Croce celtica: dall'Irlanda ai neofascisti d'Europa, la storia del simbolo

diNatalia Distefano

E' detta anche croce di San Patrizio, protettore dell'Irlanda: nel Medioevo divenne un simbolo del cristianesimo del nord Europa. Ma fu solo nel '900 con i nazisti norvegesi che diventò un emblema politico

La croce celtica  dipinta vicino al luogo della strage di Acca Larenzia, a Roma

La croce celtica sul tetto del palazzo in via Acca Larenzia a Roma

Una geometria semplice: un cerchio vuoto su una croce latina, con il centro del cerchio che coincide con il punto di intersezione dei bracci della croce. Detta anche «di San Patrizio», non a caso. Perché il simbolo della «celtica» - appunto - ha origini nel nord Europa: nelle regioni d'Irlanda, Scozia e Gran Bretagna. In queste aree molte le rappresentazioni di croci con un cerchio diffuse già prima del cristianesimo, ma nel periodo medioevale la croce celtica venne utilizzata in ambito cristiano, in particolare dal cristianesimo celtico, divenendone il simbolo. Bisogna però aspettare il Novecento affinché la croce assuma significati politici. Venne utilizzata prima dai filonazisti in Norvegia nel corso degli anni Trenta e Quaranta, poi da gruppi neonazisti ed altri gruppi suprematisti bianchi come il Ku Klux Klan, i naziskin o i gruppi che si richiamano al neoguelfismo, diventando il simbolo di movimenti di estrema destra in Europa e nel mondo.

Significato originario e la leggenda di San Patrizio

Il significato più comunemente assegnato a questo simbolo è quello solare, e di collegamento tra mondo terreno e mondo celeste, dovuto al fatto che  l'asse orizzontale viene ricondotto alla rappresentazione della dimensione terrena mentre quello verticale alla dimensione celeste. La leggenda vuole poi che a farne un simbolo religioso e cristiano fu San Patrizio: si racconta che mentre il santo stava predicando di fronte ad una pietra sacra delimitata da un cerchio, durante la sua opera di conversione, tracciò all'interno del cerchio una croce latina e benedì la pietra, creando così la prima «Croce» del cristianesimo celtico.

La croce celtica nella destra francese

In Francia l'uso politico di questo simbolo ha una storia precisa e delineata con tanto di accertata attribuzione del primigenio uso in politica. È infatti Jacques Doriot, leader del Partito Popolare Francese, ad adottarlo - seppur in forma graficamente differente da quella canonica - negli anni Trenta come simbolo del suo raggruppamento, che tra i partiti collaborazionisti della Francia di Vichy è considerato generalmente come il più vicino al Nazismo. La croce celtica fu poi il simbolo di Jeune Nation, un movimento nazionalista francese degli anni Quaranta fondato da Albert Heuclin, con membri Jean Marot, Jacques Wagner e i fratelli Sidos, andatosi poi a fondere nell'organizzazione paramilitare clandestina Organisation armée secrète. Fu in seguito adottata dalla 33a Waffen-Grenadier-Division, dopo la Seconda guerra mondiale anche da padre Paul Doncoeur, veterano di guerra e presidente della Fédération nationale catholique del generale Édouard de Castelnau. Infine adottata dall'OAS nel 1961, ed oggi è usata come simbolo dalle associazioni Occident e GUD.

La croce celtica nella destra italiana

Fu il movimento europeista transnazionale Jeune Europe (la Giovane Europa), fondato dal belga Jean Thiriart, ad esportare la croce celtica anche in Italia negli anni Sessanta, grazie ad un intenso scambio culturale con i giovani italiani. È negli anni Settanta che la croce celtica adottata da Giovane Europa comincia a fare la sua apparizione ufficiale anche nel Fronte della Gioventù, l'organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, fino a quando nel 1978 scoppia quello che nell'ambiente della destra politica viene definito il «caso-celtica», con i vertici del partito che arrivano a vietarne l'uso. Il tentativo del Msi di difendere i vecchi simboli nostalgici del fascismo si dimostra vano ed anche il Fuan, l'organizzazione degli universitari missini, adotta la celtica all'interno del suo stemma. Così la croce celtica inizia ad essere veicolata su riviste, usata in occasione di festival e concerti musicali, negli stand con libri e musicassette e in slogan come «la fantasia al potere», all'interno dei raduni giovanili che prendono il nome di Campo Hobbit (nome di derivazione tolkieniana). E resterà il simbolo più utilizzato dalla destra italiana anche durante tutti gli anni Ottanta, arrivando - tra bandiere, t-shirt e gadget - fino al 2024: dal ciondolo dell'addetto alla sicurezza di Fiorello a «Viva Rai2!» al tetto del palazzo di via Acca Larenzia.

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30 gennaio 2024 ( modifica il 30 gennaio 2024 | 10:04)