Credere in se stessi, perché a volte è così difficile

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Dott in biologia molecolare. Dott in scienze e tecniche psicologiche. Esperto in neurobiologia e genetica comportamentale. Divulgatore scientifico. Scrittore e Fondatore di Psicoadvisor

Credere in se stessi significa avere fiducia nelle proprie risorse, stimarsi e saper sfruttare al massimo le proprie potenzialità. Se non credi in te stesso, le tue relazioni ne risentono, così come la sfera lavorativa e sociale. Tutti i tuoi obiettivi subiscono mille battute d’arresto prima di giungere alla meta (se arriva). Poi, con il rapporto personale, ti sembra di stare sulle montagne russe, pertanto, alcuni giorni stai bene con te stesso, ti senti sicuro o addirittura perfetto!

Altri giorni ti senti la peggiore persona sulla terra, pensi di essere un fallito; certi giorni senti solo un caos interiore difficile da districare, altre volte hai la forza di un leone e altri ancora, vorresti nasconderti come un coniglio! Quando non c’è una stabile autostima, infatti, l’immagine che hai di te è fluttuante e si lascia guidare dalle emozioni e non da un senso d’identità permanete. Ci sono poi ripercussioni come:

  • Zittisci i tuoi desideri e bisogni perché non si adattano alle necessità del partner o della famiglia d’origine.
  • Ingoi molte parole per non ferire le persone. Mentre quando hai fiducia in te, trovi le parole giuste per esprimerti con chiarezza senza necessariamente ferire l’altro. Ci vuole coraggio per far valere i propri bisogni e tatto per esprimersi.
  • Trattieni la voglia di fare certe cose perché ritieni che non sia il momento, oppure che “ormai è troppo tardi”. Quando inizi a credere in te stesso, invece, è sempre il momento giusto!
  • Non riesci a dire di «no» ad amici e colleghi di lavoro e chi approfittano dei tuoi “favori”.
  • Hai difficoltà a prendere decisioni, talvolta è difficile anche scegliere il menu giusto da mangiare.
  • Rimugini su tutto ciò che dici o che fai.
  • Non riesci a perdonare gli errori che commetti.

Ma perché è così difficile credere in se stessi? Forse tu non lo sai ma il grado di fiducia che riesci a nutrire in te stesso riflette le tue esperienze, e, prima di tutte, quelle infantili. Crede in se stessi, infatti, è qualcosa che s’impara. Proprio come impariamo a camminare, leggere o scrivere, impariamo anche a nutrire fiducia in noi. Quando impariamo a leggere, scrivere e a camminare, ci serviamo di esempi, apprendiamo quasi per imitazione: vediamo i nostri genitori e fratelli stare in posizione eretta e così ci sforziamo di alzarci in piedi, tentativo dopo tentativo.

Anche con la scrittura iniziamo copiando imitando dei simboli che dapprima per noi non hanno alcun senso; poi capiamo che sono lettere alle quali impariamo ad associare un suono e impariamo a costruire con fatica le prime sillabe, poi le parole e poi le frasi. Con la fiducia in sé avviene lo stesso, solo che qui l’apprendimento è implicito e lontano dalla nostra consapevolezza. Sempre durante l’infanzia, quindi, apprendiamo quanto possiamo fidarci di noi e degli altri. Probabilmente, oggi, se non credi in te stesso è perché in passato nessuno mai lo ha fatto o meglio, nessuno ha valorizzato, in modo opportuno, i tuoi talenti e le tue risorse.

È difficile credere in se stesso perché da bambini ci insegnano a non farlo

In effetti, se ci pensi: è difficile credere in se stessi quando nessuno ci ha mai mostrato come fare a darsi valore. Purtroppo, molti di noi, sono cresciuti con modelli genitoriali non molto attenti ne’ tantomeno consapevoli delle ripercussioni del loro stile educativo. Ci hanno implicitamente insegnato a non amarci, a non rispettarci, a ignorare i nostri bisogni e non credere nelle nostre risorse. Giorno dopo giorno, abbiamo implicitamente appreso che c’è sempre qualcosa di più importante di noi!

Qualcuno di noi è stato sminuito, altri sono stati ridicolizzati, altri ancora ignorati, non ascoltati. Siamo cresciuti con frasi tipo «non piangere sennò la mamma si arrabbia», frasi che veicolano il messaggio «i sentimenti della mamma sono più importanti dei tuoi» così abbiamo imparato a ignorare i nostri bisogni e sopprimere le nostre emozioni per far stare “più tranquilli” gli altri.

