I ritratti rinascimentali

Il Rinascimento celebrò nelle arti la riscoperta della centralità dell’uomo. Alla figura maschile fu affiancata quella femminile, non più solo come puro ideale di bellezza, ma come rappresentazione della personalità, esaltata dal ritratto.
Il ritratto non fu più nel Rinascimento prerogativa dell’aristocrazia, ma “stutus symbol” anche dell’alta borghesia, la nuova classe. Del ritratto sia i nobili che i borghesi riscoprirono la funzione sociale, in aggiunta a quella commemorativa.

Pisanello, studi preparatistici, disegni, ritratto presente al Louvre

La ritrattistica rinascimentale è un pregevole esempio del genio italiano, sia per l’originalità e l’accuratezza con cui maestri affermati e pittori minori hanno immortalato i prominenti dell’epoca, sia per la notorietà del signore o della dama raffigurati nei ritratti. Il ritratto può essere annoverato tra i più diffusi e importanti generi dell’epoca; estinto nei secoli dopo la caduta dell’Impero Romano, la sua “rinascita” iniziò nei primi anni del XIV sec., quando le figure storiche e i notabili furono rappresentati con una certa frequenza.
All’inizio del Rinascimento non furono, in verità, i volti degli individui a essere rappresentati, ma fu privilegiata piuttosto una tipizzazione dei caratteri umani: il vecchio, l’affascinante, il brutto,… È solo alla metà del XV sec. che gli artisti cominciarono, in forma quasi schematizzata e idealizzata, a porre attenzione ai tratti somatici e peculiari del soggetto del loro ritratto, riprendendo lentamente una tradizione dell’arte romana antica.
Il ritratto tornò quindi in auge, come riscoperta dell’unicità e del valore dell’individuo umano. Quasi nulla è noto riguardo all’uso che fu fatto dei primi ritratti rinascimentali; erano sicuramente esposti nelle dimore, molto probabilmente ancora con una funzione commemorativa, in ricordo di defunti. Dipinti solo alla morte del committente, dovevano preservare nella memoria il volto del caro scomparso.
I primi ritratti di scuola fiorentina sono severe ed enigmatiche raffigurazioni di profilo, la cui visione del soggetto vis à vis è preclusa all’osservatore di oggi, che perde così i dettagli dello sguardo, senza poter intuire la personalità o l’umore del raffigurato. I capelli sono un elemento che cattura la nostra attenzione, nell’accuratezza dell’acconciatura, in risalto rispetto alle vesti, di cui vediamo solo il particolare che copre le spalle.
Nel Rinascimento l’ammirazione per il bello si rifaceva ai canoni estetici classici, come la perfezione e l’armonia, ma non fu più l’essenziale linearità di un corpo atletico a essere ricercata; le imperfette e rotonde forme erano, infatti, nascoste da ampi broccati e velluti provenienti dall’Oriente, mentre il viso, e di conseguenza la capigliatura come suo ornamento, divennero oggetto di una maniacale attenzione da parte sia delle donne che degli uomini.

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