Il Blog intervista: Elisa Alloro

Ciao Elisa, grazie per la disponibilità. Emiliana “doc”, nata a Correggio, paese che ha dato i natali al grande Liga, cresciuta ad Albinea fino alla maggiore età, per poi trasferirti a Milano. Giornalista, presentatrice, imprenditrice, scrittrice, conduttrice Tv e radiofonica, appassionata di web e nuove tecnologie e molto altro ancora che sveleremo più nel dettaglio nell’intervista.

Pronta a metterti a nudo, ovviamente metaforicamente parlando? (risata).
Partiamo!  Raccontaci un po’ di te.

Ciao Roberto, fieramente emiliana, si. Felice di essere nata nel paese del Liga e di essere poi cresciuta ad Albinea, terra che amo tuttora. La mia è stata un’infanzia e un’adolescenza speciale, con genitori decisamente “evoluti”.

A 17 anni mi sono trasferita a Milano perché tendo a fare le cose controcorrente, mentre altri andavano a Bologna io ho percorso il tragitto inverso, anche perché Milano è la culla della comunicazione.

Un ricordo indelebile di quando ero piccola, un giorno mentre facevo delle cose, e la TV era accesa, ho avuto un’illuminazione, mi sono detta “io dentro quella cosa prima o poi ci devo entrare, fosse anche per fare le pulizie” (risata). Mi incuriosiva tantissimo, volevo capire questo “mezzo” sfrontato che arriva con prepotenza in casa nostra. Non sono così vecchia da aver vissuto il “carosello” ma c’erano appuntamenti fissi che inchiodavano milioni di persone davanti al teleschermo, a volte senza un perché. Insomma un mezzo “invasivo” che dovevo studiare, dovevo entrarci, capire come e perché agiva così sulle nostre teste.

La popolarità è esplosa grazie alla trasmissione “NetCafè” su Telelombardia, una tv privata milanese molto seguita. Come sei arrivata alla conduzione del programma?

Banalmente con un provino, spinta da amico, inizialmente non volevo proprio andarci. Un aneddoto, il regista non era convinto ma “Gabo” (Gabriele di Matteo) ha trovato che avessi un’energia “particolare” e così si è aperto un capitolo importante della mia vita.
Il “format” esisteva già, alla lungimiranza di “Gabo”, che già faceva un programma  dal titolo  “Apriti Sito”, ho introdotto due cose, rivelatisi poi un successo col passare del tempo, i telefonini ed i videogames. Per i videogames avevo una passione sfrenata, grazie a mio fratello programmatore ho praticamente vissuto di rendita con i suoi “scarti” ed ho potuto coltivare la passione anche grazie al programma.

Ha contato molto la bellezza per vincere le selezioni?

No, non ha contato molto, ricordo che cercavano più vitalità ed energia.

E “gabo”, con le sue bretelle e papillon?

L’ho rivisto recentemente, sarebbe stato simpatico farsi un “selfie” con lui dopo tutto il tempo passato.

Eri consapevole che buona parte degli spettatori erano inchiodati davanti al teleschermo solo per ammirare e te, e che della tecnologia spesso importava una “cippa”? (risata) Che percezioni avevi tu?

NO! Non sono mai stata consapevole, ricevevo tante email, regali, fiori, leggevo tutto e rispondevo a tutti, vivevo però nel mio mondo, faticavo tanto, mi davo da fare. Poi caratterialmente sono sempre stata “anti gossip”, odiando i gossip su di me ho sempre odiato anche il gossip su altri, in pratica mi facevo gli affari miei. Pensa che quando salgo ad esempio sul tram, a volte mi vergogno e guardo in basso. Mi sento spesso fuori posto.

Una cosa simpatica successa qualche tempo fa, sono andata in moto a fare benzina, indossavo il casco ed il benzinaio mi ha detto “io quel visino lo conosco”, alla fine speri sempre che avendo fatto svariate cose ti ricordino anche per altro, ma sono comunque fiera che dopo tutti questi anni “NetCafè” ed Elisa Alloro siano ancora associati nel ricordo di tanti.

