?

Eiros :          Raggiungiamo il cielo : è nostro amico.

Charmion : Si cullò in quel sogno.

Ma se la loro testa si avvicinava sempre più al cielo. I loro piedi sembravano incollati saldamente al suolo.

Cominciarono con grande forza a scrollare le radici. Trasfusero l’abbraccio caldo del sole in un brivido che correva giù, giù fino alla terra.

Uno sforzo immane. E le loro radici, pian piano, cominciarono a venir fuori dal suolo.

Giorni frenetici. In cui il loro amore fu sopraffatto dal pianto per i perduti amici consapevoli che un giorno tutto sarebbe svanito. I loro rami inanimati non si sarebbero più abbracciati.

Eiros : Perché l’uomo nega a noi la felicità? Eppure tra noi l’equilibrio ci lega.

Conoscevamo forbici che ci alleggerivano dal peso dei rami secchi. Potavano il corpo ed anche lo spirito. Che strane lame rotanti sono mai queste. Che spezzano la vita in un baleno, senza lasciarti il tempo di un respiro.

Passato lo sgomento Eiros invogliò Charmion a lottare.

Decisero entrambi di avvicinarsi al cielo. Le radici si allungarono all’infinito, ma sembrava non venissero via. Loro erano pronti al volo e continuarono a tirare con forza.

Intanto l’uomo si avvicinava sempre più con fare deciso. Il loro amore per sempre sarebbe stato reciso.

Ancora e ancora e ancora con forza sempre più forza cercarono di staccarsi da quella terra che gli diede vita. Ma che adesso era minaccia di morte.

Di colpo le radici si distaccarono dal suolo.

Eiros lanciò un urlo liberatorio. Era libero e felice nel cielo.

Charmion era legata alla terra da un’ultima radice. La più dura, quella che rappresentava una morte sicura.

Eiros volava già tra le nuvole in cielo chiedendosi il perché la Natura si ostinasse a privarli di quell’unica cura. E continuò ad incitar la dolce amata.

Charmion non riusciva o forse non voleva. Sembrava che lei conoscesse bene quella radice, simbolo di Femminilità. Difficile staccarsi dalla Fertilità. L’avrebbe ritrovata in cielo sotto altre vesti? Avrebbe ricreato dei corpi celesti?

Eiros trascinato sempre più in alto nel cielo si contorceva in mille spasmi d’amore e di disperazione. Protese il ramo più forte e più vicino a lei cercando di afferrare la sua dolce chioma. Non ci riuscì e tentò invano di ritornare al suolo.

Dall’alto continuava a guardar quella radice e contro di essa cominciò ad inveire : Frasi rabbiose, quasi un maledire per quell’oggetto che li continuava a ferire. Allora né in cielo né in terra ci potremo unire!

Charmion inerme vedeva l’uomo sempre più vicino. Quando ad un tratto……

Lofn sospeso insieme a lei tra terra e cielo, di tutta la radice ne seguì i percorsi. Raggiunse l’ultimo appiglio al suolo e con più morsi recise l’ultimo ostacolo.

Charmion era libera. Si spogliò degli ultimi rami secchi e raggiunse lui nel cielo.

Le ansie terrene ormai erano vaghi mali.

I corpi si cercarono, i rami si intrecciarono e d’incanto formarono due grandi ali.

Leggeri riprovarono l’ebbrezza dell’amore.

Dello stesso colore del cielo si tinse il mare ed anche Eiros e  Charmion erano riusciti a VOLARE .

Chissà che un giorno anche gli altri alberi imparino a volare. O un giorno noi li si cominci a rispettare. O se alzando il capo, mentre lo sguardo si perde, vedremo un cielo colorato di verde.

cielo verde