Oppure, se ci sporcavamo o, come è naturale per un bambino, rompevamo qualcosa, partiva subito un: «hai visto cosa hai combinato? Sei il solito buono a nulla», «ma sei scemo!», o frasi analoghe volte a piantare il seme dell’insicurezza, del senso di colpa e della vergogna. Anche se non le ricordiamo perché eravamo troppo piccoli, questa frasi hanno lasciato un segno. Ecco, dunque è naturale che non riesci a credere in te stesso se sei cresciuto in un ambiente non supportivo.

Presta bene attenzione! Sapere cosa è andato storto nella costruzione della tua autostima non deve essere un pretesto per arrendersi, incolpare gli altri o gettare la spugna; deve essere piuttosto un punto d’inizio da cui ripartire, da cui ricostruire se stessi. Oggi ciò che sei è una tua responsabilità, un tempo lo era dei tuoi genitori, tu puoi benissimo fare meglio! Ne hai tutte le facoltà. Bene, adesso che abbiamo capito che non c’è nulla che non va in te e semplicemente non hai mai imparato come credere in te stesso, vediamo come rimediare e conquistare questo prezioso apprendimento.

Come credere in se stessi e ricominciare a vivere

Ora che siamo adulti, possiamo adoperarci per mettere da parte la sfiducia, coltivare una sana autostima e credere finalmente in se stessi. Nell’ideale, per credere in te stesso avresti bisogno di fare un lavoro retrospettivo, accogliere il tuo passato e ogni parte di te che disprezzi. Un lavoro molto profondo che ti consentirebbe di entrare in profondo contatto con i tuoi bisogni così da poterli soddisfare. Per compiere questa impresa, potrebbe essere utile farsi aiutare da uno psicologo/psicoterapeuta. Intanto, ecco alcune idee che servono a educarti al (e insegnarti il) rispetto di te. L’autostima parte da questo, dalla capacità di rispettarsi e accogliersi.

1. Le pause che ti insegnano che hai un valore

Quando iniziamo una storia d’amore e talvolta anche un lavoro, abbiamo la cattiva abitudine di essere totalitari, cioè di accantonare ogni nostra passione per dedicare tutto il nostro tempo a una determinata attività.

Non è raro sentirsi svuotati quando si investono energie per soddisfare i bisogni altrui e/o in attività che non ci ripagano con la gratificazione che vorremmo. Allora perché non investire le nostre energie in ciò che ci gratifica? Prendi la tua agenda o anche il calendario dello smartphone. Fin da adesso, individua almeno due giorni a settimana in cui trovare un spazio per te!

Prendersi delle pause da tutto (soprattutto dalle persone che più fanno affidamento su di te per risolvere i loro problemi) può essere terapeutico e mostrati il cammino per la fiducia di sé. Quei due spazi settimanali potrebbero essere trascorsi a passeggiare nei parchi, in palestra, al cinema, nell’idromassaggio di una spa… non importa, ciò che conta è che hai trovato il coraggio di dedicare del tempo a te stesso. Nel momento in cui l’hai fatto, hai capito che lo meritavi, che meritavi spazio e tempo per te stesso.

A lungo andare, saranno i tuoi comportamenti a mostrati che hai un valore, che puoi credere in te stesso. Se investi energie in te stesso, significa che le meriti. Imparerai implicitamente che tu meriti quelle attenzioni e molto altro ancora!

2. Concediti il lusso di dire «no»

Se la tua bassa autostima ti porta ad assecondare i bisogni altrui e ti ritrovi a erogare favori che non vorresti, allora concediti il lusso di dire «no». Impara a dire «no» con fermezza, senza dare giustificazioni perché non hai bisogno di chiedere scusa se hai deciso di rispettare te stesso!