Trascorsi così tanti anni, adesso puoi confermarcelo, quello sgabello è in qualche museo? Magari qualcuno parte in pellegrinaggio…. (risata)

Forse avrebbero fatto bene a metterlo in un museo… (risata). Credo sia stato eliminato e si sia semplicemente passati ad una conduzione in piedi. Non so che fine abbia fatto, caspita, me lo sarei potuta portar via adesso che ci penso, per ricordo! Il merito è comunque stato di tutti. Dalla camera a spalla – una ragazza bravissima, professionale, ginnica, che ha contribuito a rendere speciali le inquadrature – alle luci di Marco Brindasso. Una bella squadra!

Videogames, Web, nuove tecnologie, perdonami la domanda “Marzulliana”, hai iniziato a conoscerle ed amarle grazie al lavoro, oppure sono state il “veicolo” attraverso il quale sei giunta alla popolarità? Ti do 30 secondi per comprendere la domanda, se serve te la ripeto (risata).

Ero già abbastanza “impallinata”, attratta da tutto ciò che era tecnologico, pensa che ho un piccolo museo dei videogames nel box. Della playstation ho tutto sin dall’inizio, addirittura dalla primissima console portatile. Un museo di giochi originali, li tengo tutti. Gioco oggi molto di più su “Nintendo” adorando soprattutto il genere “platform”. Ci sono dei giochi impareggiabili, soprattutto genere “adventure” che posso giocare solo su “play”, quindi non la metto in pensione.

Immagino avrai contagiato anche tuo figlio

Esatto, facciamo tornei pazzeschi tra poco sarà più bravo di me (risata).

E poi tante altre esperienze che ho elencato nell’introduzione. Quali ti hanno dato le maggiori soddisfazioni e quali meno?

Non sono abituata a fare graduatorie, soprattutto nel caso di esperienze e periodi diversi.

Ti spiego meglio, sono rimasta ad esempio molto legata a “Italia Teen”, più che a “NetCafè”. Era la nuova Italia 1, una sperimentazione stupenda, riuscita, poi purtroppo chiusa. Probabilmente gli anni più belli, perché c’era la possibilità di cimentarsi a 360 gradi nel mondo televisivo vero, facevamo tutto, servizi, montaggio, testi, poi c’erano le riprese, le dirette, era una bella famiglia, che manca tanto anche agli altri 6/7 ragazzi che lavoravano con me, con i quali siamo ancora in contatto. Un bellissimo periodo, un bel mondo, anche se – inutile negarlo – devo tanto anche al regista di “NetCafè”, quello che non mi voleva, e che mi ha suggerito fin da subito di drizzare le antenne, continuare a studiare, imparare il mestiere di tutti – seguendo tutte le fasi di produzione – perché sarebbe stato il segreto del completamento. Il raggiungimento di un’esperienza a 360 gradi. Quindi ho studiato dizione, doppiaggio, seguito i montaggi – ancora nell’epoca analogica – stando vicino a tante figure professionali molto valide, ho cercato di assorbire il più possibile, ed è stata inevitabilmente una grande “palestra”.

Poi è vero, tanti lavori ed esperienze sono derivate forse da “NetCafè”. Probabilmente Mediaset non mi avrebbe chiamata se non mi avesse visto in quella trasmissione. A chi lo devo? Sicuramente al mio intuito, alla mia voglia di fare, alla gioia di vivere, perché è un lavoro difficile, ci vuole coraggio e “pelo sullo stomaco”. Se non fossi caratterialmente come sono, tante cose non le avrei affrontate. Tieni conto ad esempio che non mi dimentico un “link”, ricordo perfettamente, a distanza di tempo, cosa è successo e perché. Ringrazio me stessa e ringrazio chi negli anni mi ha aiutata, coadiuvata, come ringrazio ad esempio te per questa intervista.

Devo tanto anche a “Mediolanum Channel”, ci sono ricordi indelebili ed aneddoti divertenti, a partire ad esempio dalle selezioni. Ricordo che eravamo rimaste in 3, abbiamo dovuto affrontare il “forum” di Assago, davanti a migliaia di persone e di “Family Bankers” di Mediolanum che dovevano scegliere una di noi. C’era questa “short list”, questa sorta di gara in chiaro, tutti muniti di trombe con una cartellina con le tre candidate da scegliere. Alla fine ho scoperto che li in mezzo c’era anche il mio “Family Banker” (risata).

