Insoddisfatti fuori dalla didattica

Come smettere di sentirsi insoddisfatti!!!!

Pasquale Foglia

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La maggior parte della gente, anche quando è intellettualmente ben dotata, è spesso emotivamente disastrata ed insoddisfatta perché manca di praticità e di esperienza: non sa come uscire dal suo stato di insoddisfazione. E magari vorrebbe dare un’aggiustina al proprio cervello! E invece basta accettare la situazione per eliminare l’insoddisfazione e sentirsi subito meglio!

Lo senti come tuona il predicatore dal pulpito e come strombazza il politico? Lo vedi com’è convincente lo psicologo e come è suadente lo psichiatra?

Sembrano persone tutte ammodo. Ma non è detto che sia proprio così!

Quando il prete fa il suo predicozzo non è lui che parla, ma la sua mente superiore! La mente superiore o archetipica o idealistica è sempre perfetta, ma chi se ne sta servendo può avere benissimo tanti problemi! Insomma, è molto probabile che il predicatore fa proprio quelle cose che dice ai propri fedeli di non fare. D’altra parte, anche lui è un essere umano!

Quando l’uomo politico arringa la folla, non è lui che parla, ma la sua mente superiore archetipica. La sua mente superiore sa cosa vuole ascoltare la gente e lui si lascia trasportare dal fervore del suo discorso e fa tante promesse che poi non può mantenere. Anche il politico è un essere umano!

Quando lo psicologo elargisce i suoi saggi consigli, è la sua mente superiore che parla, ma anche lui potrebbe avere le stesse preoccupazioni del suo paziente, anche se questi non lo sa. Anche lo psicologo è un essere umano!

Quando lo strizzacervelli prescrive un farmaco miracoloso, è la sua mente superiore a suggerire la ricetta. Lui spesso ha le stesse preoccupazioni dei suoi clienti. Anche lo psichiatra è un essere umano!

Dunque, anche coloro che simbolizzano la perfezione nell’immaginario collettivo, vorrebbero dare una aggiustatina al proprio cervello! Tutti si dibattono tra problemi quotidiani, vanno soggetti a dispiaceri e frustrazioni e tutti commettono errori e fanno scelte sbagliate! Una persona espertissima in un campo, è spesso completamente imbranata in altri settori. Nessuno è completamente esperto della vita e perciò tutti prendono decisioni errate e spesso si trovano in difficoltà. Dunque, tu non sei sbagliato, sei esattamente come gli altri: e allora perché ti accanisci così tanto a voler essere diverso da come sei?

Una persona per sentirsi contenta deve accettare di sentirsi scontenta, anche perché è impossibile essere bravi in tutto. E soprattutto non si può diventare subito eccellenti. E non si può essere sempre in piena forma. Un individuo diventa pratico e disinvolto proprio dopo aver accettato di essere imbranato e rigido. Soltanto quando accetta di essere quello che è comincia il suo cambiamento.

Le qualità opposte dovrebbero sempre convivere in noi in modo equilibrato, ma spesso succede che coltiviamo una caratteristica e tralasciamo quella opposta. Noi diventiamo esperti nelle cose che ripetiamo ogni giorno e diventiamo carenti nelle cose che trascuriamo. Pertanto nessun essere umano è completo o perfetto: chi ci consiglia in un dato campo, ha bisogno dei nostri consigli in altri campi. E dunque, se anche chi predica dall’altare ha suoi difettucci, impariamo ad essere più indulgenti con noi stessi, anche se dobbiamo rimboccarci le maniche per migliorarci. E a proposito di propositi, ricordati che senza sacrifici, senza impegno, senza determinazione non si combina nulla di buono nella vita! Ma non è mai tardi per mettersi in gioco!

Purtroppo c’è quasi sempre un abisso tra la realtà e le nostre aspettative, tra ciò che realizziamo e ciò che vorremmo. Inoltre, spesso immaginiamo che gli altri siano più felici, più fortunati, più dotati di noi, e questo è il principale motivo che ci rende insoddisfatti, che ci fa stare male. Se non comprendiamo che la realtà è sempre diversa dalle apparenze, e lo è per tutti, non riusciremo mai ad accettarci completamente. E invece l’accettazione di sé è il perno di ogni miglioramento e di ogni realizzazione! Manda un bacio a quel tizio… che vedi ogni giorno nello specchio! Accetta tutte le tue imperfezioni presunte o reali che siano ed esse spariranno in un attimo… ovvero non ti daranno più fastidio, non saranno più un problema per il fatto semplicissimo che l’hai accettate!