Il «no» può arrecare disagio, è naturale, non sei abituato a dirlo. Quindi quando ti sottrai a un’attività spiacevole, viviti pure quel disagio come normale e proiettati subito al dopo. Cioè proiettati a quella sensazione di sollievo che proverai investendo il tempo risparmiato in attività che ti soddisfano e gratificano. Puoi imparare a dire no anche prima della richiesta. Prova a ripetere, davanti allo specchio, queste frasi:

  • «Purtroppo sarò molto impegnato quel giorno»
  • «Mi dispiace amico mio, ma non posso»
  • «Ti ringrazio ma non ne ho voglia»

Si tratta di frasi chiare, cortesi, che ti consentono di dire «no» in modo delicato. Se l’altra persona si offende, sappi allora che non ti stava chiedendo un favore ma stava muovendo una pretesa su di te! Chi chiede, sa accettare un no come risposta. Chi pretende, si offende. Le persone che hanno pretese su di te e sul tuo tempo, ritengono di essere superiori. Beh, allora lascia che si offendano, vuoi davvero persone così nella tua vita? Tu meriti di circondarti di persone che sanno apprezzarti davvero per ciò che sei e, alla lunga, la fiducia che imparerai a nutrire per te stesso, muoverà una sorta di selezione naturale delle relazioni.

3. Fatti un regalo

È vero, può essere difficile spendere dei soldi per se stessi, specialmente nei periodi di magra finanziaria, ma anche piccole cose possono aiutarci. Alcune persone sono abituate a fare regali enormi e gesti eclatanti per gli altri, ma quando si tratta di concedere a se stesse, divengono parsimoniose! Un’avarizia al contrario. Beh, smetti di essere avaro con te stesso e impara a farti dei regali. Potrebbe essere prendere una colazione al bar vicino casa, così come acquistare un nuovo paio di scarpe, ancora meglio un piccolo oggetto simbolico che ti regali per ricordarti il tuo valore (un portachiavi, un adesivo, un braccialetto…); qualcosa da tenere sempre a portata di mano che possa fungere da memo. Al momento dell’acquisto, pensa: «lo compro per farmi un regalo, perché io lo merito!». Gli elementi simbolici possono essere molto preziosi per la salute psicologica.

4. Chiedi ciò di cui hai bisogno

Ahimè, alcuni di noi hanno così profondamente a fare a meno di tutto, che evitano addirittura di chiedere aiuto. Se non esprimi i tuoi bisogni in modo chiaro, è difficile che gli altri li soddisfino dal nulla. Anche se mandi segnali, sappi che fin quando non imparerai a chiedere, ciò che vuoi non verrà spontaneamente da te. Puoi imparare a chiedere cose essenziali come tempo, spazio o anche aiuto e condivisione.

5. Non arrenderti!

Non arrendersi è la prima regola fondamentale per portare avanti qualsiasi progetto. La verità è che tutti abbiamo paura e nessuno dispone di una bacchetta magica. Quindi, sì, dobbiamo essere consapevoli che ci saranno delle difficoltà, delle battute d’arresto, di certo commetteremo degli errori. Ciò che possiamo fare è ripartire da lì, da quegli errori. Senza colpevolizzarci, possiamo analizzarli e capire cosa vogliono spiegarci. Nessun errore ti grida «sei una frana!» a farlo sono i tuoi vissuti d’infanzia, quelli che ti hanno insegnato a tacciarti come un «fallito» o «buono a nulla».

Chi non crede in se stesso vive con il costante timore del fallimento. La verità è che non serve convincersi di essere invincibili, basta comprendere che siamo esseri umani, fallibili e senza per questo reputarci incapaci. Gli errori sono i nostri migliori alleati perché possono insegnarci qualcosa. Dopo ogni battuta d’arresto, non arrenderti e ricomincia da te, da ciò che sai di essere oggi e non da quello che ieri ti hanno fatto credere gli altri. Come anticipato, l’idea che hai di te stesso l’ha “ereditata” dai tuoi genitori e dai loro modelli educativi. Oggi, puoi imparare a conoscerti per la persona stupenda che non sai ancora di essere!

6. Un libro per rinascere

Nel mio libro (già bestseller su Amazon e disponibile in tutte le librerie) «Riscrivi le Pagine della Tua Vita» ti spiego come ripristinare un equilibrio perduto, ti insegno a rivendicare il tuo valore di persona completa e degna di amore, ad ascoltare i tuoi bisogni e soprattutto, a farli rispettare dagli altri! Perché sì, si nasce due volte, la prima quando veniamo al mondo, quando siamo impotenti e inermi dinanzi a tutto, la seconda, invece, quando prendiamo consapevolezza del nostro potere e iniziamo a conoscerci per ciò che siamo davvero. Se hai voglia di rivendicare il tuo valore, è il libro giusto per te!

Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
Autore del libro bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” – Rizzoli
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