Qualcuno sicuramente ricorda l’esperimento di CICCIOCICCIO.COM, se non erro era il periodo del primo grande fratello che tutti ricordano nonostante siano passati ormai 16 anni, che esperienza fu?

Esperienza impegnativa. L’antesignano del “Grande Fratello”, dietro c’erano grandi “zucche”, a partire da Claudio Sabelli Fioretti. Lungimiranti anche loro, hanno ribaltato i punti di vista. Mentre il “GF” è un prodotto “inquinato”, filtrato dalla redazione, “Cicciociccio” era “real life” 24 ore. Eri consapevole di essere un personaggio che doveva reagire alle emozioni provenienti online dall’esterno, a volte anche insulti pesanti che riguardavo la tua sfera privata, dovevi essere pronto a padroneggiare la situazione e le tue emozioni. La casa segreta era a Milano in zona Stazione Centrale, avevamo alcune ore d’aria, uscivi, magari ti guardavano strano e non sapevi se era per il programma o per altro. Poi il sonno, quella luce blu, in un momento che per tutti è l’unico vero momento privato, riservato solo a chi divide necessariamente con te parte della vita.

Quanto durò l’esperimento?

Cinque mesi. Poi era particolare perché intervenivano ospiti, fans, “followers” ed anche loro potevano agire ed interagire a loro volta con noi o con altri ospiti. Sono venuti attori, musicisti, è stato un esperimento di successo, soprattutto rapportato ai tempi ed ai mezzi di allora.

Quindi un esperimento di successo

Ricordo un dato, 121.000 pagine visitate al giorno, che all’epoca erano tantissime considerata la scarsissima diffusione di internet e la precarietà della rete.

Per non farti mancare nulla, del 2009 pubblichi anche un libro “NOI LE RAGAZZE DI SILVIO”, degna di nota è la tua “quarta di copertina” che riporto integralmente:

La sottoscritta, a essere infilata nel mucchio in quanto candidata “trombata”, giornalisticamente parlando, non ci sta. Perché io, Elisa Alloro, classe 1976, origini fieramente emiliane, giornalista pubblicista, poetessa, sperimentatrice nel campo delle nuove tecnologie, con un passato e un presente televisivo, sono una donna dalle idee chiare che accetta le sfide di buon grado, quando si presentano, solo se in gioco ci sono il merito, la competenza, l’inventiva che nel contesto politico europeo si traducono nella concreta conquista di ogni singola preferenza“.

Come nasce l’idea? E come sono andate le vendite?

Premetto subito che non l’ho fatto assolutamente per le vendite ed il guadagno, altrimenti mi sarebbe convenuto forse non pubblicarlo… (risata). Sono una persona fin troppo rispettosa, quindi è un libro “edulcorato”, se avessi voluto distruggere un “impero” lo avrei fatto forse in un altro modo, non scrivendo un libro di questo tipo. In ogni caso non c’era motivo di stare sulle difensive, questo libro l’ho fatto per togliermi un sassolino dalla scarpa, perché non è mai carino essere inserita in una cornice esistenziale che non ti appartiene, quindi ho voluto dire la mia, non giustificare il contesto, che ovviamente non giustifico né tantomeno condivido. Volevo solo suggerire alla Sig.ra Veronica Lario di dosare le parole e di cercare di capire che la “fauna umana”, che circolava intorno all’ex marito era sì varia, ma che alcuni modi di fare e certe scelte erano giustificabili perché, per l’uomo in questione, costituivano una sua naturale via di comunicazione. La cosa che spiace di più è che in italia la gente più che leggere commenta: giudizi superficiali, commenti di commenti. Come detto poco fa, delle vendite non me ne frega nulla, pensa poi l’editore è anche fallito (risata). Chissà, forse avrei potuto scrivere il seguito… (risata).

Dato che si parla del “Cav.” normale parlare di calcio. Fede calcistica, se mi confermi che sei milanista (come temo) chiudiamo qui l’intervista (risata).