La gente manca spesso di senso pratico della vita e vive di troppa immaginazione, di troppe aspettative, di troppi desideri e sogni irrealizzabili e quindi vive spesso fuori dalla realtà! Tutti noi abbiamo troppe identificazioni e ci ritroviamo un io ipertrofico, ossia esteso a tantissime cose materiali e a tante relazioni (soldi, casa, automobile, cane, gatto, moglie, amanti, ecc. ecc.). Quindi più sono le cose che possediamo e con le quali ci identifichiamo, più ci sentiamo minacciati, e abbiamo paura che ce le portino via. E non appena l’amigdala avverte una piccola minaccia, ci mette immediatamente in tensione e abbiamo paura di perdere le nostre cose e ci attacchiamo ad esse ancora di più. (L’amigdala, o corpo amigdaloideo, è una parte del cervello che gestisce le emozioni e in particolar modo la paura)

Fino a quando ha troppi desideri e identificazioni nella propria testa, l’uomo sarà sempre insoddisfatto! Anche perché quando riesce ad ottenere, dopo tanti sacrifici, quello che bramava ardentemente, si accorge della sua vacuità e resta deluso. Non si sente più felice come aveva erroneamente sempre creduto. Purtroppo, la forza dei desideri supera di gran lunga la forza di volontà perché questa dipende dalla coscienza, mentre i desideri provengono dall’inconscio che è estremamente più potente. E infatti i desideri rappresentano il motore della vita, sono la forza trainante, e quindi senza desideri la vita sarebbe impossibile. Ed è questo il dilemma: senza desideri non si può vivere, ma la loro realizzazione non è mai facile e ciò ci fa soffrire!

In effetti, ogni cosa ha sempre due facce: una buona, per così dire, e una cattiva. Spesso noi cerchiamo soltanto la parte buona e ignoriamo che assieme alla parte buona dobbiamo prenderci anche quella cattiva.

Non solo, anche quando otteniamo tutto quello che desideriamo, e ci sentiamo felici e soddisfatti, dopo un po’ ritorna l’insoddisfazione. Anzi più abbiamo e peggio è per quanto detto a proposito delle identificazioni e dell’io ipertrofico. E tuttavia l’insoddisfazione ci aiuta a vivere anche se non ci piace perché ci spinge a cercare la soddisfazione e quindi ci costringe a migliorare, ad agire, a non vivere nell’ignavia! L’insoddisfazione fa da contrappeso e richiamo alla soddisfazione, proprio come il cattivo tempo serve a controbilanciare il bel tempo. Analogamente, l’infelicità fa da equilibrio alla felicità, proprio come il buio della notte si alterna e si compensa con la luce del giorno.

L’insoddisfazione è proprio come il fallimento: è il prezzo da pagare per raggiungere la soddisfazione, la gioia e il successo! Come dice Robin Sharma in La tua grande occasione: «Le cazzate sono le tappe verso la perfezione». L’insoddisfazione è come la fame che ci costringe a mangiare tutti i giorni; e ci costringe anche a procurarci da vivere! E quando mangiamo, oppure facciamo l’amore o riusciamo nei nostri intenti, ecco che l’insoddisfazione si trasforma in soddisfazione, almeno temporaneamente….

In fondo, è proprio questa la felicità! È la scarica della tensione diventata troppo forte, tensione che ci siamo procurati noi stessi per effetto del nostro desiderare. L’orgasmo è sicuramente il migliore esempio! Quando scarichiamo la tensione noi siamo momentaneamente felici e soddisfatti. Se mancasse l’insoddisfazione, non ci sarebbe la tensione e quindi neanche la scarica che ci consente di sentirci felici.

Per esempio, tutti soffriamo per amore, eppure non ne sappiamo fare a meno, l’amore ci piace tanto anche se ci fa impazzire, anche se ci fa soffrire. E allora ammettiamolo: è proprio il soffrire la nostra vera essenza vitale: la sofferenza è il prezzo da pagare per ottenere la felicità!

E dunque è l’eccesso di insoddisfazione, ovvero la totale assenza di soddisfazione che deve preoccuparci, non quella normale, comune a tutti gli esseri viventi quando si trovano in stato di disagio o di mancanza di omeostasi.

Come ho messo bene in chiaro ne “La felicità a portata di mano”, nel medio lungo periodo dal male nasce il bene e dal bene nasce il male, perché questi due vettori, ossia il bene ed il male, così importanti per l’umanità, camminano sempre a braccetto come le due facce della stessa medaglia e si alternano in continuazione come il giorno e la notte e le quattro stagioni. Credere che soddisfacendo tutti i nostri desideri saremmo come nelle favole, per sempre felici e contenti, è totalmente falso. E tuttavia noi dobbiamo sempre anelare alla felicità e darci da fare per procurarcela, proprio per compensare l’infelicità che altrimenti prenderebbe il sopravvento spezzando l’alternanza e la nostra stessa vita!

