I nostri limiti sentimentali


Conoscerli è meno importante che accoglierli, perché se è fondamentale sapere quali sono e quali non dobbiamo travalicare, accettare i nostri limiti e quelli che gli altri ci pongono, ci mette al riparo da gravi errori che possono anche essere fatali. Ma per accettare i nostri limiti e sapere cosa possiamo avere e cosa non dobbiamo pretendere, non servono princìpi, leggi o condanne sempre più severe: perché in noi troveremo sempre un motivo di sofferenza che ci spinge oltre, molto più potente di qualsiasi minaccia di punizione presente o futura. Dobbiamo invece ricorrere a quei valori morali che l’esempio di chi ci ha educato (famiglia, scuola, comunità) è riuscito a comunicarci: sono i soli bagagli veramente utili da portare sempre con sé. In fondo lo sappiamo tutti cosa è bene e cosa è male (con piccole accettabili variazioni). Lo sappiamo tutti come si fa a vivere, tanto più se abbiamo la fortuna di non essere stati attraversati da traumi troppo pesanti. Per quanto poco tutti ci siamo trovati prima o poi di fronte a un rifiuto, a un NO gridato in faccia che fa male e azzera l’autostima e il coraggio di andare avanti. A quel punto dobbiamo ricorrere a una forte consapevolezza: noi siamo la nostra vita e non noi più qualcun altro: gli altri sono i compagni di viaggio, non i nostri organi vitali. Smettiamola di idealizzare l’altro/a come il mio sole, il mio cuore, la mia vita, il mio tutto, l’essere senza il quale siamo solo rifiuti organici buoni per il contenitore dell’umido. Certo che possiamo costruire qualcosa di bello con chi vogliamo – purché ci voglia e finché ci si vuole bene, ed è anche lecito sperare sia per sempre, ma non è detto. Ma obbligare qualcuno a volere qualcosa che vogliamo solo noi non porta da nessuna parte, perché chi si ama ha il diritto di scegliere che fare della propria vita (come noi lo abbiamo per la nostra) indipendentemente da ciò che desideriamo e sogniamo: se non ci sta bene sarà come sentir suonare le trombe di Gerico, le mura verranno giù tutte insieme. E allora ci rialzeremo e costruiremo un’altra città magari più in là. Certo non è facile rifarsi la vita altrove, ma siamo animali adattabili e sociali: ci faremo aiutare da chi è esperto in ricostruzioni.

E se proprio non ce la facciamo a sopportare chi è insofferente al nostro controllo e alle nostre regole, dovremmo capire che evidentemente chi sbaglia siamo noi. Probabilmente non riusciremo ad accettarlo e allora in attesa di cambiare (molto più facile a dirsi che a farsi) sarà meglio trovare dentro di noi qualsiasi altra giustificazione per rendere più accettabile e meno grave il rifiuto subito: se noi siamo fatti così e gli altri sono fatti diversamente, vuol dire che non siamo compatibili. Mica possiamo amare tutti e tutti possono amare noi!

Così come non possiamo avere tutto ciò che desideriamo, è ovvio che non possiamo avere per forza l’amore di chi non ci ama o non ci ama più: e allora rendiamoci conto che stiamo infastidendo l’altra persona come ci infastidisce chi non ci piace e ci tempesta di telefonate e messaggi… Mettiamola così: siamo tutti esseri umani dai poteri molto limitati e l’amore è una magia che in mezzo a tanti tentativi falliti, a volte si presenta. Una pianta da curare con attenzione, troppa acqua o troppo poca può farla morire.  

E’ questo il compito dell’educazione sentimentale. Chiarire agli uomini e alle donne di domani (i bambini delle elementari e i ragazzi) semplici concetti che tanti tra noi adulti ancora non hanno compreso e ormai non capiranno più.

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