Confermo, sono milanista dalla nascita. Il babbo è sempre stato milanista e, come spesso accade, il fratello è interista. Ho girato l’Europa con papà, soprattutto quando il Milan giocava in Coppa Campioni, ancor prima di stabilirmi a Milano. C’era anche un “giochino”, quando c’era il Milan in casa invitavamo zio e cugino, loro facevano la stessa cosa quando giocava l’Inter in casa. La cosa buffa è che perdeva quasi sempre sia l’Inter sia il Milan, quindi abbiamo smesso di condividere i derby (risata).

Parlando di calcio devo però confessarti che il mio amore è diminuito dopo aver fatto “Goleada” su Telemontecarlo. Ho smesso di andare allo stadio, se non raramente. Questa esperienza tv mi ha un po’ “prosciugata” anche se il programma era carino. Si è affievolito il mio fervore calcistico, stando a stretto contatto con questo mondo, un po’ come un pasticciere che a forza di decorare dolci inizia a preferire il salato (risata).

Se non erro sei stata anche molto vicina anche alla politica, giusto?

Si, hai ragione, hai studiato… Una volta per mia scelta mi sono ritirata dalla candidatura per le politiche, poi in seguito ero più pronta per le elezioni europee, “pianeta” che apprezzo di più come dimensione culturale e sviluppo delle tematiche che mi premono di più. Non ho mai amato il “circo” e la situazione politica italiana è drammatica, quasi comica, in Europa ero pronta per farlo, mi era stato chiesto, alla fine non si è concretizzato.

In una veloce chiacchierata mi hai parlato anche di imprenditoria, cosa ci racconti a riguardo e, soprattutto, come riesci a gestire il tutto, in primis vita privata ed affetti, sembri una lavoratrice H40? (risata)

E’ dura… ma si fa! Ci sono momenti in cui avrei bisogno di gente che mi dia una mano, un supporto. Ho comunque fedeli collaboratori, amici straordinari, anche “virtuali”, che mi danno la forza di andare sempre andare. Si stringono i denti, mi sento appagata, ho la fortuna di poter scegliere, diciamo che ho “scelto di scegliere”, ed avere l’opportunità di farlo è determinante. Preferisco le consulenze, cosa che mi permette di essere a volte un po’ più libera e di potermi dedicare anche ad altro. Anche se qualche follia l’ho fatta… uno potrebbe dire che avendo avuto meno tempo a disposizione, magari non le avrei fatte (risate).

Tipo?

Tipo aprire una label mentre il mercato discografico andava e va malissimo, o aprire una società mentre la maggior parte chiudevano…

Ho letto che sei anche operatrice SAPR, ossia una “Pilota Professionale di Droni”, com’è nata la cosa?

Dici che ho un problema? (risata). “Il vento nei capelli”! Questa frase, che appare magari banale, racchiude molto del mio mondo. Premetto che da sempre sono appassionata di motori, sono pilota, ho sempre guidato, dai “kart” alle auto sportive, alle moto, in pista e nei circuiti cittadini, a dire il vero ho sempre amato anche sport più estremi, ad esempio il volo in deltaplano.

Devo probabilmente buona parte della mia follia a mia madre, che era paracadutista. Comunque amo provare cose nuove; poi il drone mi ha sempre affascinato. Volevo conoscerlo meglio e ampliare anche questo orizzonte.

E adesso che sei mamma, non è cambiata un po’ la tua percezione del rischio?

Si, certo, prima della nascita di mio figlio ero più incosciente. Faccio tuttora sport agonistici, pericolosi ed impegnativi, come il trotto. Lo faccio per beneficenza, come il “kart”. Le puntate nazionali, in buona sostanza, vengono devolute a varie associazioni, tra le quali “Exodus”. Andare sul “Sulky” è molto pericoloso, anche perché spesso non ci sono solo professionisti, possono capitare incidenti, a nudo in mezzo ad una pista con cavalli che vanno anche ad 80 km all’ora. Insomma, un po’ sono rimasta pazza, ma che bello! T’immagini se facessi solo biscotti e marmellate dalla mattina alla sera? Mio padre mi ha insegnato che per mantenersi giovani bisogna contare su un paio di cose: la “meraviglia”, capacità che non deve mai venire meno, e la “progettualità”. Se hai queste due componenti allunghi sicuramente la tua “time line”.