Purtroppo si nasce piangendo, e le coccole della mamma che ci fanno tornare il sorriso sono disponibili soltanto fino ad una certa età. Poi bisogna crescere, bisogna diventare adulti, bisogna diventare autonomi: non dobbiamo più dipendere dagli altri, né tanto meno dalle opinioni altrui. Il che non ci vieta di cercare aiuto in caso di bisogno.

E dunque, non è necessario dare una aggiustatina al tuo cervello per far sparire l’insoddisfazione. Siamo tutti nelle medesime condizioni. Quello che non c’è causa la nostra insoddisfazione e quello che c’è non ci basta mai! E allora ti conviene accettarla una volta per tutte questa benedetta insoddisfazione, senza stare eternamente a lamentarti e a recriminare sulla tua presunta sfortuna e sulle tue presunte inadeguatezze: solo così puoi mettere fine alle tue frenesie mentali e trovare la serenità!

L’insoddisfazione fa parte della vita correttamente vissuta, e non è un male ma un bene perché serve a spronarci! Se esistesse per assurdo anche una sola persona sempre soddisfatta, sarebbe la fine per il genere umano perché nessuno si darebbe più da fare per migliorare e progredire. Se mancasse del tutto l’insoddisfazione dopo un po’ ci annoieremmo mortalmente perché anche le cose più belle come il sesso, il cibo e il divertimento dopo un certo tempo ci stancano. Non esiste il bene assoluto, ma tutto è relativo! Ed è per questo che la vita, saggiamente, in un modo o nell’altro, ci porta sempre via le cose più belle…. per farcele desiderare di nuovo!

Per rendere normale, ossia non eccessiva, l’insoddisfazione e i suoi effetti perniciosi come il vittimismo, il rimuginamento e la tristezza, c’è una sola cosa da fare: accettarla! Accettando l’insoddisfazione cStrategieome una condizione di vita normale, essa cessa di infastidirci e di farci sentire male. In fondo è esattamente come la morte. La morte è inevitabile, sappiamo bene che prima o poi dovremo morire, eppure stiamo benissimo, non ci preoccupiamo della morte! Non pensiamo alla morte per la maggior parte della nostra vita. E allora perché pensiamo così tanto all’insoddisfazione?

Quindi, quando tu mi dici che ti alzi sempre insoddisfatto e stanco la mattina, la risposta è questa: per sentirti soddisfatto devi assumerti le tue responsabilità e rimboccarti le maniche, ossia devi apportare i necessari cambiamenti alla tua vita e migliorare le tue relazioni. Devi renderti conto che sei tu stesso a metterti nei guai. Se ti senti insoddisfatto, vuol dire che la vita che conduci è sbagliata e quindi devi apportare dei cambiamenti.

E siccome ogni cosa ha sempre i pro e i contro, vuol dire che nel tuo caso i contro superano i pro e quindi devi rimboccarti le maniche! Per esempio, devi cambiare partner o cambiare residenza, anche se è doloroso. Se non vuoi perdere i pro, per esempio i pranzetti sfiziosi e le nottate d’amore incantevoli, ti devi tenere anche i contro, e nel tuo caso, sposare la tua amante che ti fa pressione in tal senso, anche se è già al terzo divorzio e ha due figli adolescenti che sono una peste!

All’inizio di ogni cammino si rischia sempre di smarrirsi o di cadere molte volte, ma se non si accetta di cadere, si resta al punto di partenza. È questa la differenza tra le persone pratiche e disinvolte e quelle impacciate e ridicole: le prime accettano di cadere e fanno esperienza, per cui diventano ben presto sicure, disinvolte e brillanti, mentre le seconde non vogliono uscire dalla propria zona di sicurezza perché hanno paura di farsi male e perciò non migliorano mai. Se non prendiamo mai la parola in pubblico, non diventiamo mai disinvolti, né tanto meno dei bravi oratori; se non ci abituiamo a ballare in mezzo alla gente, ci sentiremo sempre impacciati e insicuri anche se a scuola (di ballo) siamo abbastanza bravi!

Per sentirsi soddisfatti occorre affrontare l’insoddisfazione, ossia occorre accettare di sbagliare e di farsi male. Appare evidente che l’insoddisfazione infierisce soltanto su coloro che hanno difficoltà a passare all’azione essendo bloccati dai pensieri disfattisti, dalle credenze limitanti e dalle paure. Accetta la tua goffaggine iniziale ed obbligata, accetta le critiche, gli insuccessi e le umiliazioni, mettiti in gioco come fanno tutti i vincitori e le persone normali e vedrai che sparirà rapidamente la tua insoddisfazione, anzi spariranno tutte le tue paure e tutti i tuoi problemi. La peggiore sorte capita a chi rimugina troppo, a chi non passa all’azione perché la tensione (lo stress) non si scarica mai!

