San Godenzo è un piccolo borgo situato vicino al confine con l’Emilia Romagna, lungo la strada che raggiunge Forlì.
E’ un borgo collinare, con caratteristiche simili ai borghi di montagna.
Per arrivare al borgo attraverserete una strada costellata da una fitta vegetazione: arrivati a destinazione, affronterete un tratto in salita che conduce all’elemento principale: l’Abbazia di San Gaudenzio (XI secolo).
L’abbazia è caratterizzata dalla tipica facciata romanica sulla quale trova spazio una lunetta sopra il portale e da un bel campanile, questi ultimi realizzati dopo il terremoto del 1919.
L’interno è a tre navate: qui trovano spazio tra le altre un’opera attribuita a Bernardo Daddi, una statua in legno di Baccio da Montelupo e un mosaico dantesco nell’abside eseguito nel 1929.
Il territorio è stato proprietà dei Conti Guidi fino alla metà del 1300 quando passò sotto il controllo della Repubblica di Firenze, che si assicurò l’esclusivo sfruttamento e prelievo di tutte le risorse che il bosco di questo angolo di territorio era in grado di offrire.
E’ sotto il controllo dei Lorena nel corso del 1700, oltre ad una serie di migliorie strutturali che furono definite, anche le risorse boschive trovarono finalmente un “riparo”, grazie ad una serie di riforme che di fatto contribuirono alla loro salvaguardia.
Purtroppo con l’avvento di Napoleone queste riforme subiscono un rallentamento che, però, furono di nuovo riprese dopo la sua caduta. Grazie a Leopoldo II giunse a conclusione la strada di collegamento con Forlì e nacque il celeberrimo “Muraglione”.
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, purtroppo, il borgo ha vissuto un periodo di forti distruzioni, con la maggior parte delle abitazioni rase al suolo (San Godenzo si trovava lungo la Linea Gotica): con la fine della Guerra il borgo è stato ricostruito e oggi gode di una bellissima atmosfera e panorami mozzafiato.
Curiosità 1
Il nome del borgo deriva dall’eremita San Gaudenzio che visse in questo territorio: a lui fu costruita e dedicata l’Abbazia.
Curiosità 2
Il Muraglione, anticamente conosciuto come Colla di Pratignone, nasce come mulattiera: con Leopoldo II l’evoluzione in strada percorribile con le carrozze. Una via di comunicazione, quindi, fondamentale per tutto il territorio fiorentino: basti pensare che lungo la via furono edificati una casa cantoniera e un piccolo albergo.
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