Adesso, se permetti, ci facciamo un po’ di affari tuoi. Come ti mantieni in forma?

Me lo stai chiedendo veramente? Non ci credo… beh, mi mantengo in forma perché il cervello non si ferma mai, brucio più calorie del normale, sono iperattiva. Sono comunque una gran mangiona, da buona emiliana. Mangio però sano, da sempre non amo le cose ricchissime, ma al tempo stesso sono una “godereccia”, esempio adoro il cioccolato, ma deve essere extra fondente. Se bevo, devo bere bene; in pratica se devo fare “sgarrare” lo faccio come si deve (risata). Le verdure mi piacciono scondite, amo lo speziato ma non amo l’unto. Alla fine, credimi, mangio quantitativi di cibo quasi da uomo, però mi muovo molto anche se ultimamente meno di quanto vorrei. Sento spesso la necessità di sfogarmi: ho una piccola palestrina al piano di sopra, poi amo passeggiare, correre, o in casa o fuori, anche se il mio “habitat” naturale è senza dubbio l’acqua. Mi è capitato anche, per mancanza di tempo, di aver voglia di vedere amici ma di non riuscire mai in tempo, quindi di sostituire qualche aperitivo con una corsa: li invito a farsi due chiacchiere in movimento, ma il risultato è che, mentre io corro, loro mi inseguono in macchina con il vetro abbassato… Poi mi aiuto con tanti integratori ed antiossidanti naturali.

Lo “showbiz”, hai amicizie nel mondo dello spettacolo, qualcuno/a con il quale è nato un bel rapporto di amicizia duraturo?

Tante amicizie, in vari ambiti. Ho amici straordinari tra i comici, la musica, la Tv. Ho rapporti stupendi di amicizia con tante persone, non faccio nomi per non fare classifiche. Rapporti di amicizia sinceri che non posso magari coltivare come vorrei per mancanza di tempo, ma talmente veri che lo avverti appena si presenta l’occasione per stare insieme.

Beh ti abbiamo messa abbastanza a nudo, è ora di ricoprirsi nonostante il caldo milanese di fine luglio (risata). Ultima domanda, cosa vedi nel tuo futuro, che progetti hai ed in che ambito potremo ammirare Elisa Alloro?

Faccio parte di una “annata” un po’ sfigata (risata). Ovviamente sono cresciuta rispetto agli inizi (quindi è pieno di gente giovane che è giusto che avanzi), ma nel contempo ci sono ancora tante persone molto più grandi di me, che non fanno lo stesso ragionamento (risata) per cui siamo un po’ in un “limbo”. Guarda, lascio aperta qualsiasi porta, anzi magari invento qualcosa di nuovo, sono in continua evoluzione. A volte sorrido pensando che ho percorso tanta strada prima, quando ancora non esisteva il web ed il mondo non era così tecnologico, ed adesso paradossalmente faccio il minimo indispensabile da quel punto di vista. Però faccio tanto per gli altri e mi dico sempre che per me c’è tempo. Adesso sto facendo un programma di motori (Safe-Drive) da un paio di anni visibile su “Sky”, “Odeon” e “Nuvolari”; ma sarebbe bello rifare un programma dove torno fuori dallo studio, in mezzo alla gente, avere una cosa in cui credere come ci credevo allora. E’ vero, chi lavora in studio spesso (non sempre) ha un gran vantaggio: persone che lavorano per te, che ti scrivono i testi, che ti pettinano, ti truccano, ti danno consigli. Io avevo poco o nulla, però mi piaceva perché era tutto spontaneo, naturale, era indubbiamente la carta vincente. Mi sono sempre fatta le ossa macinando km con la troupe, inventandomi le cose. Oggi è diverso, più difficile, produzioni “strozzate”, budget limitati. Ma sono fiduciosa, la professionalità in qualche modo paga sempre.


Ringraziamo Elisa per la piacevolissima chiacchierata, augurandole un futuro pieno di altri successi. Spazio alla…

Galleria Fotografica

Per alcune delle fotografie pubblicate si ringrazia Mauro Mamone, Dario Plotzer ed Enrico Arrigoni.

Elisa in Video

 

Alcuni dei tanti “Spot” con Elisa protagonista

(dal suo canale YouTube)

 



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