Forse tu sei caduto così tante volte che ormai non hai più la forza di rialzarti. Hai provato tante volte ed è sempre andata male. Hai avuto troppe delusioni. E hai perso la fede in te stesso. E sei diventato masochista. E hai rinunciato per sempre. In realtà tu non hai provato abbastanza volte e probabilmente il tuo traguardo era dietro la curva. Probabilmente sei vicino alla vetta e non lo sai! Fa’ l’ultimo sforzo. Accetta di cadere per l’ultima volta. Accetta fino in fondo l’amaro e vedrai che presto diventerà dolce. Non aspettarti la manna dal cielo: impara a procuratela con il tuo impegno quotidiano.

Accettati, approvati, amati sempre, anche quando le cose vanno male: questo è il segreto per sentirti soddisfatto e realizzare molto nella vita. La più grande lezione della vita è proprio questa: accettarsi sempre e comunque, e quindi amarsi e approvarsi anche quando ci sono i fallimenti, perché l’accettazione e l’amore di sé sono la migliore medicina per il proprio sviluppo personale e la propria realizzazione. Chi si accetta crede in se stesso, e credendo in se stessi si supera qualunque ostacolo.

Una persona non si accetta quando ha standard troppo elevati e ciò danneggia la sua auto immagine e il modo in cui si percepisce, abbassa l’autostima e lo fa sentire insoddisfatto e inadeguato. D’altra parte, proprio perché ha obiettivi molto elevati, per raggiungerli è costretto a sottoporsi a sforzi notevoli, e sottoponendosi a tali sacrifici probabilmente è anche sulla via della realizzazione. In fondo ogni essere umano è fatto così: c’è chi raggiunge prima l’auto affermazione e chi invece ci mette più tempo, e purtroppo c’è anche chi non fa in tempo a realizzarsi in questa vita….

Ma c’è anche chi riesce ad accontentarsi dei traguardi già raggiunti e sa apprezzare e amare le cose che ha: ed è sicuramente una persona felice e soddisfatta perché accetta la sua condizione. Ci si può sentire felici, soddisfatti e realizzati anche con poco, e si può essere infelici, insoddisfatti e irrealizzati anche se si ha molto: la differenza la fa proprio l’accettazione di sé!

I problemi, gli errori, i fallimenti, le recriminazioni, le malattie, tutti i malesseri persistono soltanto perché noi non li accettiamo e perché ci ribelliamo: è proprio la nostra resistenza all’accettazione della realtà la causa dei nostri mali e non i mali in sé! Anche i nostri difetti fisici ci angosciano così tanto, soprattutto durante l’adolescenza, soltanto perché ce ne vergogniamo e ce ne facciamo un problema, ma il problema persiste proprio perché non ci accettiamo rifiutando di essere come siamo!

Occorre precisare che chi si accetta non è un fannullone o una persona di poche pretese. In realtà è spensieratamente impegnato e attivo, ossia non è troppo attaccato ma neanche troppo distaccato nelle cose che fa; si arrabbia raramente e proprio quando è necessario perché ha abbastanza pazienza; non prova invidia, ma si sente stimolato a impegnarsi di più dai successi altrui; e non è né troppo orgoglioso, né troppo umile, ma abbastanza dell’una e dell’altra cosa….

La virtù non è mai data dall’eccellenza che è valida soltanto in campo sportivo, rischiando tuttavia di rompersi l’osso del collo; ed è valida nel campo artistico – professionale, rischiando però l’incompetenza in altri settori ed il fallimento in campo sentimentale – familiare: ma in campo morale ed etico la virtù è sempre data dal giusto mezzo, dall’equilibrio degli opposti!

Chi si accetta così com’è, con tutti i suoi difetti, rende sempre al massimo senza sforzarsi più di tanto perché è sempre presente nel qui e ora, è sempre attento a ciò che succede intorno a lui ed è completamente assorbito da ciò che sta facendo in ogni momento della giornata, e pertanto non è disturbato o ossessionato da pensieri angosciosi legati alle proprie aspettative e ai propri attaccamenti: è contento e si gode la vita.

Quando siamo totalmente assorbiti dal nostro lavoro – a me capita soprattutto quando mi dedico all’orto – ossia quando mettiamo la massima attenzione in ciò che stiamo facendo, ci rilassiamo in modo favoloso perché non pensiamo a niente, per cui la mente non si sforza e non fa assolutamente nulla: osserva soltanto, si riposa, si acquieta e noi smettiamo di sentirci scontenti.

È proprio l’auto accettazione che alimenta in modo pazzesco l’autostima! E dunque, chi non si accetta è un vero masochista! Chi si piange addosso (anziché darsi da fare) lo farà per tutta la vita!

Tratto da piuchepoi.it come smettere di sentirsi insoddisfatti!!!!

Di Pasquale Foglia

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chef Giuseppe Azzarone