Il riciclo non sempre fa bene all’ambiente, ecco perché

Il riciclo non è una panacea al problema della produzione di rifiuti, non sempre funziona e il focus deve essere la riduzione e il riutilizzo di materiali e beni

Foto di Matteo Paolini

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Il riciclo è importante, ma ridurre e riutilizzare sono ancora più efficaci per l’ambiente. Tuttavia, quando si chiede alle persone quale sia il modo migliore per gestire i rifiuti, il riciclo è spesso la risposta più comune. Questo è quanto emerge da uno studio pubblicato di recente su Nature sustainability, che ha indagato le attitudini, le credenze e i comportamenti in fatto di gestione dei rifiuti di alcuni americani. Lo studio ha rilevato che gli americani sono più propensi a riciclare rispetto a ridurre e riutilizzare. Questo perché il riciclo è spesso visto come un modo semplice e conveniente per ridurre l’impatto ambientale. Tuttavia, il riciclo non è sempre la soluzione migliore. Ad esempio, alcuni materiali riciclabili, come la plastica, richiedono molta energia e acqua per essere trasformati in nuovi prodotti.

Abbracciare le tre R per un futuro migliore

I rifiuti invadono ogni angolo del pianeta e, alcune zone, più di altre. Ogni cosa che consumiamo e produciamo ha un impatto sull’ambiente: ha un costo durante la produzione e lo smaltimento. In quanto consumatori, abbiamo un ruolo significativo da svolgere: possiamo iniziare cercando di diminuire la quantità di rifiuti, facendo scelte più oculate e consumando meno oggetti e materiali, ponendo enfasi sul riutilizzo e, possibilmente, sul riciclaggio. Questo principio è noto come la “Regola delle Tre R” o, in maniera più precisa, come la gerarchia di gestione dei rifiuti raccomandata da istituzioni e organizzazioni ambientaliste. È rappresentata come una piramide invertita in cui la riduzione costituisce la scelta primaria e dovrebbe essere praticata ampiamente come base fondamentale, mentre all’estremità opposta si trova lo smaltimento finale di oggetti e materiali nelle discariche.

Riscoprire la riduzione dei rifiuti

Nell’interrogare le persone su ciò che credono sia ottimale per l’ambiente e su come ridurre i rifiuti, emerge un’inversione di tendenza nella piramide delle scelte. Sorprendentemente, quasi l’80% dei partecipanti a un sondaggio, condotto negli Stati Uniti, commette errori nell’ordine delle preferenze. In linea generale, prevale l’idea che il riciclo sia l’approccio primario per gestire i rifiuti, spesso a spese delle strategie di riduzione e riutilizzo. Questo fenomeno è stato definito “pregiudizio del riciclo” dagli studiosi, nonostante un’altra indagine abbia dimostrato che le conoscenze corrette sul riciclaggio di diversi oggetti fossero lontane dalla perfezione, soprattutto per elementi come lampadine, buste di plastica o bicchieri da caffè.

Gli studi indicano che, quando le opzioni a disposizione vengono limitate, i partecipanti tendono a focalizzarsi sulla riduzione dei rifiuti come l’azione più sostenibile per affrontare il problema. Questo atteggiamento riflette anche il riconoscimento dell’importanza di ottimizzare il design degli oggetti per influenzare positivamente la gestione dei rifiuti.

L’emergenza rifiuti: il problema globale che non riguarda solo l’ambiente

Gli esperti concordano unanimemente sull’inevitabile e insostenibile produzione di rifiuti da parte dell’umanità in tutto il mondo. Le microplastiche, in particolare, stanno inquinando angoli remoti del pianeta e si stanno accumulando nei corpi sia degli esseri umani che degli animali.

La creazione e lo smaltimento di beni costituiscono una delle principali cause di emissioni di gas serra, rappresentando una minaccia alla salute pubblica, specialmente per le comunità vulnerabili che si trovano a fronteggiare masse ingenti di rifiuti. Una recente ricerca suggerisce addirittura che, anche quando la plastica viene riciclata, il risultato sia un allarmante aumento dell’inquinamento da microplastiche.

Data la vastità e l’urgenza del problema, nel giugno del 2023 le Nazioni Unite hanno promosso discussioni tra i rappresentanti dei governi di tutto il mondo, mirando a sviluppare un trattato giuridicamente vincolante volto a contrastare la diffusione dei rifiuti di plastica nocivi. Nel frattempo, molte città e stati negli Stati Uniti hanno preso l’iniziativa di vietare i prodotti monouso in plastica o di limitarne l’utilizzo, affrontando così l’aspetto della sfida a livello locale.

Strategie prioritarie per la gestione dei rifiuti

Gli esperti promuovono da tempo l’approccio alla questione dei rifiuti attraverso l’implementazione di strategie incentrate sulla riduzione delle fonti, al fine di prevenire la formazione stessa dei rifiuti. Questo approccio si dimostra più efficace rispetto alla gestione e mitigazione successiva degli impatti. Sia l’US Environmental Protection Agency che autorevoli organizzazioni ambientaliste come il Programma Ambientale delle Nazioni Unite adottano un quadro noto come “gerarchia di gestione dei rifiuti“, che dispone le strategie in base al loro impatto ambientale.

La gerarchia di gestione dei rifiuti, ben nota a tutti, sottolinea l’importanza di “Ridurre, Riutilizzare, Riciclare” in questo preciso ordine. Sebbene la creazione di oggetti riciclabili risulti più sostenibile rispetto alla loro incenerimento o allo smaltimento in discarica, richiede comunque notevoli quantità di energia e risorse. Al contrario, la riduzione alla fonte dei rifiuti conserva le preziose risorse naturali e previene ulteriori impatti ambientali negativi lungo l’intero ciclo di vita del prodotto.

Esiste pertanto la possibilità di agire per rafforzare il concetto che sia preferibile ridurre e riutilizzare, evitando di demonizzare il riciclo, ma senza neanche presentarlo come la soluzione miracolosa al problema dei rifiuti e un’alibi per mantenere un’eccessiva produzione e consumo.